È arrivata intorno alle 7 di mercoledì mattina nel porto di Catania la nave Diciotti della Guardia costiera italiana, con a bordo 932 migranti salvati negli ultimi giorni durante sette operazioni di soccorso al largo della Liba.
Nell’imbarcazione ci sono anche due cadaveri recuperati durante gli interventi di salvataggio. Sono di due somali, una ragazza a un ragazzo, morti sul gommone prima di essere soccorsi da un mercantile: “Erano provati e denutriti, potrebbero essere queste le cause del decesso”, ha detto Federica Montesanti, a bordo della Diciotti per l’associazione Intersos. “Non erano parenti e non ci sono familiari che viaggiavano con loro”. Altre cinque persone, quattro donne incinte e un minorenne, erano già state trasferite in elicottero negli ospedali di Agrigento e Palermo prima dell’arrivo a Catania.
I migranti stanno iniziando a scendere dalla scaletta della nave, mentre a terra si prepara la macchina dell’accoglienza, con gli operatori della ong Save The Children che hanno sistemato la loro tenda per i circa 2oo minori presenti sulla Diciotti, di cui 167 non accompagnati, e i volontari della Croce Rossa pronti ad assistere i migranti.
“Non ci sono casi particolari. Le situazioni più critiche sono state già ospedalizzate, ma il quadro più completo, dal punto di vista sanitario, si avrà quando i migranti scenderanno”, ha detto il presidente della sezione provinciale della Cri di Catania Stefano Principato.
Sul molo sono state attrezzate dieci postazioni della Scientifica per la verifica delle impronte e l’inserimento in tempo reale nella banca dati. Presenti anche investigatori della squadra mobile della Questura, a caccia degli scafisti che si nascondono tra i migranti.
A pochi passi da dove è ormeggiata la nave Diciotti si è riunito un gruppo di sostenitori della ong Emergency, che ha organizzato un sit in per contestare la scelta del governo italiano di vietare l’accesso a un porto sicuro agli oltre 600 migranti recuperati della nave Aquarius di Sos Mediterranee, ora diretta verso il porto spagnolo di Valencia: “Rispettare il diritto del mare” è lo slogan scandito da chi partecipa alla protesta.