I pentastellati al secondo turno nella città del "Pizzarotti romano" ma piangono in tutto il resto del litorale. Sconfitta senza appello a Fiumicino, ma anche ad Anzio e Velletri. A Sacrofano, nel covo che era di Massimo Carminati, i cittadini hanno bocciato l’ex missino Tommaso Luzzi, che con il “samurai” di Suburra aveva più di un contatto. Boom della Lega ad Aprilia
L’aspirante “nuovo Pizzarotti”, Fabio Fucci, fuori dal ballottaggio a Pomezia. Comune dove il M5S (quello ufficiale) ottiene l’unico risultato di rilievo a fare da contraltare a una serie di sconfitte impensabili alla vigilia, specie sul litorale romano. E poi c’è il caso di Anagni, centro ciociaro a pochi chilometri da Roma dove ci sarà un ballottaggio “nero-blu” fra il candidato del centrodestra in quota Forza Italia (ma appoggiatissimo da Fdi e Lega) e quello di Casapound (la coalizione sfonda quota 20%). Quindi Sacrofano, nel covo che era di Massimo Carminati, dove i cittadini hanno bocciato l’ex missino Tommaso Luzzi – che con il “samurai” di Suburra aveva più di un contatto – Alla fine, l’unico a rispettare davvero il pronostico è stato Vittorio Sgarbi, nuovo sindaco di Sutri, a metà strada fra Roma e Viterbo.
PROVINCIA DI ROMA: FLOP FUCCI, MA ARRETRA IL M5S – Fuori dai confini capitolini, l’osservata speciale era Pomezia, dove l’ex grillino Fabio Fucci puntava a ricandidarsi contro i diktat pentastellati sul numero di mandati e forte di una narrazione positiva sul suo operato. Non la pensavano così i cittadini pometini, che l’hanno bocciato, seppur d’un soffio. Mentre i siti locali già sognavano il derby al secondo turno, le ultime sezioni hanno decretato che al ballottaggio andranno il candidato M5S, Adriano Zuccalà, con il 28,70% e quello del centrodestra (a spinta leghista), Pietro Matarese, con il 25,38%. Fucci e il suo progetto civico, invece, si sono fermati al 23,47%, con serie ripercussioni sui futuri sogni di gloria del “Pizzarotti romano”. Se il M5S brinda a Pomezia, piange in tutto il resto del litorale. Sconfitta senza appello a Fiumicino, dove la candidata Fabiola Velli aveva ospitato diversi comizi di Luigi Di Maio e degli altri big pentastellati. Il comune aeroportuale, invece, sceglie l’usato sicuro e si consegna a uno fra il dem Esterino Montino (39,03%) e l’ex senatore Udc, Mario Baccini (27,70%). Il “cambiamento”, insomma, non attecchisce, dato che il quotato leghista William De Vecchis arriva terzo con il 20,73% e Velli, appunto, ottiene di poco la doppia cifra (11,98%). Nel quadrante la crisi grillina appare profonda. Pentastellati poco più che pervenuti anche ad Anzio, dove Rita Pollastrini si ferma al 14,25 e non evita la vittoria al primo turno dell’ex senatore di An Candido De Angelis (55,21%). A Velletri lo scrutinio non è finito ma si sa già che Paolo Trenta – fratello del ministro Elisabetta – al massimo arriverà terzo (al ballottaggio vanno Orlando Pocci, zingarettiano, e Giorgio Greci, leghista) di poco sopra il 10%. A Santa Marinella, il generale Francesco Settanni viene staccato dall’ex diessino, Pietro Tidei, e dal leghista Bruno Ricci.
ANAGNI NERA, CASAPOUND CI PROVA – Risultato clamoroso in Ciociaria. Ad Anagni, sarà derby di destra fra Daniele Natalia (vicino al forzista Antonio Tajani) e Daniele Tasca, di CasaPound. Il primo, che parte da un rassicurante 39,42%, dovrebbe farcela, anche grazie al 16% guadagnato dalle sommatorie di Lega e Fdi; ma che la città dello schiaffo conservi una storica anima nera – fu feudo della Dc ciarrapichiana e poi di “batman” Fiorito – lo conferma il 20,57% ottenuto da Daniele Tasca che ha spinto la lista della tartaruga al 5,62%. Al secondo turno, si sa, si ricomincia da zero e tutto può accadere. I“fascisti del terzo millennio” sognano una nuova Lucca e i vertici nazionali si stanno già preparando a 15 giorni di campagna elettorale attiva. Sempre in Ciociaria, proprio Tajani e il suo candidato Franco Collalti crollano a Ferentino, dove il dem Antonio Pompeo sfonda con il 65,58% dei voti, riscattandosi rispetto a un establishment di sinistra che lo ha sempre guardato con diffidenza, in una città dove l’ex deputato Francesco Scalia aveva sempre dettato i ritmi della coalizione.
SGARBI PASSA A SUTRI, VITERBO CON SORPRESA – L’altro osservato speciale nel Lazio era Vittorio Sgarbi. Nella piccola Sutri, centro di pochi abitanti ma ricco di storia e cultura, il Rinascimento del critico d’arte televisivo ottiene il 58,79% in quello che era diventato una specie di referendum su se stesso: niente da fare per Lillo Di Mauro, che farà opposizione con il 41,20%. Nota di colore. Su Facebook esultano i tifosi della Lazio, visto che proprio Sgarbi tempo fa si era speso mediaticamente per la “par condicio” calcistica e la realizzazione di uno stadio per il club biancoceleste: hai visto mai che nelle campagne della Tuscia… Politicamente molto più importanti le elezioni a Viterbo, unico capoluogo al voto: al ballottaggio il favoritissimo candidato del centrodestra unito, Giovanni Maria Arena (40,22%) contro – a sorpresa – l’esponente civica Chiara Frontini, che con il suo 17,55% ha avuto la meglio sullo spezzatino di centrosinistra. Non pervenuto (ma si sapeva) il M5s, fermo al 6,71% con Massimo Erbetti.
LE ALTRE: BENE IL CENTRODESTRA – Boom della Lega ad Aprilia – in provincia di Latina ma molto “romana” – dove Domenico Vulcano va al ballottaggio col civico Antonio Terra. Super destra anche a Cisterna di Latina, con Mauro Carturan che vince al primo turno (50,1%) grazie agli exploit di Lega e Fdi e a Formia, dove ci sarà il secondo turno fra Cardillo Cupo (centrodestra) e Paola Villa (civica).