Luca Parnasi nelle intercettazioni lo ha soprannominato “Mr Wolf”, come il personaggio di Pulp Fiction. Quello interpretato da Harvey Keitel, che arrivava sulla scena di una carneficina e diceva senza scomporsi: “Sono Wolf,  risolvo problemi”. Mai soprannome fu più azzeccato per Luca Lanzalone, l’avvocato ‘problem solver’ classe 1969 caro a Davide Casaleggio, in grado nel giro di un paio d’anni di rimettere sul binario giusto le problematiche avventure di Filippo Nogarin a Livorno e, soprattutto, di Virginia Raggi a Roma. Il passaggio dalla città portuale alla Capitale avviene a fine 2016, quando la tenuta della sindaca sembra minata dall’arresto del suo fedelissimo Raffaele Marra, dall’indagine su Paola Muraro e dalle inchieste sulle nomine dirigenziali di Salvatore Romeo e Renato Marra.

Luca “Wolf” Lanzalone saluta così Nogarin e viene spedito da Casaleggio a dare una mano a Virginia. E in effetti le cose sembrano andare meglio. Da “semplice consulente” sblocca la vicenda dello stadio di Tor di Valle sulla quale si stava consumando una faida terribile fra ortodossi – guidati dall’ex assessore Paolo Berdini – ed establishment. Avvia le procedure per il concordato preventivo Atac (fra le proteste dell’ex assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, poi fatto fuori) e si prende la poltrona di presidente Acea, azienda partecipata per la gestione idrica ed elettrica, dove insieme a Stefano Donnarumma avvia un profondo rinnovamento nel personale che dalle opposizioni bollano subito come “spoil system”. Nel frattempo, “si porta” a Roma anche Gianni Lemmetti, già assessore al Bilancio di Nogarin, per ripetere con l’azienda dei trasporti romana quanto già fatto con l’Aamps di Livorno, ovvero la procedura presso il tribunale Fallimentare, sulla quale Virginia Raggi si sta giocando una fetta del suo mandato.

Quello che è sempre apparso chiaro è che l’opinione di Luca Lanzalone fosse molto influente rispetto alle scelte del Campidoglio. Per mesi ha disputato da regista tutte le partite più importanti, specie sulle partecipate (i lavoratori ricordano ancora gli incontri sulla Multiservizi), poi si è messo “sulla fascia”, lasciando ad altri il pallino del gioco ma restando sempre uomo spogliatoio. E ogni tanto intervenire in tackle duro, come racconta l’ordinanza di custodia cautelare del gip Maria Paola Tomasello che ha portato all’arresto di 9 persone (6 custodie in carcere), per un totale di 16 indagati, nell’ambito dell’inchiesta sulle autorizzazioni in corso d’opera per la costruzione del nuovo impianto di Tor di Valle.

Nel giugno scorso, per esempio, Lanzalone si era sfogato con l’imprenditore Luca Parnasi – il principale indagato dell’inchiesta della procura di Roma – dicendo di aver fatto presente all’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, come la consigliera Cristina Grancio – contraria al progetto di Tor di Valle – dicesse solo “cazzate imbeccate da Berdini”. Grancio, per la cronaca, fu sbattuta fuori dal M5S in Aula Giulio Cesare dal capogruppo (ora indagato e autosospeso dal M5s) Paolo Ferrara.

Una “eminenza grigia”, insomma, in  contatto anche con Luigi Di Maio, con il quale l’avvocato genovese condivideva una stima reciproca. A Roma, addirittura, qualcuno aveva ipotizzato che Lanzalone avrebbe potuto ambire a un posto di sottosegretariato. “Non mi interessa, sto bene dove sto”, rispondeva via whatsapp ai cronisti che gli chiedevano lumi sul suo futuro. D’altronde, i 240mila euro annui di stipendio in Acea sono un premio più che accettabile per restare nell’ombra pur contando tantissimo.

D’altra parte Lanzalone non ha mai amato i riflettori. Cortese con i giornalisti, è sbottato quando Dagospia nell’aprile scorso ha pubblicato un pezzo un po’ troppo ambiguo sul suo rapporto con una consigliera, tale Giada Giraldi. E ha accettato che Parnasi interessasse della questione Luigi Bisignani, il faccendiere che da sempre tesse rapporti fra l’imprenditoria e la politica. Detto fatto: Parnasi incontra Bisignani, il faccendiere chiama Roberto D’Agostino e l’articolo viene modificato. “Se vogliamo fare una prova di forza io ci posso parlare in tempo reale”, gli dice il costruttore.  Lanzalone risponde: “Se lo fai è meglio per evitare che continuino a menarla con cose senza senso”.

Aggiornato da Redazione web il 14 giugno 2018 alle ore 10.14

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