“Think different” esortava Steve Jobs ma mi chiedo se noi italiani siamo davvero così aperti alle nuove professioni che avanzano. Facciamo però un passettino indietro.
Ho avuto l’onore di partecipare al matrimonio di Filippa Lagerback e Daniele Bossari (love you all) che è stato straordinario, elegante, gioioso e curato in ogni particolare. Persino il divo pelosino di casa, ovvero il cane Whisky, è stato uno dei protagonisti dell’emozionante giornata: scodinzolante, affabile, vestito con un papillon da gran signore, ha seguito tutta la cerimonia accompagnato da una wedding dog sitter e ho trovato questa figura nuova, divertente e soprattutto molto utile.
A tal proposito mi è venuta in mente l’inglese Nat Garvey, che non era una che si occupava di cocker spaniel, ma di sex toys. Più precisamente, nel 2012 l’allora audace 24enne, diventò famosa perché fu la prima testeuse di giocattoli erotici. Nat, tutte le settimane, riceveva oggetti, li utilizzava, scriveva il suo rapportino che poi inoltrava al sex shop on line per cui lavorava. Il guadagno annuale era di circa 25mila sterline e fu selezionata – non chiediamoci come – dopo aver letto un annuncio di lavoro on line.
Gli anni passano, le ragazze che testano vibratori sgomitano pur di avere un gingillo gratis e Nat, a furia di provare, si sarà talmente stancata che sarà finita in un convento. Oppure la utilizzano come martello pneumatico. Ci faccia sapere, mi raccomando.
È vero che noi donne siamo multiorgasmiche come scrissi tempo fa ma, da pioniera del settore, ormai non è necessario provare su se stesse un articolo dedicato al benessere sessuale: le esperte capiscono subito, in base al materiale, alla silenziosità, al design, se un sex toy femminile è valido. Nel 2014 l’azienda londinese Hot Octopuss, specializzata in vibratori maschili di design, promosse sul suo sito la ricerca di candidati definiti ingegneri dell’orgasmo. Bisognava essere maggiorenni ed essere in grado di lavorare sotto stress. E ci credo, sennò, se tutto si affloscia bisogna ricominciare ed è uno sfinimento oltre che uno sbucciamento.
Non essendo dotate di puparuolo, come farà l’esercito di signorine/sex blogger a garantire e a suggerire un ottimo accessorio? I casi sono due: o ci si affida al proprio partner, che durante una serata in solitaire, prova fleshlight, cock rings, real dolls e poi redige la sua esperienza, oppure ci si informa sul web con estrema cura.
Incuriosita, ho cercato su Youtube e ho scoperto una miriade di bravi ragazzi, mediamente trentenni e soprattutto inglesi, che postano tutorial esplicativi sulle onacups (capsule per l’onanismo che riproducono l’interno della vulva o il suggere della bocca) senza cadere nel volgare, come se stessero spiegando un nuovo modello di cellulare. Divertente è anche il video in cui un gruppo di uomini abbastanza scettici, si prestano a sperimentare l’orgasmo – alternativo – tramite varie tipologie di sex toys.
E gli italiani? Zero. Se cliccate “sex toys uomo recensioni”, solo una sfilza di demo di signore, signorine e sex shops. Quindi, uomini, se siete disoccupati, audaci, creativi, giocosi e garbati, perché non iniziate voi che qui in Italia siamo ancora al Medio Evo? D’altra parte, anni fa dog sitter, wedding planner, personal shopper, sensual coach venivano derise. Ma noi siamo coraggiose e differenti. Steve insegna.
Mi trovate anche sul sito www.sensualcoach.it