Tra la vicenda di Aquarius, con la crisi diplomatica creata da Matteo Salvini per imporre all’Europa di affrontare collegialmente il problema dei flussi migratori usando 629 disperati bloccati in mezzo al Mediterraneo, e gli arresti di questa mattina nella Capitale, a seguito dell’inchiesta sull’ippodromo sui quali terreni dovrebbe poi sorgere il nuovo stadio della Roma, si assiste a una rissa perenne tra fazioni contrapposte con violenza inaudita.
Selvaggia Lucarelli racconta da anni meglio di chiunque altro i problemi concreti del serpeggiare dell’odio su Internet, ma in questi ultimi giorni sui social sembra esplosa una guerra. Le fazioni sono ovviamente quelle pro e contro questo governo.
Un governo che mischia gli eredi dell’ormai più antico partito italiano oltreché l’unico ancora contraddistinto da basi fortemente ideologiche e un movimento nuovo, proiettato sin dalla nascita a plasmare le proprie politiche in base alle contingenze sociali. Mischia esponenti con esperienze antiche e variegate – a cominciare da Giancarlo Giorgetti, Nicola Molteni, Stefano Candiani – a nuove leve avviate sulla strada del Parlamento da uno spirito di rinnovamento che ovviamente si scontra con la realtà: per modificare un motore bisogna saperlo far funzionare. Un’alleanza decisamente particolare quella tra Lega e Movimento 5 Stelle. Che però è stata regolamentata da un programma condiviso di governo e che al momento sembra andare compatta anche sulle scelte delle nomine: dai sottosegretari, per dire, sono stati esclusi tutti i possibili portatori di conflitti di interessi.
Certo, vedremo cosa accadrà. Vedremo quando si arriverà ai temi cari a Silvio Berlusconi (partendo proprio dal conflitto d’interessi e dalle telecomunicazioni) se Salvini rispetterà l’accordo o tenterà di tutelare l’amico di Arcore. Al momento le politiche sull’immigrazione scelte dal Carroccio sono state seguite e onorate dal Movimento, come da programma. Può piacere o no, si può condividere o meno il metodo adottato ma l’obiettivo d’imporre alla Ue la modifica della gestione dei flussi migratori è condivisa da tutti. Persino da Liliana Segre, la senatrice a vita che il giorno della fiducia al governo guidato da Conte ha voluto rimarcare il suo passato di deportata ad Auschwitz promettendo l’impegno costante e assoluto contro la formazione di eventuali nuovi fascismi.
E c’è chi sui social è riuscito a commentare quelle parole scrivendo “vorrei vedere se i rom gli svaligiano casa e gli frugano nei cassetti”. Ecco.
Credo valga la pena di smetterla di ironizzare su tutto e sempre perché a volte non solo l’ironia non viene percepita ma persino ciò che è drammaticamente serio e reale si trasforma in strumento per alimentare odio e violenza verbale. Dunque a prescindere dalle proprie opinioni politiche, dalla condivisione o meno delle scelte governative, credo sia necessario tornare a essere umani. E usare i social come se fossimo persone che si parlano dal vivo. Anche perché siamo ormai in estate, arrivano le ferie, le spiagge si riempiranno e le liti si trasferiscono sotto gli ombrelloni. Come è sempre stato.
Anche sui social si è sempre discusso ma il livello di faziosità, odio, volgarità e rabbia degli ultimi giorni è piuttosto raro e mi pare un campanello d’allarme notevole. Poi certo se l’Italia fosse ai mondiali forse sarebbe stato meglio.