Nella galleria di Demoni, poi, ci sono anche le disgrazie fortuite, il destino beffardo che all’improvviso decide di toglierti di mezzo. Così tra l’ischemia che coglie di ritorno da un Roma-Milan Antonio Cassano è la stessa saetta che proviene dall’infinito che quasi colpisce Marco Verratti. Il 6 aprile 2009 nel paesino di Manoppello, quando ancora il Paris Saint-Germain è lontana utopia, il ragazzino abruzzese viene travolto dal terremoto. “Da un secondo all’altro ho iniziato ad avvertire un getto d’aria sulla schiena e sulla nuca, tipo quella che esce dal phon quando si asciugano i capelli”, racconta nel libro il campione ex del Pescara. “Il mio letto aveva le ruote, così la mamma non faticava troppo quando doveva spostarlo per fare le pulizie, ha cominciato a viaggiare da una parte all’altra della stanza, con me sopra. Sbatteva su una parete, poi su un’altra, mi sentivo dentro un flipper. Volevo scendere però non sono riuscito, il terrore mi aveva paralizzato. Ogni muscolo prigioniero di chissà quale forza maligna, lo sguardo perso nel vuoto”.