Partire o non partire? Su questa questione di parvenza shakespeariana si divide attualmente una parte importante della comunità giovanile italiana. Silvia si mette dalla parte di tutti coloro che hanno optato per la prima scelta. Beninteso, non ha nulla in contrario con chi invece ha scelto di rimanere. Sono entrambe decisioni che richiedono all’individuo una certa dose di coraggio. Nonostante l’interesse per un’esperienza all’estero, per molti partire equivale a fare un salto nel buio. E di questo buio Silvia non nega l’esistenza, ma garantisce che potrebbe essere più spesso solo nella testa dell’individuo.

Mano a mano che si vive l’esperienza, il mondo circostante si dilata: la scoperta illumina una miriade di cose e di persone, sottraendo all’oscurità e all’ignoto oggetti, volti, persone, culture. Poco a poco si profila nella mente dell’avventuriero una dimensione fino ad allora del tutto vergine.

A quel punto, poco importa se questa nuova realtà sia migliore o peggiore di quella d’origine, ciò che conta ora è la pura conoscenza. Tutto viene messo in discussione cominciando da se stessi e dalla vera ragione della partenza. Lo Sve (Evs in inglese) è per Silvia un’ottima opportunità per tutti coloro che vogliono dare una svolta alla propria vita intraprendendo un’esperienza all’estero. Può essere una valida alternativa alla fuga organizzata in autonomia, soprattutto se non si dispongono delle finanze necessarie per iniziare il viaggio. Con lo Sve si parte soli, senza però esserlo veramente. L’associazione del Paese d’origine opera in sintonia con l’associazione ospitante estera (host organization).

L’avventura di Silvia è stato uno Sve di due mesi intitolato Come as you are. La sua attività è consistita nell’attivazione di un laboratorio artistico in un centro disabili di Sinop, piccola località affacciata sul Mar Nero. Obiettivo principale dell’intervento è stato quello di aiutare gli ospiti della struttura a sviluppare le loro abilità creative e manuali tramite la pittura e il disegno, ove possibile.

Ambientarsi a nuove situazioni, imparare a relazionarsi con la comunità locale e dimostrare le proprie capacità non è certo facile. Richiede umiltà, voglia di imparare, apertura verso il prossimo e la novità, volontà di mettersi in gioco e affrontare le difficoltà, oltre che una certa dose di diplomazia. Il tutto condito con santa pazienza. All’inizio del percorso è assai comune percepire la propria vita come azzerata e credere di dover riscrivere da capo la propria storia, incorrendo facilmente nel rischio di farsi scoraggiare da ostacoli e complessità. Indubbiamente, è un’attività che può presentare varie difficoltà, ma anche numerose agevolazioni.

In fondo, è proprio ciò che risulta difficile a rafforzare la personalità e rendere più valida l’esperienza in sé.

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