di Roberto Claudio Sormani
Avviso ai lettori: le opinioni espresse in questo post sono personali e non rappresentano necessariamente quelle dell’Associazione
Il governo è fatto e il Parlamento può finalmente lavorare. I diritti non hanno avuto spazio nel “contratto” di governo (e per fortuna, dati i contraenti) ma restano una priorità per chi ogni giorno viene bullizzato nelle scuole o per i bambini delle famiglie arcobaleno. Bisogni reali che reclamano una risposta e su cui il Movimento 5 stelle avrà il dovere di venire allo scoperto. Cosa pensa veramente?
Per ora non si sa. Quando chiesi ai candidati esteri di esprimersi sull’omogenitorialità, la reazione del M5s fu quasi unanime. Per sintetizzarla userò la risposta di uno dei candidati (che non nominerò per gentilezza): “Il ruolo dei parlamentari eletti col MoVimento consiste nell’attuazione delle linee stabilite dagli attivisti, non nella realizzazione di idee proprie o suggerite da gruppi esterni”. Ma un partito così grande non può avere come linea politica il #NoIdeeProprie e deve abbracciare un vero dibattito sui temi delle nostre esistenze.
Seguire la sindaca Chiara Appendino, per esempio, che ha riconosciuto i pieni diritti del figlio di una coppia di donne. Una scelta innovativa e doverosa per un corretto adempimento di leggi già esistenti nell’interesse dei bambini di coppie omosessuali. Appendino è stata d’esempio alla comunità che l’ha eletta e ha mostrato che si può essere “popolari” e inclusivi al tempo stesso.
Non sarebbe nemmeno la prima volta per il M5s. Quando Scalfarotto presentò il ddl contro l’omotransfobia, il gruppo parlamentare grillino lo sostenne accanto a Pd e Sel. Se poi il ddl naufragò, la responsabilità non fu certo del M5s ma di chi lasciò passare un emendamento dannoso anche per le minoranze etniche e religiose. Il M5s protestò con tanto di baci in bocca in aula. La stessa Monica Cirinnà, ospite di Wake Up Italia al Consolato di Londra, definì il testo uscito dalla Camera “una schifezza”. Per questo non se ne fece più niente. Ma era un’altra legislatura: ricominciamo dal testo originale e riportiamo insieme chi finora si era dichiarato favorevole.
Dotarsi di un’identità di valori servirà allo stesso M5s se non vuole essere schiacciato dall’abbraccio mortale degli alleati di governo. Lega e M5s, col tempo, potrebbero sembrare fin troppo simili agli elettori. Per differenziarsi sarà utile avvicinarsi alla società italiana, arrabbiata sì ma molto più progressista di molta politica, se oltre il 51% era favorevole ai matrimoni nel 2016, contro il 41% dei contrari.
Le mie due sorelle, in passato elettrici leghiste (ora non lo so e forse non lo voglio sapere), hanno accolto il mio coming out diventando vere alleate. Perché lasciare quest’elettorato anti-sistema a un partito omofobo e non conquistarlo con una visione meno patriarcale?
Non mi sfuggono le difficoltà di questo progetto.
La difficoltà di essere in un governo che ha assegnato la politica della famiglia a una persona che ha fatto dichiarazioni contro le famiglie omogenitoriali prima ancora di giurare fedeltà alla Costituzione (chissà se si è letto l’articolo 3…). La difficoltà di avere un ministro dell’Interno che probabilmente renderà la vita ancora più difficile ai richiedenti asilo, molti dei quali perseguitati come omosessuali.
La difficoltà di votare in Parlamento contro il proprio alleato. I precedenti, però, non mancano in altri governi di coalizione. Qui in Inghilterra i conservatori di Cameron si spaccarono sul matrimonio egualitario. Stessa cosa per la coalizione al governo in Germania meno di un anno fa. Per non parlare del divorzio, votato in Italia dal Parlamento contro la DC. Certo, la Lega si opporrebbe, ma potrebbe forse far cadere il governo dopo aver detto per anni che “ci sono altre priorità”? Sarebbe bizzarro, anche se ahimè non sorprendente.
La difficoltà vera è però quella di diventare un partito adulto. Il M5s ha costruito una coalizione nella società e le ha dato rappresentanza. Saprà usare questa egemonia per costruire una nuova visione dei valori degli italiani? Per essere non solo un megafono, ma anche una guida? Al momento non ne ha il coraggio. Ma noi tutti, come cittadini, meritiamo chiarezza sui valori di chi ci rappresenta e deciderà per noi.
Al M5s il compito di diventare un vero interlocutore della società civile. Alla società civile, e al movimento LGBT+ in particolare, il dovere di non lasciarsi abbattere dal realismo politico. Anche se parlare di omogenitorialità e matrimonio, oggi, sembra uno slancio di ottimismo, devono rimanere le nostre parole d’ordine. Oggi come ieri meritiamo l’uguaglianza. Oggi come ieri dobbiamo rivendicarla con gioia e orgoglio.