Il varo del governo Conte sembra rassicurare i mercati, anche se dopo il giuramento del nuovo esecutivo il rendimento dei titoli di Stato italiani ha ripreso lievemente a salire. Lo spread tra Btp e Bund, che negli scorsi giorni aveva sfondato il muro dei 300 punti tornando ai livelli del 2013, venerdì ha aperto in sensibile calo a 224, dopo aver già ripiegato a 241 in chiusura nella giornata di giovedì quando Lega e M5s sembravano ormai pronti alla stretta di mano finale. Durante la giornata il rendimento del titolo decennale italiano è sceso fino al 2,53%, con il differenziale rispetto ai titoli tedeschi che ha fatto segnare un altro minimo a quota 214. Dopo un picco a 243 punti, raggiunto in concomitanza con il giuramento del nuovo governo, lo spread ha chiuso a quota 239.
Simile l’andamento dei tassi d’interesse dei titoli di Stato italiani a scadenza biennale, che a mercati chiusi pagavano l’1%. In apertura il loro rendimento era sceso fino allo 0,6%, a dimostrazione che la percezione di un rischio a breve termine per la tenuta del debito italiano è diminuita. Il 29 maggio, nel pieno della crisi istituzionale, i titoli a due anni erano arrivati ad avere un rendimento del 2,7%.
Anche la Borsa, in apertura, aveva reagito positivamente alla formazione del nuovo governo, con Piazza Affari che era arrivata a toccare anche il +2,7%. L’avvio sprint di Milano, spinto dai titoli bancari, i più penalizzati dall’ondata di vendite degli ultimi giorni, si è poi ridotto gradualmente nel corso della giornata, con l’indice Ftse Mib che ha comunque chiuso a +1,49%. Bene anche gli altri listini europei, seppur con crescite più contenute: Londra sale dello 0,31%, Francoforte guadagna lo 0,95% e Parigi sale dell’1,19%.