Ci sono più di 123 minori su Aquarius. Sos Mediterranée parla anche di sette donne incinte tra gli oltre 600 migranti soccorsi al largo della Libia poche ore fa. E una decina di bambini piccoli. Disidratati. Alcuni ragazzi riportano ustioni “da carburante”. Non hanno abbastanza cibo. La nave dovrebbe arrivare al porto di Valencia “verso la fine della settimana”, secondo l’agenzia spagnola Efe. Non è arrivata in Italia: è respinta al grido di “chiudiamo i porti”. Il vicepremier Matteo Salvini gioisce e grida alla vittoria, il ministro Danilo Toninelli plaude a Salvini, proprio come Marine Le Pen.
VITTORIA!
629 immigrati a bordo della nave Aquarius in direzione #Spagna, primo obiettivo raggiunto! #chiudiamoiporti pic.twitter.com/dNmLyNRaVo— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 11 giugno 2018
Adesso le 629 persone sono ancora su Aquarius, in mare. Con i volontari che hanno recuperato alcuni di questi ragazzi al buio, in acqua. Sono in balia delle onde. In questi fatti, in questi porti chiusi, nel sparare cifre a casaccio, ipotesi e metri quadri per vite umane, con i presunti calcoli sul guadagno dall’accoglienza, non c’è nessuna politica di regolamentazione del flusso migratorio. Nessuna politica per gestisce l’accoglienza. Né un piano. Né un progetto. Non è più favorevoli o contrari all’immigrato: è questione di umanità. Di carità cristiana, per chi è cristiano.
C’è emergenza umanitaria e politica. Perché non c’è una scelta pensata, ma una strategia; un modo per rispondere subito, in modo forte, a effetto, a un elettorato che ha aspettative altissime verso il governo gialloverde. È una partita difficilissima, quella che si è giocata nelle ultime ore e che è ancora in corso. Peccato che sia una partita, appunto, per molti, e non un’emergenza come in realtà è.
Eppure i politicanti e gli aspiranti politologi non fanno altro: giocano. Gli analisti improvvisati si dedicano a ipotesi improbabili sui social, replicando a chi dissente con arroganza e totale assenza di umanità. Come hanno fatto con il presidente di Emergency Gino Strada, sul quale sono state vomitate centinaia di critiche e altrettante offese per aver criticato la chiusura dei porti. Quello stesso Gino Strada che i 5 Stelle avrebbero voluto tra i candidati alla presidenza della Repubblica. Che se dissente però diventa da condannare.
L’umanità che manca è la vera emergenza in Italia in queste ore. E lo è anche l’incapacità di analizzare una situazione in cui la politica, adesso, smette di essere al centro anche se i sostenitori dei gialloverdi ce la vogliono infilare per forza. A togliere la politica dai riflettori ci aveva pensato, sebbene per pochi secondi, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che aveva manifestato la sua apertura all’Aquarius. Nogarin però dopo qualche minuto aveva rimosso il post perché non in linea con il suo partito. Anche lui si era fatto prendere la mano dall’umanità, tralasciando la politica. Brutta bestia, eh? Eppure è quello che manca, l’umanità. Perché non c’è politica, né vittoria politica che tenga (caro Salvini, è un annuncio di vittoria a brevissimo termine, il tuo) se ci sono di mezzo delle vite. Non in questo caso. In questo brutto, vergognoso, indegno, caso di disumanità.