Il racconto del presidente della commissione Antimafia siciliana che ha aperto un'istruttoria sulla vicenda convocando politici, giornalisti e alti burocrati regionali. In giornata è stato audito il giornalista Attilio Bolzoni, autore dello scoop sull'indagine sull'ex presidente di Confindustria Sicilia. Che poi continuò ad occuparsi del caso. L'ex primo cittadino smentisce: "Non ho mai esercitato alcun pressing"
L’ex sindaco di Catania Enzo Bianco avrebbe fatto pressione sull’editore del quotidiano La Repubblica. Il motivo? Il giornalista Attilio Bolzoni non doveva più seguire l’inchiesta su Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria prima indagato per concorso esterno a Cosa nostra e poi arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. A raccontarlo è Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana che ha aperto un’istruttoria sulla vicenda convocando politici, giornalisti e alti burocrati regionali.
“Dall’audizione di oggi viene fuori un forte pressing fatto dall’ex sindaco di Catania Enzo Bianco sull’editore di Repubblica per evitare che Bolzoni seguisse la vicenda di Antonello Montante, l’ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione”, ha detto Fava al termine dell’audizione in commissione del giornalista Attilio Bolzoni. È proprio Bolzoni l’autore dello scoop sull’indagine a carico di Montante nel febbraio del 2015. Lo stesso giornalista è tra le persone “spiate” dall’ex numero uno degli industriali siciliani. Le pressioni di Bianco, va detto, non hanno avuto esito visto che Bolzoni ha continuato ad occuparsi di Montante anche dopo la pubblicazione dell’inchiesta per mafia. Ex ministro dell’Interno, Bianco è stato sconfitto due giorni fa alle amministrative dal candidato di centrodestra Salvo Pogliese fallendo la quinta ricandidatura alla guida della città etnea. “Leggo con profondo disappunto una incredibile dichiarazione attribuita al giornalista Bolzoni. Non ho mai esercitato alcun pressing, né forte né debole, sull’editore di Repubblica per evitare che seguisse le vicende di Montante”, ha detto l’ex primo cittadino. “Solo uno che non conosce la cultura e le regole di Repubblica potrebbe commettere – aggiunge – un clamoroso errore di questo tipo. Manifestai invece la sorpresa e l’apprezzamento per Montante, allora condiviso da tanti per il suo operato come Presidente di Sicindustria. Ovviamente tutelerò la verità nelle sedi giudiziarie”.
“Sulla vicenda Montante c’è una data che fa da spartiacque: il 9 febbraio del 2015. Da allora la notizia che c’è una indagine per mafia su Montante è pubblica. Da quel giorno si è in presenza di un imprenditore sottoposto ad accertamenti, il nostro compito è quello di riflettere su quello che è accaduto da quel giorno, rileggendo in modo diverso fatti e relazioni”, ha continuato sempre il presidente dell’Antimafia siciliana. Che oggi ha audito anche l’ex manager dell’azienda siciliana trasporti Giulio Cusumano. L’ex dirigente dell’Ast era contrario alla privatizzazione della società – obiettivo che sarebbe stato caro a Montante – e per questo motivo ha raccontato di aver ricevuto pressioni a sua volta.
Nei prossimi giorni l’Antimafia continuerò le sue audizioni. Domani saranno ascoltati due dirigenti della Regione, Dario Cartabellotta e Vincenzo Vitale, che furono tra i responsabili della missione della Regione siciliana all’Expo di Milano. L’allora assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, indagata nell’inchiesta della Dda di Caltanissetta, affidò a Unioncamere la selezione delle imprese che parteciparono all’evento internazionale. In seguito la commissione sentirà anche l’ex governatore Raffaele Lombardo.