Il differenziale rispetto ai decennali tedeschi ripiega a 247 dopo che martedì aveva toccato quota 320. Il Credit default swap a 5 anni, "assicurazione" contro il default, è sceso sotto i 250 punti base rispetto ai 271 di martedì. Piazza Affari chiude a +2,09%
Rientra, dopo la fiammata di martedì, l’ondata di speculazione contro il debito italiano. Nonostante non si sia ancora risolta la situazione di estrema incertezza sul futuro governo, il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e gli omologhi tedeschi ha segnato all’apertura 270 punti base, 20 in meno della chiusura di ieri, e nel corso della giornata è sceso sotto i 250 punti. In recupero anche Piazza Affari, che dopo un’apertura in lieve rialzo ha chiuso a +2,09% grazie al rimbalzo dei titoli bancari reduci da giorni di sofferenza per la ben nota zavorra rappresentata dai titoli di Stato che hanno in portafoglio.
Dopo aver sfondato martedì la soglia dei 320 punti, lo spread ha aperto in netto calo. Poi un’altalena e una ulteriore discesa fino alla chiusura a 247 punti. Il rendimento del titolo decennale italiano è sceso sotto il 3%, dopo aver toccato martedì i 3,3 punti, mentre il tasso del Bund di pari scadenza prosegue la discesa e ora si muove in area 0,3%. I tassi pagati dai titoli di Stato con scadenza a due anni, che martedì avevano toccato il 2,7% contro lo 0,9% di lunedì, hanno aperto in calo al 2,3% e hanno continuato a perdere quota fino all’1,7%. Diminuisce quindi la percezione di un rischio a breve termine per la tenuta del debito italiano. Lo dimostra anche il fatto che il Credit default swap a 5 anni sul debito italiano – “assicurazione” contro il default – è sceso sotto i 250 punti base, rispetto ai 271 segnati ieri in chiusura.
Tassi in netto rialzo, però, nell’attesa asta di Btp a 5 e 10 anni bandita dal Tesoro. Il rendimento medio del Btp a 10 anni è volato al 3%, il livello più alto da maggio del 2014, dall’1,7% del collocamento di aprile. Assegnati titoli per 1,82 miliardi di euro contro un massimo importo previsto di 2,25 miliardi anche se la domanda ha rivisto i massimi da dicembre con un rapporto di copertura salito a 1,48. Balzo anche per il rendimento del quinquennale schizzato al 2,32% dallo 0,56% precedente. La crescita maggiore dei tassi (177 punti) si è registrata infine nell’asta di CCteu a 7 anni, con un rendimento che ha toccato il 2%: in questo caso è stato assegnato l’importo massimo, 2 miliardi con una domanda di 2,88 miliardi e un rapporto di copertura pari a 1,44.
Sulle turbolenze finanziarie italiane arriva una riflessione da un funzionario del Tesoro Usa: “A questo punto, no, non vedo alcun impatto sistemico” dice mantenendo l’anonimato come previsto dalle regole base del Tesoro stesso e segnalando che il dipartimento sta monitorando da vicino gli sviluppi della situazione, ma non vede un immediato pericolo per la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. “Penso che sarebbe meglio se risolvessero le cose all’interno dell’eurozona senza fare cambiamenti significativi lì, e certamente gli italiani hanno l’opportunità di farlo”, ha dichiarato il funzionario in un briefing con i giornalisti che anticipa l’incontro previsto in settimana tra il segretario Steven Mnuchin e i suoi omologhi del G7, all’interno del quale la crisi italiana dovrebbe essere uno dei temi dominanti, insieme alle dispute statunitensi in ambito commerciale.