Aboubakar Soumahoro è un dirigente sindacale italo-ivoriano della USB: 38 anni, laureato in sociologia, è balzato agli onori delle cronache per il suo commovente e appassionato discorso in memoria dell’amico Soumayla Sacko, il giovane maliano, anch’egli sindacalista, barbaramente ucciso in Calabria nei giorni scorsi con un colpo di fucile alla testa. Ospite di Diego Bianchi nella trasmissione Propaganda Live, su La7, le parole di Soumahoro ieri sera hanno infiammato il web. “Per la sinistra e per il sindacato c’è ancora speranza”, è stato il commento quasi unanime degli internauti. Il portavoce dei Lavoratori Agricoli ha esordito citando il sindacalista Giuseppe Di Vittorio: “Se lui vivesse ancora, sarebbe con noi per rivendicare uguale lavoro, uguale salario. Come diceva lo stesso Di Vittorio, non si toglie mai il cappello davanti a un padrone”. Soumahoro ha menzionato il suo incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico, e ha puntualizzato: “Il governo deve tener conto di una cosa: laddove le persone sono costrette a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati, indipendentemente dal pezzo di carta che hanno in tasca o dalla loro provenienza geografica. Abbiamo chiesto di incontrare il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e siamo ancora in attesa di una risposta” – ha continuato – “Il motivo della nostra richiesta è semplice: noi di fronte abbiamo dei lavoratori, non abbiamo bisogno di sentirci dire che è finita la pacchia (frase del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ndr). Noi non abbiamo mai conosciuto questa pacchia. Il ministro del Lavoro si deve esprimere sulla condizione di questi lavoratori, sul loro sfruttamento, sul caporalato e sull’assenza di ispettori del lavoro in quei territori. Bisogna cominciare a parlare delle condizioni dei lavoratori e dei braccianti, e non solo di quelli migranti”. Alla domanda di Zoro, che gli ha chiesto dove avesse fallito la sinistra, Soumahoro ha risposto: “Mi verrebbe da rispondere: cosa è la sinistra oggi? Quelle situazioni viste oggi in Calabria sono già accadute. E si sono alternate politiche che hanno ridotto quel territorio a quelle condizioni di impoverimento e di saccheggio. Sul tema migranti, esiste una cultura che ha accompagnato norme e leggi, come la Bossi Fini e la Turco Napolitano, e cioè la cultura della ghettizzazione legislativa e sociale e della persecuzione del diverso, arrivando alla caccia alle streghe”. E ha aggiunto: “Se mi chiedi cosa è oggi la sinistra, ti rispondo che nel campo dell’immigrazione ha avuto le stesse identiche politiche del centrodestra. Se mi chiedi cosa è oggi la sinistra sul piano della redistribuzione della ricchezza, basta rivolgere la stessa domanda ai giovani. E ti rispondono che la sinistra ha fatto le medesime politiche del centrodestra. L’Europa non può imporre le politiche di austerity e contemporaneamente continuare a dire che c’è bisogno di dare ricchezza alle persone” – ha proseguito – “E’ una sinistra che non è in grado di essere presente in quei luoghi, che non riesce a dare dignità e prospettive, che approva norme come l’alternanza scuola-lavoro, che fa norme come la Minniti-Orlando. Prendi l’attuale ministro dell’Interno e prendi Minniti: chiedi a loro cosa sia la sinistra. La sinistra non c’è. Va ricostruita a partire dai luoghi e dalle contraddizioni sociali, mettendo insieme soggetti diversi che non devono entrare in guerra tra di loro, ma devono essere accompagnati dai bisogni comuni. Bisogna partire dalle periferie, dalle aree rurali, da quei luoghi sperduti sui quali i riflettori non si accendono, fin quando un lavoratore e sindacalista non viene fucilato. La sinistra cosa è se non c’è in quei luoghi?”