A chiedere d'invalidare l'esito elettorale erano stati, a fine luglio del 2017, Giulio Zangheranti e Luigi Franceschini, due elettori che avevano presentato un ricorso al Tar. Alle amministrative, infatti, aveva partecipato anche la lista dei Fasci Italiani del Lavoro che, a loro giudizio, faceva riferimento, nel nome e nel simbolo, al disciolto Partito Fascista. I giudici gli hanno dato ragione
È un terremoto politico quello scatenato nel comune mantovano di Sermide e Felonica dalla sentenza del Consiglio di Stato. Con una decisione resa nota il 29 maggio i giudici hanno invalidato l’esito delle elezioni amministrative dell’11 giugno 2017. Decade, dunque, l’amministrazione in carica presieduta dal sindaco Mirco Bortesi e l’intero consiglio comunale.
A chiedere d’invalidare l’esito elettorale nel comune in provincia di Mantova erano stati, a fine luglio del 2017, Giulio Zangheranti e Luigi Franceschini, due elettori che avevano presentato, sostenuti da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, un ricorso al Tar. Il motivo? Alle elezioni aveva preso parte la lista dei Fasci Italiani del Lavoro che, a loro giudizio, non poteva farlo in quanto faceva riferimento, nel nome e nel simbolo, al disciolto Partito Fascista. La lista, a sorpresa, era stata in grado di raccogliere oltre il 10% dei voti (334) e di eleggere, per la prima volta, un consigliere comunale, Fiamma Negrini. La lista si era presentata alle urne, sempre a Sermide, in quattro occasioni dal 2002 in poi. Senza lasciare traccia. Stavolta, invece, quel 10 per cento ottenuto ha pesato anche dal punto di vista della visibilità mediatica.
Nel gennaio del 2018 il Tar si è pronunciato dichiarando illegittima la partecipazione del Movimento alle elezioni del giugno 2017 e facendo, di conseguenza, decadere dal ruolo di consigliere comunale Fiamma Negrini. Il Tar, infatti, aveva ravvisato elementi di illegittimità legati al simbolo e al nome del Movimento che si rifanno al Partito Fascista. Il Tribunale amministrativo regionale, però, non aveva riscontrato gli estremi per far dichiarare non valide le elezioni e far decadere il consiglio comunale e l’amministrazione in carica, poiché, a parere dei giudici amministrativi, i 334 voti raccolti dal Movimento dei Fasci non sarebbero stati sufficienti a sovvertire l’esito elettorale. Lo scarto fra la lista vincitrice e la seconda era di 286 voti, ma, secondo il Tar, non era possibile stabilire a chi sarebbero andati i voti ottenuti dai Fasci in assenza della lista poi esclusa. Era presumibile, sempre secondo i giudici amministrativi, che non tutti sarebbero andati a una sola lista fra quelle in competizione.
Contro la sentenza del Tar avevano fatto ricorso l’esclusa Fiamma Negrini e gli stessi due cittadini che l’avevano fatta decadere, i quali, però, chiedevano anche l’invalidazione dell’esito elettorale del giugno 2017. I giudici del Consiglio di Stato hanno respinto l’appello della Negrini e dei Fasci del Lavoro, che volevano essere riammessi nel consiglio comunale, mentre hanno accolto quello di Zangheranti e Franceschini. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, diversamente da quanto stabilito dal Tar, “l’incidenza totalmente invalidante dell’ammissione della lista dei Fasci – si legge in uno stralcio della sentenza riportato dalla Gazzetta di Mantova – comporta, per l’elevato numero di voti da essa conseguito, oltre il 10% dei voti validi espressi dal corpo elettorale del comune, l’annullamento delle intere operazioni elettorali svoltesi nel giugno 2017 e l’invalidazione della proclamazione di tutti gli eletti, sindaco e consiglieri comunali”.
Il sindaco Mirco Bortesi, della lista “Sermide e Felonica insieme alla luce del sole”, area centro sinistra, ha dichiarato che a suo parere lo Stato “ha sbagliato e adesso ci manda a casa. Sono dispiaciuto non tanto per me e per la mia giunta, ma per i cittadini. Avevano portato a termine molte opere e altre stavano per iniziare o erano in corso, ma ora si blocca tutto. Dispiace perché noi abbiamo vinto le elezioni regolarmente e con un buon margine sui secondi, ma ora ci dicono che non vale più. Eppure a sbagliare non siamo stati noi, ma la sottocommissione elettorale che aveva permesso al Movimento dei Fasci Italiani del Lavoro di partecipare alle elezioni (sottocommissione i cui membri erano stati revocati dal prefetto di Mantova, dopo il clamore mediatico della vicenda, ndr) . Io sono profondamente antifascista, ma quello che è successo è un paradosso. Episodi come questo non fanno che allontanare i cittadini dalla politica. Se mi ripresenterò alle elezioni? Devo ancora deciderlo”. Ora la prefettura nominerà un commissario con compiti di ordinaria amministrazione, che dovrà condurre il comune a nuove elezioni nella prima data utile per il voto.
Il prossimo 27 luglio, inoltre, nove persone appartenenti al Movimento dei Fasci Italiani del Lavoro, fra cui Fiamma Negrini e il padre Claudio, dovranno comparire davanti al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Mantova. Come ha raccontato ilfattoquotidiano.it, sono accusati di ricostituzione del disciolto partito fascista, violazione della legge Scelba e della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista. L’indagine, condotta dal procuratore capo Manuela Fasolato e dal pm Andrea Ranalli, aveva preso il via proprio dopo l’elezione nel consiglio comunale di Sermide e Felonica di Fiamma Negrini.