Cinema

Film in uscita, cosa vedere e cosa no: dall’imperdibile Lazzaro Felice a End of Justice con Denzel Washington

LAZZARO FELICE di Alice Rohrwacher, LA TRUFFA DEI LOGAN di Steven Soderbergh, END OF JUSTICE – NESSUNO è INNOCENTE di Dan Gilroy, THE STRANGERS di Johannes Roberts, ANNA di Charles-Olivier Michaud, L’ARTE DELLA FUGA di Brice Cauvin, RESINA di  Renzo Carbonera

di Anna Maria Pasetti e Davide Turrini

LA TRUFFA DEI LOGAN di Steven Soderbergh, con Channing Tatum, Adam Driver, Riley Keough, Katie Holmes, Hilary Swank, Daniel Craig. USA 2017. Durata: 119’. Voto 4/5 (AMP)

“Assomiglia a una versione più grezza di Ocean. Quella che puoi trovare sui blocchi di cemento nel cortile di casa”. Nessuno poteva sintetizzare meglio l’essenza de La truffa dei Logan del suo stesso regista. Perché Steven Soderbergh è ontologicamente sorprendente, anche quando fa il critico di se stesso. Il pasionario della Settima Arte più imprevedibile di Hollywood – un po’ in & off a seconda dei momenti – adotta la sceneggiatura dell’amica Rebecca Blunt e la dirige come fosse, appunto, un Ocean alla rovescia. Quanto di glamour e tecnologicamente avanzato trovavamo nei personaggi della famosa trilogia action-criminal, qui si ribalta in provinciale, sporco, difettoso se non disfunzionale. Logan è il cognome di tre fratelli della profonda provincia americana al confine tra il Nord Carolina e il West Virginia. Il disoccupato ma tuttofare Jimmy è zoppo, separato con una figlia piccola che lo adora, il barista Clyde è monco di un braccio perso combattendo in Iraq, e Mellie, fortunatamente tutta intera, ma che vive all’ombra dei fratelli lavorando da parrucchiera in un saloon di pettegole. Alla vigilia della tradizionale gara automobilistica Coca Cola 600 Jimmy decide che è il momento di dare una svolta alle casse di famiglia, mettendo a punto un piano per rapinare il caveau sottostante lo stadio. Immaginando la filmografia di Sodebergh quale una mappa di titoli creativamente interconnessi, La truffa dei Logan si posiziona nel quadrante della commedia pop (come appunto gli Ocean) con non poche incursioni nel grottesco, seppur mai ostentato. I protagonisti sono tutti freak, diversamente ossessivi, certamente marginali a qualunque forma di potere, totalmente genuini a prescindere dai rapporti più o meno limpidi con la legge. Il loro è l’universo che cantava John Denver – con una sua canzone infatti si apre il film –  si adattano a lavori umili o sopravvivono di mezzucci, sono residuali di un Paese che spesso li usa e poi li lascia al proprio destino. Se i personaggi degli Ocean s’illuminavano di bellezza, furbizia e coolness, i Logan e co. rivelano la loro stampa al negativo, ma portano con sé quale patrimonio positivo un’amabile umanità. La truffa dei Logan è infatti anche un film sulla fratellanza, sia di sangue che acquisita, ovvero sulla capacità di creare forme di collaborazione inizialmente opportunistiche che mutano in virtuose. Con questa commedia action-criminal irriverente ma in fondo anche un po’ nostalgica, l’America degli ultimi spicca il suo volo comico e “difettoso”, e a firmarla non poteva che essere il talentuoso “cine-cartografo” di Atlanta.

Film in uscita, cosa vedere e cosa no: dall’imperdibile Lazzaro Felice a End of Justice con Denzel Washington - 2/7
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