Il proscioglimento per Sala, già a processo per falso, era stato deciso dal gup Giovanna Campanile, lo scorso 29 marzo. Secondo i sostituti pg di Milano Vincenzo Calia e Massimo Gaballo il primo cittadino avrebbe travalicato i limiti dei suoi poteri di deroga
La Procura generale di Milano ha depositato alla Corte d’Appello il ricorso contro il proscioglimento del sindaco di Milano ed ex commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, per l’accusa di abuso d’ufficio per l’affidamento diretto, senza gara, alla Mantovani spa della fornitura di 6mila alberi. Il proscioglimento per Sala, già a processo per falso, era stato deciso dal gup Giovanna Campanile, lo scorso 29 marzo. La Corte d’appello dovrà decidere se confermarlo o rinviare a giudizio il sindaco. Il giudice aveva motivato il proscioglimento scrivendo che non c’era stata “nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto” e non si può ravvisare alcuna violazione perché l’operato del primo cittadino “ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda” di Expo in relazione “alla questione delle essenze arboree”.
In un passaggio delle motivazioni del provvedimento il giudice “reputa che anche ove si voglia sostenere che Sala abbia operato nella pura veste di amministratore delegato” di Expo “e non già, come preferibile, di Commissario Unico, non può ravvisarsi alcuna violazione” della legge “poiché il suo operato ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda, coinvolto nella questione del essenze arboree sin dal fallimento” di un primo bando “e consapevole e partecipe di tutti gli sviluppi e decisioni a riguardo”.
“In sintesi – si legge ancora nelle motivazioni – nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa ha trovato alcuna conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto e, pertanto, non si ritiene utile l’esperimento della fase dibattimentale che nulla potrebbe aggiungere o immutare a queste conclusioni, data la completezza delle indagini che induce a escludere l’emersione di nuovi e contrari elementi di prova. Spetta quindi a questo giudice di dichiarare il non luogo a procedere nei confronti dell’ingegner Paris e del dottor Sala perché il fatto non sussiste“.
Secondo i sostituti pg di Milano Vincenzo Calia e Massimo Gaballo Sala, ex ad di Expo, ha travalicato i limiti dei suoi poteri di deroga (che aveva essendo anche commissario unico per l’Esposizione Universale) applicando in maniera impropria quei poteri quando ha deciso nel 2013 di affidare direttamente, senza una gara, la fornitura di 6mila alberi per arredare il sito espositivo alla Mantovani spa, che aveva vinto anche la gara per la Piastra dei Servizi. In sostanza, Sala con quell’assegnazione diretta avrebbe violato l’articolo 57 del Codice degli appalti, che prevede già delle deroghe, perché avrebbe applicato la deroga prevista per i servizi ad una fornitura. Una sorta di “deroga della deroga” messa in atto, secondo i pg, violando la normativa italiana ed europea in materia. I pg hanno anche evidenziato il “dolo intenzionale” dell’ex ad Expo nell’abuso d’ufficio.