Non era schedato come radicalizzato – a differenza di quanto ipotizzato in un primo momento – ma l’uomo che il 29 maggio ha seminato il terrore in centro a Liegi, uccidendo tre persone e ferendone quattro, era presente in modo indiretto in tre dossier dell’intelligence. Ed era in carcere già dal 2003. Il suo nome è Benjamin Herman, sostengono gli inquirenti, ha 31 anni ed è nato nel paesino della birra trappista Rochefort, senza più rapporti con la famiglia.
Secondo il ministro dell’Interno belga Jan Jambon, l’uomo aveva già ucciso la sera prima della strage: a 50 chilometri da Liegi, in una casa di Marche-en-Famenne, è stato trovato il corpo di Michael Wilmet, 30 anni, un ex detenuto che Herman conosceva. Come riportato dalla tv pubblica Rtbf, l’omicidio è avvenuto a colpi di martello e l’arma è stata poi ritrovata nell’auto di Herman a Liegi. Secondo il ministro della giustizia belga Koen Geens, però, niente lasciava immaginare che il 31enne potesse compiere una strage, perché era al suo 14esimo permesso carcerario finalizzato al reinserimento nella società. Il sospetto è quindi che si sia radicalizzato in cella.
“L’obiettivo dell’assassino era attaccare la polizia, perché è quello che ha fatto sin dall’inizio”, ha dichiarato il capo della polizia di Liegi Christian Beaupère. Nell’assalto, infatti, hanno perso la vita due poliziotte, colpite con un coltello alla schiena e poi finite a colpi di pistola. Ma Herman non si è fermato: filmato da un balcone da una donna mentre grida “Allah Akhbar“, ha ucciso uno studente universitario che si trovava nelle vicinanze. Poi si è rifugiato in una scuola e ha preso in ostaggio una donna delle pulizie. Braccato dagli agenti, ha iniziato a sparare all’impazzata ferendone quattro, per poi essere ucciso.
Che fossero proprio gli agenti l’unico obiettivo di Herman, lo ha confermato la donna delle pulizie della scuola presa in ostaggio. La donna, Darifa, ha ripercorso quei momenti. Alla polizia ha raccontato che l’uomo le ha detto: “Ti faccio due domande: sei musulmana? Fai il ramadan?”. L’inserviente scolastica ha risposto di sì. Poi: “Non ti farò niente, voglio solo far cuocere un po’ quelli là fuori”, indicando la polizia.
La Procura, riferiscono i media locali, ha aperto un’inchiesta per terrorismo. Intanto l’università Haute Ecole dove doveva laurearsi il terzo giovane ucciso, che era stato accompagnato dalla madre in auto per consegnare la tesi di laurea, ha sospeso gli esami e le attività didattiche. Tre dei quattro agenti feriti sono ancora in ospedale. Uno è in pericolo di vita. Le due poliziotte uccise, invece, lasciano una due gemelle di 13 anni già orfane di padre e l’altra un figlio di 25 anni. La città di Liegi metterà le bandiere a mezz’asta e osserverà un minuto di silenzio per la giornata di oggi.
Cronaca
Liegi, “killer non era radicalizzato, ma in carcere dal 2003”. L’ostaggio: “Mi ha risparmiata perché sono musulmana”
Benjamin Herman, 31 anni, è nato nel paesino della birra trappista Rochefort e non aveva più più rapporti con la famiglia. Gli inquirenti, che indagano per terrorismo, hanno riferito che l'uomo era presente in tre dossier dell'intelligence. La donna delle pulizie presa in ostaggio: "Mi ha detto che non mi avrebbe fatto nulla, voleva 'solo far cuocere un po' quelli là fuori'"
Non era schedato come radicalizzato – a differenza di quanto ipotizzato in un primo momento – ma l’uomo che il 29 maggio ha seminato il terrore in centro a Liegi, uccidendo tre persone e ferendone quattro, era presente in modo indiretto in tre dossier dell’intelligence. Ed era in carcere già dal 2003. Il suo nome è Benjamin Herman, sostengono gli inquirenti, ha 31 anni ed è nato nel paesino della birra trappista Rochefort, senza più rapporti con la famiglia.
Secondo il ministro dell’Interno belga Jan Jambon, l’uomo aveva già ucciso la sera prima della strage: a 50 chilometri da Liegi, in una casa di Marche-en-Famenne, è stato trovato il corpo di Michael Wilmet, 30 anni, un ex detenuto che Herman conosceva. Come riportato dalla tv pubblica Rtbf, l’omicidio è avvenuto a colpi di martello e l’arma è stata poi ritrovata nell’auto di Herman a Liegi. Secondo il ministro della giustizia belga Koen Geens, però, niente lasciava immaginare che il 31enne potesse compiere una strage, perché era al suo 14esimo permesso carcerario finalizzato al reinserimento nella società. Il sospetto è quindi che si sia radicalizzato in cella.
“L’obiettivo dell’assassino era attaccare la polizia, perché è quello che ha fatto sin dall’inizio”, ha dichiarato il capo della polizia di Liegi Christian Beaupère. Nell’assalto, infatti, hanno perso la vita due poliziotte, colpite con un coltello alla schiena e poi finite a colpi di pistola. Ma Herman non si è fermato: filmato da un balcone da una donna mentre grida “Allah Akhbar“, ha ucciso uno studente universitario che si trovava nelle vicinanze. Poi si è rifugiato in una scuola e ha preso in ostaggio una donna delle pulizie. Braccato dagli agenti, ha iniziato a sparare all’impazzata ferendone quattro, per poi essere ucciso.
Che fossero proprio gli agenti l’unico obiettivo di Herman, lo ha confermato la donna delle pulizie della scuola presa in ostaggio. La donna, Darifa, ha ripercorso quei momenti. Alla polizia ha raccontato che l’uomo le ha detto: “Ti faccio due domande: sei musulmana? Fai il ramadan?”. L’inserviente scolastica ha risposto di sì. Poi: “Non ti farò niente, voglio solo far cuocere un po’ quelli là fuori”, indicando la polizia.
La Procura, riferiscono i media locali, ha aperto un’inchiesta per terrorismo. Intanto l’università Haute Ecole dove doveva laurearsi il terzo giovane ucciso, che era stato accompagnato dalla madre in auto per consegnare la tesi di laurea, ha sospeso gli esami e le attività didattiche. Tre dei quattro agenti feriti sono ancora in ospedale. Uno è in pericolo di vita. Le due poliziotte uccise, invece, lasciano una due gemelle di 13 anni già orfane di padre e l’altra un figlio di 25 anni. La città di Liegi metterà le bandiere a mezz’asta e osserverà un minuto di silenzio per la giornata di oggi.
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Roma, 24 dic. (Adnkronos) - SuperEnalotto, centrato oggi 24 dicembre un '5+1' a Veglie in provincia di Lecce che vince 627.284,27 euro. Alla prossima estrazione il jackpot a disposizione del '6' sarà di 49.9 milioni di euro.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente di oggi è 6-18-27-30-52-56. Numero Jolly: 83. Superstar: 80.
Palermo, 24 dic. (Adnkronos) - Il gip di Palermo Maria Cristina Sala ha convalidato il provvedimento di fermo e ha disposto gli arresti in carcere per Francesco Lupo, 30 anni, l'uomo accusato di avere sparato a un operaio della Reset davanti al cimitero dei Rotoli a Palermo. La vittima è ancora ricoverata in ospedale con la prognosi riservata.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "La visita di oggi al carcere di Regina Coeli ha confermato l’insostenibile stato di degrado in cui versa il nostro sistema penitenziario. L’istituto, che comprende sezioni fatiscenti e sovraffollate, è solo l’emblema di un problema che il Governo Meloni continua colpevolmente a ignorare”. Lo dichiarano gli esponenti di Italia Viva Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti e Luciano Nobili che oggi si sono recati in visita nell’istituto penitenziario romano.
"Chi varca le porte di un carcere, che sia un detenuto o un operatore penitenziario, entra in un luogo dove la dignità umana è costantemente calpestata. Celle sovraffollate, spazi inadeguati e condizioni di lavoro inaccettabili sono il frutto dell’immobilismo di un Governo che rifiuta di affrontare con serietà e responsabilità le gravi emergenze del sistema carcerario", proseguono.
"Il 26 dicembre Papa Francesco aprirà simbolicamente la “Porta della Speranza” a Rebibbia. Un gesto potente - sottolineano - che richiama l’attenzione sull’urgenza di restituire umanità e dignità a chi vive in carcere. Ci auguriamo che questo Governo si lasci finalmente “illuminare” da quel faro acceso dal Pontefice, rompendo il silenzio e l’indifferenza che lo hanno caratterizzato fino ad ora”.
(Adnkronos) - "Se il grado di civiltà di un Paese si misura osservando lo stato delle sue carceri, l’Italia, sotto il Governo Meloni, sta fallendo questa prova fondamentale. Serve un cambio di rotta immediato, con interventi concreti per garantire condizioni dignitose non solo a chi è privato della libertà, ma anche a chi, ogni giorno, lavora tra mille difficoltà. Noi continueremo a batterci affinché il nostro sistema carcerario diventi finalmente all’altezza di una Repubblica che si definisce democratica e civile. Il tempo delle scuse è finito: è ora di agire”, concludono gli esponenti di Iv.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Vasyl Nechet, capo, nominato dai russi, del consiglio di occupazione della città di Berdiansk, nell'oblast di Zaporizhia, è rimasto ferito dopo l'esplosione della sua auto. Lo ha riferito Suspilne, citando Mykola Matvienko, capo ad interim dell'amministrazione militare della città di Berdiansk. La causa dell'esplosione non è nota. L'auto di Nechet è esplosa in un cortile fuori da una casa. A seguito dell'esplosione, Nechet è stato ricoverato in ospedale, secondo il canale Telegram del movimento di resistenza femminile Zla Mavka. Le sue attuali condizioni non sono note.
La Russia ha occupato Berdiansk dall'inizio del 2022. La città si trova sul Mar d'Azov e funge da snodo di trasporto chiave per le autorità occupanti.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Il gruppo Nord ha colpito le formazioni di 14 brigate ucraine nella regione di confine di Kursk. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo, precisando che, "durante le operazioni offensive, le unità del gruppo di truppe Nord hanno sconfitto formazioni di una brigata meccanizzata pesante, cinque meccanizzate, tre brigate d'assalto aereo, una brigata marina e quattro brigate di difesa territoriale delle forze armate ucraine".
Inoltre - afferma ancora la nota ministeriale - i combattenti russi hanno respinto quattro contrattacchi da parte di gruppi d’assalto delle forze armate ucraine. L'aviazione e l'artiglieria hanno colpito il personale e l'equipaggiamento nemico nelle aree di nove insediamenti nella regione di Kursk e tre nella regione di Sumy. L'esercito russo continua a sconfiggere le formazioni delle forze armate ucraine che hanno invaso il territorio della regione di Kursk, ha sottolineato il Ministero della Difesa.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "I centri storici delle nostre città sono un patrimonio inestimabile, fatto di botteghe artigiane e non solo, che portano avanti tradizioni millenarie. Mestieri ed arti che si tramandano di padre in figlio e che rappresentano un fiore all'occhiello del nostro Paese. Forza Italia è sempre stata al fianco dei negozianti in questa battaglia grazie anche all'impegno e al sostegno di Maria Spena. Finalmente si dà loro pieno riconoscimento anche attraverso sostegni specifici, per far sì che tradizioni, mestieri ed arti non vadano dispersi, ma siamo promossi e rilanciati". Lo dice Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Mosca non sta chiudendo il suo confine con l'Estonia, né ha sottoposto i cittadini russi in possesso di passaporti Ue a un controllo più rigoroso all'ingresso. Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, aggiungendo che "i valichi di frontiera russi vicino al confine estone funzionano normalmente".
"L'Estonia sta diffondendo informazioni completamente inventate ai suoi cittadini, che stanno attualmente pianificando di visitare la Russia, tramite social e mass media, sostenendo che la Russia sta chiudendo i suoi confini. Anche le affermazioni secondo cui le guardie di frontiera russe stanno sottoponendo i russi con passaporti Ue a un controllo più rigoroso sono false", ha affermato la Zakharova in una dichiarazione pubblicata sul sito web del Ministero degli Esteri russo in risposta a un'inchiesta dei media.