Gli avevano offerto una casa per provare a inserirsi nelle trattative preliminari che avrebbero poi dovuto portare alla costruzione del nuovo stadio del Milan. Lui, però, ha rifiutato in “maniera sdegnosa“. Non voleva “prendere per il culo” i suoi elettori, Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica del comune di Milano. Spunta anche questa vicenda nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma che oggi ha portato all’arresto di nove persone per corruzione.
Personaggio principale dell’inchiesta a il costruttore Luca Parnasi che per i pm puntava a esportare il suo sistema corruttivo a Milano. In un’intercettazione, infatti, un uomo del suo gruppo imprenditoriale – Giulio Mangosi – parla con una tale Valentina e gli riferisce l’episodio dell’incontro con l’assessore Maran “evidentemente avente ad oggetto lo stadio del Milan“, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.
Dice il collaboratore di Parnasi intercettato: “Siamo andati a parlare con l’assessore Maran, quello di Milano no? E Simone che gli prova a vendere alla Tecnocasa un appartamento … e quello dice amico mio no! Cioè qua funziona così…qua se tu mi dici che la cosa la riesci a fare è perché la puoi fare, a me non mi prendi per culo perché io non ti faccio prendere …io non voglio essere … non voglio prendere per culo chi mi ha votato. Siamo andati lì dall’assessore a fare una figura (inc.), cioè proprio sembravamo i romani, quelli dei centomila fìlm che hai visto. I romani che vanno a Milano“. La sua interlocutrice commenta ridendo: “Totò”. “No, peggio perchè Totò è impreparato, noi eravamo preparati a quello … é diverso … Noi ci siamo andati a provà! Lì è proprio un altro mondo”.