Cultura

Sogno una Repubblica fondata sulla poesia

Sogno una Repubblica fondata sulla poesia. Chi non ha mai scritto una poesia scagli la prima pietra. La poesia è un esercizio pericoloso.

Ricordo Blanca, una bellissima spagnola di Bilbao; mi ero innamorato, studiava canto lirico a Milano. Oltre ad avere una bellissima voce aveva anche un bellissimo corpo e questo non guasta mai. Preferiva Giuseppe Verdi a Giacomo Puccini, ma questi sono dettagli. Un giorno la portai al Duomo di Milano e le dissi: “Lo senti questo silenzio verticale?”, mi guardò in modo strano. Evidentemente non era interessata al silenzio verticale, avrei dovuto puntare su una bella erezione verticale ma ero giovane e amavo la poesia. Non rividi mai più Blanca ma nonostante tutto rimasi fedele alla poesia. La poesia non sempre funziona, ed è giusto così: il compito della poesia non è funzionare ma stupire. Quanto era bella Blanca, maledizione!

Sul piano personale la poesia mi aiuta a non soffocare, è una questione di ossigeno. Come spiegarvi in parole semplici il mio amore per la poesia? Immaginate un avventore che al bar sotto casa chieda sempre l’insolito. Quell’avventore sono io, ogni giorno sono alla ricerca dell’insolito, un taglio di luce nuovo che mi aiuti a scoprire il mondo, a guardarlo sempre con occhi diversi. La realtà è ancora tutta da immaginare. L’amore per la poesia si traduce anche sul piano pubblico, non è solo un fatto intimo e personale. Sogno una Repubblica fatta di cittadini poetici.

Come si comporta un cittadino poetico? Immaginiamo un furto nella casa di un cittadino poetico: il cittadino poetico sente dei rumori in salotto, un ladro sta mettendo tutta l’argenteria in un sacco di tela, il cittadino poetico proverà in quel momento un’emozione fortissima, sentirà dentro di sé tutta la leggerezza dell’universo, la leggerezza di essere alleggerito da un ladro. Vedrà il ladro come un benefattore. Una voglia di danzare come una piuma si impossesserà del cittadino poetico ed egli danzerà ma senza farsi notare dal ladro, danzerà sommessamente. La mattina dopo il cittadino poetico poserà gli occhi sul suo salotto senza più l’argenteria e avrà un sorriso dorato sulle labbra.

Il cittadino leghista preferisce sparare un colpo di pistola alla schiena del ladro. Ora capite perché amo la poesia? La poesia è avere l’argento vivo addosso, è sentire la bellezza primordiale di ogni attimo di vita vissuta, è cogliere ogni occasione per danzare.