Dopo un quarto di secolo di onorata carriera, Fiat si accinge a ‘mettere il punto’ all’esistenza della Punto: salvo rocambolesche sorprese dell’ultima ora, sembra confermato che la piccola compatta torinese non avrà un futuro produttivo oltre la generazione attuale del modello, sulla breccia dal 2005 e prossimo al pensionamento. Lo stop alla linea di produzione della SATA di Melfi (PZ) è atteso nella prima metà di agosto. Non si tratta, tuttavia, di un fulmine a ciel sereno: l’ipotesi di definitiva dismissione della Punto aveva preso corpo concretamente già all’inizio dello scorso anno.
Oggi, a poche ore dalla presentazione del nuovo piano industriale quadriennale di FCA, manca solo l’ufficialità prima che venga suonato il “Silenzio” a una vettura che è stata venduta in oltre 9 milioni di esemplari. L’estinzione della Punto è, naturalmente, una questione di portafoglio: la fascia di mercato in cui compete, il cosiddetto ‘segmento B’, è “poco redditizio” e con “margini di guadagno ridottissimi”, spiegava lo scorso anno Alfredo Altavilla, Chief Operating Officer Emea di FCA. A luglio 2016, addirittura, Sergio Marchionne in persona aveva sostenuto che “la scelta di non rinnovare la Punto si era rivelata fortunata”.
Nonostante le avvisaglie della dipartita, il debutto della nuova Punto per il mercato brasiliano (che a quelle latitudini si chiama “Argo”) aveva riacceso le speranze per un aggiornamento dell’omologa europea: l’ipotesi era che la Argo potesse arrivare anche da noi, venendo eventualmente fabbricata in Polonia o Turchia e riposizionandosi in una categoria di mercato compresa fra il prodotto low-cost e quello generalista. Cioè immediatamente sotto la diretta concorrenza francese e tedesca, rispetto a cui avrebbe potuto avere un prezzo più competitivo.
Ma le ultime linee guida industriali di FCA – produrre in Italia auto premium dagli alti margini di guadagno e limitare al minimo i prodotti generalisti, assemblandoli all’estero – sembrano escludere la suddetta possibilità. Segno di una Fiat che, alla rincorsa dell’utile, sta cambiando identità, relegando al passato l’immagine di brand accessibile e assumendo una configurazione più radicale: alla fine del riassetto sopravvivranno, probabilmente, solo la Panda e la famiglia 500.
Alla Punto, quindi, non resterebbe che un meritato Picchetto d’Onore storico: il modello nacque nel 1993, mettendosi sulle spalle l’eredità diretta della Uno – venduta in 9,5 milioni di pezzi – e quella indiretta di mostri sacri come la 127 e la 850; auto di massa che hanno motorizzato il nostro Paese. Punto fu disegnata da Giorgetto Giugiaro e venne particolarmente apprezzata negli anni ’90. Nel 1994 alle due carrozzerie previste inizialmente, 3 e 5 porte, si aggiunse persino una variante cabrio realizzata per Fiat da Bertone.
La seconda generazione arrivò nel 1999, su disegno del Centro Stile Fiat, mentre la terza vide la luce nel 2005, con carrozzeria firmata dalla Italdesign di Giugiaro. Sulla stessa si basano anche le varianti attualmente a listino. Nel dettaglio della prima Fiat Punto sono stati prodotti 3,42 milioni di esemplari, della seconda 2,96 e, infine, 2,67 milioni don con la terza generazione. Riposi in pace.