Peter Bialobrzeski al lavoro, foto Alessandro Prinzivalle © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Michelangelo quando scolpì il Mosè o dipinse la Cappella Sistina non lo fece perché “c’ho un progetto”, ma perché il Papa glielo chiese (Chiesa/chiese) in qualità di committente. L’arte è stata per secoli una questione di committenze e se non era per la Chiesa era per sovrani, nobili e alto borghesi. Potere e denaro. Anche i massimi maestri, per i quali noi oggi affolliamo i musei o facciamo code nelle mostre temporanee, erano artisti al servizio di qualcuno.
Quel concetto di “creatività artistica” sembra molto distante, da questo punto di vista, rispetto a un oggi in cui la consideriamo (da poveri illusi) libera e anarcoide. Distante la è, ma forse ancora meno libera di allora, giacché le regole di mercato (e che mercato, quello dell’arte!) sono oggi ferree nel rispondere alla regola del profitto. I nuovi regnanti sono galleristi, collezionisti, critici o committenti commerciali.
Detto questo (torniamo così sul nostro terreno della fotografia), è interessante osservare l’operazione In piena luce. Nove fotografi interpretano i Musei Vaticani titolo di una mostra appena inaugurata nelle sale di Palazzo Reale a Milano (visibile fino al 1° luglio 2018 con ingresso gratuito) che rappresenta un momento, allo stesso tempo, di novità e di continuità. La continuità è proprio quella a cui abbiamo accennato, ovvero il ruolo storico della Chiesa come grande committente di opere d’arte.
La simbiosi tra la Chiesa e le immagini è da sempre funzionale a creare un immaginario che segna tutti noi, volenti o nolenti: ora si passa dalle tele e dagli affreschi alle fotografie.
La novità è che, per la prima volta, i Musei Vaticani decidono d’iniziare a collezionare fotografia e lo fanno commissionando (appunto) a nove grandi fotografi internazionali uno sguardo personale sui Musei Vaticani stessi. La Chiesa è committente e soggetto, esattamente come accadeva un tempo, ma lo fa con il linguaggio della contemporaneità. Naturalmente il risultato è lasciato allo stile e alla visione dei singoli autori, che si sono concentrati di volta in volta sulle opere esposte nei Musei Vaticani, sui visitatori, sulle architetture, sugli esterni, sugli interni e così via.
Insomma, si può dare una doppia e opposta lettura alla spinta verso una simile iniziativa: apertura ai nuovi linguaggi, doveroso ruolo mecenatistico nel finanziare e dunque essere motore della produzione artistica; oppure, di contro, usare la committenza per autocelebrarsi, come in fondo è sempre avvenuto.
Non sono e non voglio essere un critico, perciò non entro nel merito dei risultati ma osservo che, se coraggiosa voleva essere l’operazione, poteva esserlo fino in fondo convocando non solo nomi noti e affermati del panorama fotografico, ma anche qualche outsider di grande talento (ce ne sono in quantità e faticano a trovare interlocutori). Non possiamo non riscontrare che alcuni dei big hanno semplicemente applicato la loro “maniera” al tema assegnato, riproducendo ancora una volta se stessi e vendendo più che altro un marchio di fabbrica (autori che amo, però uffa! Che modo ripetitivo di essere un Martin Parr o un Mimmo Jodice).
Se parliamo di coraggio, di fotografia e di Chiesa allora preferisco ricordare un’altra incursione del Vaticano nel territorio delle “immagini fatte a macchina”, che in verità ha preceduto di qualche anno In piena luce: nel 2013 Città del Vaticano fu presente, per la prima volta, con un suo padiglione all’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia; a curarne i contenuti artistici monsignor Gianfranco Ravasi, il quale vi portò nientemeno che Josef Koudelka con un progetto espositivo strabiliante appositamente realizzato e dal titolo (già questo coraggioso) De-creazione.
Martin Parr – Vatican Museums, 2015. Visitatori fotografano il biglietto d’ingresso nella Stanza della Segnatura di Raffaello. Stampa fotografica, cm 51 x 76 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea, invv. 74348 Foto Martin Parr © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
In ogni caso, che la Chiesa si sia accorta di come la fotografia può essere un canale privilegiato per entrare in comunicazione con un certo tipo di target (e non uso a caso la terminologia del marketing) lo si era riscontrato anche in un recente discorso, molto intenso, rivolto da Papa Francesco ai giovani raccolti in uno stadio ad ascoltarlo, in cui il Sommo Pontefice citava inaspettatamente termini tecnici come photoshoppare, alta definizione, ritocco digitale, filtri colorati, eccetera.
Abbiamo iniziato parlando di Michelangelo; tra gli autori della mostra In piena luce a Bill Armstrong, il più fortunato o il più sfortunato secondo i punti di vista, è toccato l’arduo compito di porre il suo sguardo fotografico sulla Cappella Sistina. Una cosetta così. Unica via d’uscita, quella di partire per la tangente e allontanarsi quanto più possibile da qualsiasi cosa potesse apparire prevedibile, scontata, classica, rispettosa, timida, timorosa e timorata. Ecco, questa serie di foto è forse quella che più di altre ha colpito ma anche quella meno a immagine e somiglianza del committente.
Auguriamo dunque a chi amministra le cose della Fede (per il suo bene) molta fotografia “infedele”, perfino con qualche ombra accanto alla “piena luce”.
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Leonello Bertolucci
Fotografo
Cultura - 3 Giugno 2018
Vaticano, la Chiesa apre alla fotografia: mecenatismo o autocelebrazione?
Michelangelo quando scolpì il Mosè o dipinse la Cappella Sistina non lo fece perché “c’ho un progetto”, ma perché il Papa glielo chiese (Chiesa/chiese) in qualità di committente. L’arte è stata per secoli una questione di committenze e se non era per la Chiesa era per sovrani, nobili e alto borghesi. Potere e denaro. Anche i massimi maestri, per i quali noi oggi affolliamo i musei o facciamo code nelle mostre temporanee, erano artisti al servizio di qualcuno.
Quel concetto di “creatività artistica” sembra molto distante, da questo punto di vista, rispetto a un oggi in cui la consideriamo (da poveri illusi) libera e anarcoide. Distante la è, ma forse ancora meno libera di allora, giacché le regole di mercato (e che mercato, quello dell’arte!) sono oggi ferree nel rispondere alla regola del profitto. I nuovi regnanti sono galleristi, collezionisti, critici o committenti commerciali.
Detto questo (torniamo così sul nostro terreno della fotografia), è interessante osservare l’operazione In piena luce. Nove fotografi interpretano i Musei Vaticani titolo di una mostra appena inaugurata nelle sale di Palazzo Reale a Milano (visibile fino al 1° luglio 2018 con ingresso gratuito) che rappresenta un momento, allo stesso tempo, di novità e di continuità. La continuità è proprio quella a cui abbiamo accennato, ovvero il ruolo storico della Chiesa come grande committente di opere d’arte.
La simbiosi tra la Chiesa e le immagini è da sempre funzionale a creare un immaginario che segna tutti noi, volenti o nolenti: ora si passa dalle tele e dagli affreschi alle fotografie.
La novità è che, per la prima volta, i Musei Vaticani decidono d’iniziare a collezionare fotografia e lo fanno commissionando (appunto) a nove grandi fotografi internazionali uno sguardo personale sui Musei Vaticani stessi. La Chiesa è committente e soggetto, esattamente come accadeva un tempo, ma lo fa con il linguaggio della contemporaneità. Naturalmente il risultato è lasciato allo stile e alla visione dei singoli autori, che si sono concentrati di volta in volta sulle opere esposte nei Musei Vaticani, sui visitatori, sulle architetture, sugli esterni, sugli interni e così via.
Insomma, si può dare una doppia e opposta lettura alla spinta verso una simile iniziativa: apertura ai nuovi linguaggi, doveroso ruolo mecenatistico nel finanziare e dunque essere motore della produzione artistica; oppure, di contro, usare la committenza per autocelebrarsi, come in fondo è sempre avvenuto.
Non sono e non voglio essere un critico, perciò non entro nel merito dei risultati ma osservo che, se coraggiosa voleva essere l’operazione, poteva esserlo fino in fondo convocando non solo nomi noti e affermati del panorama fotografico, ma anche qualche outsider di grande talento (ce ne sono in quantità e faticano a trovare interlocutori). Non possiamo non riscontrare che alcuni dei big hanno semplicemente applicato la loro “maniera” al tema assegnato, riproducendo ancora una volta se stessi e vendendo più che altro un marchio di fabbrica (autori che amo, però uffa! Che modo ripetitivo di essere un Martin Parr o un Mimmo Jodice).
Se parliamo di coraggio, di fotografia e di Chiesa allora preferisco ricordare un’altra incursione del Vaticano nel territorio delle “immagini fatte a macchina”, che in verità ha preceduto di qualche anno In piena luce: nel 2013 Città del Vaticano fu presente, per la prima volta, con un suo padiglione all’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia; a curarne i contenuti artistici monsignor Gianfranco Ravasi, il quale vi portò nientemeno che Josef Koudelka con un progetto espositivo strabiliante appositamente realizzato e dal titolo (già questo coraggioso) De-creazione.
In ogni caso, che la Chiesa si sia accorta di come la fotografia può essere un canale privilegiato per entrare in comunicazione con un certo tipo di target (e non uso a caso la terminologia del marketing) lo si era riscontrato anche in un recente discorso, molto intenso, rivolto da Papa Francesco ai giovani raccolti in uno stadio ad ascoltarlo, in cui il Sommo Pontefice citava inaspettatamente termini tecnici come photoshoppare, alta definizione, ritocco digitale, filtri colorati, eccetera.
Abbiamo iniziato parlando di Michelangelo; tra gli autori della mostra In piena luce a Bill Armstrong, il più fortunato o il più sfortunato secondo i punti di vista, è toccato l’arduo compito di porre il suo sguardo fotografico sulla Cappella Sistina. Una cosetta così. Unica via d’uscita, quella di partire per la tangente e allontanarsi quanto più possibile da qualsiasi cosa potesse apparire prevedibile, scontata, classica, rispettosa, timida, timorosa e timorata. Ecco, questa serie di foto è forse quella che più di altre ha colpito ma anche quella meno a immagine e somiglianza del committente.
Auguriamo dunque a chi amministra le cose della Fede (per il suo bene) molta fotografia “infedele”, perfino con qualche ombra accanto alla “piena luce”.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.