Cronaca

Foggia, pistolettate nel video rap ‘Mafia’ girato nel paese sciolto per infiltrazioni: perquisizioni per trovare l’arma

Entra nel vivo l'indagine di polizia e carabinieri, dopo la pubblicazione su Youtube del video musicale del rapper italo tedesco Eazy Patrino girato a Mattinata, comune sciolto per mafia a marzo. Nel videoclip, in lingua franco-algerina, si parla di mafia e vengono sparati due colpi di pistola in aria

Perquisizioni, posti di controllo e verifiche in esercizi commerciali a Mattinata, in provincia di Foggia. Entra nel vivo l’indagine di polizia e carabinieri, dopo la pubblicazione su Youtube del video musicale del rapper italo tedesco Eazy Patrino dal titolo Mafia. Nel videoclip, in lingua franco-algerina, si parla di mafia e vengono sparati due colpi di pistola in aria. C’è poi un uomo pregiudicato, Gianfranco Prencipe, genero di un ex politico locale, che impugna una pistola (che gli investigatori stanno cercando) e simula l’inserimento del colpo in canna.

I controlli degli investigatori tendono a verificare se l’arma sia vera e se il testo della canzone, che viene tradotto in queste ore da un interprete, sia una sorta di inno alla criminalità organizzata. L’indagine è tesa a ritrovare l’arma usata nel video per verificare se sia vera e quindi se il rapper, figlio di un foggiano immigrato in Germania, abbia esploso davvero due proiettili in aria.

Prencipe è cugino del pluripregiudicato Francesco Notarangelo legato al clan Romito. La sorella, invece, è stata assunta dal Comune di Mattinata come agente di polizia locale a tempo determinato, episodio quest’ultimo citato nella relazione che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose deciso lo scorso marzo dal Consiglio dei ministri.

Nella relazione del prefetto, pubblicata da Ilfattoquotidiano.it, si raccontano decine di episodi che proverebbero le infiltrazioni: dall’azienda del genero di un noto pregiudicato che aveva “addirittura provveduto a trasportare le schede in prefettura” nel giorno del referendum costituzionale fino agli interventi di valorizzazione turistico-ricreativa del bosco Vergone del Lupo, un posto incontaminato del Gargano famoso per i maestosi alberi di leccio.

Vennero affidati a una cooperativa il cui presidente è lo zio di Francesco Quitadamo, ritenuto legato al clan Romito, tra i più influenti della mafia garganica e capeggiato fino allo scorso agoso da Mario Luciano Romitoprimo obiettivo dei sicari che ad agosto 2017 uccisero 4 persone – tra cui due innocenti – nella strage di San Marco in Lamis.