I managere della società torinese del trasporto pubblico locale erano indagati per falso in bilancio per i cosiddetti "disallineamenti" fra i conti dell’azienda e quelli del Comune
La Procura di Torino ha chiesto l’archiviazione nei confronti di amministratori e sindaci Gtt, società torinese del trasporto pubblico locale, indagati per falso in bilancio per i cosiddetti “disallineamenti” fra i conti dell’azienda e quelli del Comune di Torino. Lo rende noto il procuratore Armando Spataro (nella foto), precisando in un comunicato che per sei indagati è stata ritenuta l’estraneità ai fatti. Per gli altri tre indagati, invece, la richiesta è stata formulata in ragione dell’insussistenza dell’elemento soggettivo richiesto per il delitto di falso contabile.
L’accusa riguardava, in particolare, la scelta di applicare ai crediti vantati da Gtt nei confronti dell’amministrazione comunale un nuovo tasso di interesse, più alto rispetto a quello concordato in origine. Il nuovo tasso era stato applicato anche ai crediti sorti in precedenza. In questo modo si determinava un “artificiale miglioramento – spiega Spataro nella nota – dello stato patrimoniale, economico e finanziario di Gtt”. Nel bilancio Gtt, spiega ancora la Procura, non figurava alcun riferimento all’origine del credito, non comunicato o comunque non formalmente accettato dall’amministrazione comunale. Le ulteriori indagini hanno però consentito di evidenziare come gli indagati “ben potessero ritenere che il Comune di Torino avesse riconosciuto come fondata e legittima la pretesa della società partecipata di vantare il citato ulteriore credito, con conseguente pagamento del relativo debito“. Per il Comune di Torino, inoltre, l’approvazione del bilancio non ha significato il riconoscimento dei crediti in essi iscritti e che Gtt pretendeva di vantare verso il Comune stesso. La Procura, tuttavia, “ritiene non si possa far carico, quanto meno con riferimento alla vicenda oggetto del presente procedimento, agli odierni indagati – conclude la Procura – fermo restando l’ovvio rispetto per le future determinazioni del giudice competente”.