di Cristian Giaracuni

Il Movimento 5 selle credo abbia bisogno di qualche promemoria per ricordare su quali argomenti ha preso i voti.

Sul tema dell’immigrazione, il programma elettorale dei 5 stelle parlava di maggiori risorse per un’accoglienza più umana, di una maggiore presenza dello Stato con conseguente ridimensionamento delle cooperative per debellare il lucro criminale di alcune di esse, di tempi rapidi per l’identificazione e l’eventuale assegnazione dello status di rifugiato, di rimpatri per gli irregolari secondo la legge, di ridiscussione dei trattati capestro che obbligano l’Italia alla solitudine.

Su quel programma non c’era scritto da nessuna parte “respingimento in mare” dei migranti. Non c’era e nessuno dei 5 stelle ha mai prospettato questa soluzione nei propri comizi. Io ho votato il M5s per i contenuti del loro programma, non certo per chiudere i porti e abbandonare esseri umani in mare aperto; altrimenti avrei votato qualcun altro con la cravatta verde.

Il problema però non è l’alleanza con la Lega, ma la difficoltà dei 5 stelle nel tenerla a bada. Al contrario di chi straparla di tradimento della volontà degli elettori per essere andato al governo con Matteo Salvini, la scelta del Movimento di cercare alleanze non mi scandalizza poiché in linea con quanto sempre dichiarato in campagna elettorale.

“Ci rivolgeremo a tutte le forze politiche con delle proposte per il cambiamento del Paese e vedremo chi ci sta”, è stato il mantra di Luigi Di Maio fino al 4 marzo: con il Rosatellum vigente era impossibile andare al governo senza accordi. Dato l’ingiustificabile rifiuto del Pd a qualsiasi forma finanche di ascolto, l’unico interlocutore possibile era (purtroppo) la Lega. Per quanto disprezzi politicamente quel partito per la sua impostazione xenofoba, para-fascista e reazionaria, per quanto trovi i programmi dei due partiti praticamente inconciliabili e per quanto il “contratto” contenga posizioni aberranti (tipo gli asili nido ai soli bambini italiani), voglio giudicare l’operato di questo governo rispetto agli atti che metterà sul tavolo, senza pregiudizi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, cominciamo malissimo.

Mi aspettavo che il Movimento potesse rappresentare un argine alle sparate della Lega, invece vedo che Danilo Toninelli fa da spalla a Salvini decretando la chiusura dei porti per evitare l’approdo della nave Aquarius e dei quasi 630 migranti a bordo, deviando sia dalla strada annunciata in campagna elettorale che da quella segnata dal contratto di governo, (teoricamente) stella polare di questo esecutivo, nel quale però non esiste nessun accenno a smargiassate del genere.

Tutti, da Salvini in giù, si giustificano parlando di reazione al disinteresse dell’Europa brutta e cattiva. Per carità, l’Italia deve far fronte da anni a un problema epocale senza il supporto sufficiente dei cosiddetti partner europei ed è quindi sacrosanto provare a modificare i trattati chiedendo più collaborazione. Ma è assolutamente infame fare pressione sull’Europa utilizzando come scudi umani 630 persone potenzialmente in pericolo di vita. La manovra servirà anche a spingere i migranti verso altri porti ma sarà un’azione da piccoli uomini, degni di uno Stato piccolo piccolo, che usa le vite umane come merce di scambio e come arma di ricatto.

I trattati si modificano nei consessi internazionali, non sulla pelle delle persone: al prossimo vertice Salvini e Giuseppe Conte attacchino al muro la Merkel, prendano per il bavero Emmanuel Macron, minaccino ritorsioni economiche, insomma facciano i forti con i forti. I 5 stelle sono stati votati anche per fare questo, non per reggere il moccolo a Salvini giocando a risiko con la vita degli esseri umani.

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