“L’incertezza dell’Italia spinge l’euro in primo piano, l’ultimo posto che l’Europa vuole”. E ancora: “L’Italia scatena il timore globale di una nuova crisi dell’euro“. I titoli del New York Times e del Wall Street Journal danno l’idea di come i media statunitensi vedano la crisi politica del nostro Paese, che occupa l’apertura dei loro siti.

Le elezioni anticipate “sarebbero un brutto momento per l’Unione Europea”, “una sorta di referendum sull’euro in Italia”. Scenario al quale si è arrivati, secondo il Nyt, dopo la mossa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “che ha dato agli italiani la stessa opzione costruita nel sistema francese – due turni di voto, il primo col cuore, il secondo con la testa“, scrive il giornale, che ricorda la sconfitta al secondo turno di Marine Le Pen sostenendo che il presidente italiano “sta scommettendo che gli italiani possano fare lo stesso“, se i partiti populisti scioglieranno la loro ambiguità sull’euro.

Bloccando la formazione di un governo da parte di “due partiti populisti”, è però la premessa del quotidiano statunitense, “il presidente Mattarella potrebbe aver gettato le basi per nuove elezioni, elezioni che sarebbero un momento terribile per l’Europa” anche alla luce della debolezza di Angela Merkel e del rischio di nuove elezioni anche in Spagna. “Per quanto improbabile possa essere un ritiro italiano dall’eurozona, questa prospettiva è più pericolosa per il futuro della Ue del bailout della Grecia, del voto britannico per lasciare il blocco europeo o delle controversie con Ungheria e Polonia“, prosegue il Nyt, ricordando che l’Italia “è un membro fondatore della Ue e dell’euro e la quarta più grande economia del blocco, e la psicologia conta“.

Una prospettiva sostenuta anche da Bloomberg: “L’Italia non è la Grecia, ma questa potrebbe non essere una buona cosa”, titola l’agenzia, che mette a confronto i dati sulla fiducia nelle istituzioni europee nei due Paesi. “L’Italia potrebbe affrontare una situazione simile a quella della Grecia dieci anni fa, ma le attitudini delle due popolazioni verso l’Unione sono decisamente diverse”, scrive Bloomberg. Come raccontano i dati pubblicati da Eurobarometro, nel 2009, quando iniziò la crisi greca, nel paese ellenico circa il 70% della popolazione pensava che la Grecia avesse beneficiato della permanenza in Europa. Una percentuale altissima che si è ridotta sotto il 60% dopo quasi dieci anni di crisi economica, ma è rimasta comunque più alta della fiducia degli italiani: nel nostro paese, nel 2018, solo il 40% degli intervistati pensa che rimanere nell’Unione europea sia una cosa positiva.

 

Anche secondo il Wsj la scelta di Mattarella ha “suggerito un nuovo round di elezioni” che però, secondo il quotidiano finanziario, “potrebbe rafforzare la posizione delle forze anti euro, alcune delle quali cercano di sciogliere l’unione sempre più vulnerabile dell’Europa”, scrive il quotidiano. “Sei anni dopo che l’eurozona ha fatto un passo indietro dall’orlo di una rottura, una forte vendita del debito dell’Europa meridionale si è allargata ai più vasti mercati finanziari, inducendo gli investitori verso la sicurezza del dollaro e dello yen giapponese, che sono aumentati impetuosamente”, osserva il Wsj.

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