“L’intero mondo sta guardando a questo storico summit”, ha detto il leader nordcoreano Kim Jong-un, dopo il suo arrivo a Singapore per il faccia a faccia di martedì con il presidente Usa Donald Trump. Il leader nordcoreano ha poi incontrato il premier di Singapore Lee Hsien Loong. Se il meeting si rivelerà un successo, ha aggiunto Kim, “questo momento a Singapore passerà alla storia“. “Grazie per essere venuto a Singapore e grazie per aver chiesto che il summit si tenesse qui”, ha replicato Lee, che ha evidenziato l’impegno profuso dal popolo coreano: “Abbiamo visto gli sforzi, i sacrifici e i progressi”.
Poche ore dopo è arrivato anche il presidente Trump, atterrato alla Paya Lebar Air Base, nella zona centro-orientale dell’isola dopo un volo di circa 17 ore dal Canada dove il tycoon ha partecipato al summit G7. Il tycoon è stato accolto dal ministro degli Esteri Vivian Balakrishnan, prima di salutare gli altri funzionari e di salire sulla “beast”, la macchina presidenziale. Il corteo, fatto di diverse decine di mezzi tra security e auto della corposa delegazione al seguito (i media locali hanno parlato di 50 veicoli), si è diretto verso l’hotel Shangri-La dove alloggia Trump.
Singapore spenderà circa 15 milioni di dollari per organizzare lo storico summit in programma martedì. Una somma frutto soprattutto della misure di sicurezza portate ai massimi livelli: rafforzata la presenza della polizia, i posti di blocco e le barriere di cemento poste a protezione delle “aree di evento speciale”. In particolare il Capella Hotel di Sentosa, lussuoso campo neutro nel quale si confronteranno Trump e Kim sulla denuclearizzazione, è una struttura cinque stelle con 112 stanze che fa parte del Pontiac Land Group controllata dalla ricchissima famiglia Kwee. Ed è stato trasformato in un bunker, dove “sicurezza e privacy sono la priorità assoluta”.
Che l’attenzione alla sicurezza sia altissima lo dimostra anche lo stratagemma usato da Kim Jong-un per raggiungere Singapore. Il leader nordcoreano è arrivato a bordo dell’aereo privato di Air China, un Boeing 747-4J6 partito da Pyongyang e usato dal governo cinese per il trasporto dei funzionari di governo, incluso il presidente Xi Jinping. L’aereo cinese è stato “tracciato” da Flightradar24, sito specializzato nella rilevazione e nel monitoraggio delle rotte aeree, rafforzando le voci della vigilia secondo cui il leader aveva preferito un aereo più nuovo e affidabile rispetto agli Ilyushin di fabbricazione sovietica.
Da Pyongyang, secondo Flightradar24, sono partiti tre aerei: il Boeing 747, il “Chammae-1” (l’Ilyushin-62 personale del leader) e l’Ilyushin-76 cargo, un semi cargo. Il Boeing, giunto a Pyongyang da Pechino, ha cambiato numero di volo da Ca122 a Ca61, segnalando la rotta per Singapore. Se Kim, tra vari depistaggi, è già atterrato, l’Air Force One di Trump è atteso invece nel pomeriggio di domenica alla Paya Lebar Air Base, nella zona centro-orientale dell’isola, dopo un volo di circa 17 ore dal Canada dove si è tenuto il summit G7.
I siti “protetti” sono quelli che, tra gli altri, includono il Capella Hotel sull’isola di Sentosa, designato appunto per il summit, ma anche gli hotel Shangri-La e St. Regis Hotel dove alloggeranno rispettivamente Trump e Kim. Il Capella Hotel dispone di spazi per 2000 metri quadrati da destinare a meeting di ogni tipo, compreso quello – evidentemente – che riunirà allo stesso tavolo il presidente degli Stati Uniti e il leader nordcoreano, per la prima volta impegnati faccia a faccia per discutere la denuclearizzazione della penisola. Il costo di tutto il vertici verrà sostenuto da Singapore, come ha chiarito il premier Lee Hsien Loong, specificando che “è una somma che siamo felici di pagare”.
Mentre i preparativi per la sicurezza si intensificano, in alcune zone della città stanno accogliendo i due leader in modo più pittoresco, posizionando mazzi di fiori in cannoni di epoca coloniale sull’isola di Sentosa, ex fortezza militare. I mazzi di fiori, che comprendono gigli bianchi, gerbere rosa e olive, sono stati inseriti nei barili di circa 60 cannoni che punteggiano la periferia dell’isola al largo “come un gesto simbolico di pace in onore del vertice”.