Cucina

Anthony Bourdain, morto suicida il famoso chef

Aveva 61 anni. Secondo quanto riportato dalla CNN, Anthony si sarebbe tolto la vita venerdì. "È con enorme tristezza che confermiamo la morte del nostro amico e collega", si legge in un comunicato della rete

Anthony Bourdain, chef e scrittore newyorkese, è morto. Aveva 61 anni. Secondo quanto riportato dalla CNN, Bourdain si sarebbe tolto la vita venerdì 8 giugno. “È con enorme tristezza che confermiamo la morte del nostro amico e collega. Il suo grande amore per l’avventura, per le amicizie, per il buon cibo e il buon vino, le sue storie riconosciute in tutto il mondo hanno fatto di lui uno storyteller unico. Il suo talento non smetterà mai di appassionarci e ci mancherà davvero tanto”, si legge in un comunicato della catena televisiva. Sempre secondo la CNN, a trovare Anthony senza vita in una camera d’albergo in Francia è stato il suo amico, lo chef Eric Ripet.

Nato a New York City nel 1956 e cresciuto nel New Jersey, era editorialista dei principali quotidiani mondiali, dal New York Times al The Independent. Executive chef in un noto ristorante newyorkese, scrittore, conduttore giramondo di programmi tv, Bourdain si era inventato una narrazione in grado di unire cibo di strada e cucine stellate e lo aveva fatto qualcosa come diciassette anni fa. Sorriso sghembo e andatura stropicciata, sguardo furbo e prontezza di spirito cesellata dalla vita più che dal copione di un talent show, Bourdain stava girando nuove puntate del suo amatissimo programma, Parts Unknown, in onda sulla CNN e proprio per questo si trovava in Francia. Un episodio, quello ambientato ad Hong Kong, vede alla regia Asia Argento, con la quale Anthony aveva una relazione.

Le sue scorribande in giro per il mondo alla scoperta di cibo e culture sono negli occhi e nei ricordi di chiunque le abbia viste raccontate nei suoi programmi tv. Gli ingredienti, si tratti di No Reservations o di Parts Unkown, sempre quelli (d’altronde, la ricetta se l’era inventata lui): cibo e storie. Qualche birra, un modo di fare (e di vivere) da rockstar, un paio di aneddoti, una colonna sonora sempre scelta con gusto. Nel febbraio del 2016, a sedersi a tavola con Bourdain in una delle sue tappe era stato Barack ObamaDove? Ad Hanoi, Vietnam. “Non c’è posto migliore per intrattenere il presidente di un noodle shop a gestione familiare. Cena e birra a sei dollari. Credo che al presidente non capiti spesso di fare una cena così”, aveva commentato Anthony.

Una formula amata dal pubblico statunitense, quella dei programmi di chef Bourdain. A far iniziare tutto, Kitchen Confidential. Avventure gastronomiche a New York, il suo libro uscito nel 2000, che ha unito cucina e narrativa in un modo nuovo. Forse è proprio da lì che si è alzata l’onda lunga degli chef giramondo e chiacchieroni che oggi travolge la tv. “Avevamo la presunzione di essere i giovani scapestrati più istruiti e con più esperienza della città, e i nostri cuori erano pieni di speranza e di promesse di invidiabili imprese da realizzare. Pensavamo di essere i soli cuochi a New York che sapevano fare citazioni dal Larousse Gastronomique e dal Repertoire de la Cuisine, che conoscevano Vatel, Careme ed Escoffier, ed eravamo determinati a conseguire il loro stesso successo e la loro stessa fama. Sapevamo che non c’era nessuno all’orizzonte che potesse uguagliarci”. Da Kitchen Confidential, capitolo “Tempi Felici”.