Sono stati condannati a un anno e otto mesi di carcere, una pena più alta di quella chiesta dalla procura, i tre agenti della polizia municipale di Torino e il medico psichiatra a processo per la morte di Andrea Soldi, malato psichiatrico di 45 anni deceduto a Torino il 5 agosto 2015 nel corso di un trattamento sanitario obbligatorio. I quattro erano accusati di omicidio colposo. Nei loro confronti il sostituto procuratore Lisa Bergamasco aveva chiesto una pena di un anno e mezzo, ma il giudice Federica Florio ha deciso di dar loro due mesi in più. “La condanna c’è stata, ma non basta perché Andrea non tornerà più – ha affermato Cristina, sorella della vittima -. Questa deve essere una condanna morale affinché fatti così non avvengano più. I malati devono essere trattati con dignità”.
Quel 5 agosto Soldi era seduto su una panchina, la “sua” panchina, in piazza Umbria. Da mesi rifiutava di prendere i farmaci per tenere sotto controllo il suo disturbo, la schizofrenia paranoide. Per questo era stato richiesto da tempo un trattamento sanitario obbligatorio per fargli ricominciare le cure. Lui, però, non collaborava, forse in preda a una crisi paranoica. Così la procedura, secondo i testimoni che hanno assistito alla scena e secondo l’accusa, è stata forzata (ascolta l’audio): il 45enne è stato preso con un’eccessiva forza dai tre agenti, uno dei quali lo ha stretto al petto. Poi Soldi è stato ammanettato con le mani dietro la schiena e caricato su una barella a pancia in giù. Durante il trasporto in ospedale Soldi, che era anche sovrappeso, non riusciva a respirare bene per la posizione in cui stava e il medico, che aveva Soldi in cura da tre anni, e gli agenti non avrebbero fatto nulla per risolvere la situazione. “Per tre volte l’infermiera aveva chiesto di togliergli le manette – ha ricorda Cristina Soldi -. Quel Tso non era urgente e poteva essere rimandato”.
Il medico si è sempre detto infinitamente dispiaciuto e rattristato per quanto successo, mentre la famiglia di Soldi non ha mai ricevuto le scuse da parte dei tre agenti: “Sono stati degli arroganti sempre e comunque, prima e durante il processo”, ha detto Renato Soldi, padre di Andrea. Nei confronti dei quattro imputati la pena è sospesa e il giudice ha stabilito anche che non dovrà essere citata nel casellario. Dovranno però pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 220mila euro al padre e 75mila alla sorella, assistiti dall’avvocato Giovanni Maria Soldi, cugino della vittima. Gli avvocati Stefano Castrale, Gian Maria Nicastro, Gino Obert e Anna Ronfani meditano al ricorso in appello.