Stando alla ricostruzione dell'accusa, l'allora primo cittadino intascò quella cifra da Luca Screti, proprietario della ditta appaltatrice Nubile, per sbloccare un appalto da 175 milioni di euro. Si tornerà in aula il 19 giugno prossimo quando dovrebbe essere emessa la sentenza. Consales finì ai domiciliari nel febbraio 2016. Nel frattempo è tornato a fare il giornalista
Cinque anni di reclusione per la presunta tangente da 30mila euro intascata in cambio dello sblocco di una pratica per l’attivazione dell’impianto di stoccaggio rifiuti. È quanto ha chiesto la procura di Brindisi a carico dell’ex sindaco Pd del capoluogo salentino, Cosimo Consales, imputato per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Stando alla ricostruzione dell’accusa, l’allora primo cittadino intascò quella cifra da Luca Screti, proprietario della ditta appaltatrice Nubile.
L’importo sarebbe servito a Consales per pagare in contanti un debito personale con Equitalia da circa 300mila euro. In cambio la Nubile avrebbe ottenuto facilitazioni illegali nell’avvio all’esercizio dell’impianto di biostabilizzazione di rifiuti e produzione Cdr e Css di Brindisi. Per Screti, il pm Giuseppe De Nozza ha chiesto la condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione mentre per la Nubile, imputata come persona giuridica, è stata chiesta una sanzione da 270mila euro. Il processo viene celebrato con rito abbreviato. Altri due imputati hanno scelto invece il rito ordinario. Si tornerà in aula davanti al gup Tea Verderosa il 19 giugno prossimo, data in cui sono previste le arringhe degli avvocati difensori di Consales e Screti, che decise di collaborare con il pubblico ministero dopo il suo arresto. Nella stessa giornata dovrebbe anche essere emessa la sentenza.
Consales e Screti furono arrestati nel 2016: il primo, che era in carica, fu posto ai domiciliari, l’altro in carcere. Eletto alle amministrative del 2012, Consales si era autosospeso dal Pd solo un anno dopo in seguito a un’inchiesta per concussione, truffa e abuso d’ufficio da cui era scaturito un procedimento per il quale è stato condannato in primo grado per il solo abuso d’ufficio. Il 6 febbraio di due anni fa, gli agenti della Digos bussarono alla sua porta chiudendo l’esperienza amministrativa. Il sindaco si è sempre difeso parlando di un “contributo elettorale” e di una “stupidaggine fatta”. Invece Screti, nel corso dei suoi colloqui con i pm, ha ammesso di aver pagato “perché senza quell’appalto la sua ditta sarebbe andata incontro al fallimento”.
“Quello era un appalto da 175 milioni di euro e io avrei intascato una tangente da 30mila euro? Sarei stato l’unico sindaco a fare una cosa del genere”, spiegò Consales in conferenza stampa dopo il suo ritorno in libertà. “Conosco Screti da molti anni, mi ha sostenuto e mi aveva promesso un contributo come avevano fatto altri. Non sono andato io a chiederlo – ha continuato – Screti, per il quale lavorava il commercialista che si stava occupando della mia vicenda con Equitalia, ma questo l’ho saputo dopo, mi disse: ‘Ti dovevo il contributo, ci penso io’. Accettare quei soldi dopo la mia elezione, è stata una stupidaggine. Questa è una mia chiara responsabilità”. Nel frattempo, come raccontato da Ilfattoquotidiano.it, Consales è tornato a svolgere la sua professione di giornalista, svolta nei 35 anni precedenti la sua elezione, su svariate tv e testate, Telenorba e Ansa le ultime. L’ex sindaco lavora per un sito, BrindisiTime.it, proprietà della sua compagna e di una delle sei persone che – per i pm – fece assumere dalla società Nubile.