Quando è arrivato Peter Gomez, tutti si aspettavano una provocazione. E puntualmente è arrivata (“Il problema è il viagra che allunga la vita del desiderio. C’è gente che si separa a settant’anni!”). Nello spinoso di battito sull’utilità/inutilità dei Mariti, con una variegata rappresentanza della categoria (pluridivorziate e plurisposate, zitelle convinte e involontarie, monogame e cultrici dell’amicizia amorosa) si è inserita una questione sociologico-lessicale: toy boy e toy girl sono la stessa cosa? Domanda meno semplice di come potrebbe sembrare. Il pubblico arrivato alla Feltrinelli l’11 giugno per la presentazione del libro “I mariti inutili” (Cairo) appena uscito, si è in effetti diviso. Come i relatori.
Per Umberto Brindani, direttore di Oggi, il toy boy non ha un significato negativo, “è sdoganato, non è strano che una donna si leghi a un uomo più giovane” ( leggi: raccoglierli acerbi, per non far maturare gli errori). Anche Maria Luisa Agnese, ex direttore di Sette ed editorialista de Il Corriere della Sera, ci vede una certa grazia, mentre qualcuno degli invitati dissente. “Per un uomo essere “decorativo”, “giocattolo” al seguito di una donna realizzata, di grande visibilità, è un po’ frustrante.” Gomez invece da “non marito”, molte volte fidanzato, difende le asimmetrie – con qualche riserva sulle ragazzine che si accompagnano ai sessantenni- perché oggi è tutto cambiato, ci sono meno giudizi. Come nella moda, tutto va con tutto. Intanto la specie delle toy girl anche se nessuno chiama così è in rapida espansione. Nel caso delle star, (Richard Gere al terzo matrimonio, Vincent Cassel vicino al secondo con una ventenne…) c’è il fascino dello status. Loro sì, saranno Mariti Utili.
E da lì, dalle asimmetrie, arriviamo ad accettare l’idea che una lunga vita non coincida con un lungo matrimonio e certi maschi sostituiscano la moglie vecchia con la nuova (fiammante come un’automobile). Ma anche le donne sono cambiate. Dopo aver letto manuali, frequentato corsi per geishe, gonfiato la bocca per averla al bacio, provato il burlesque per esorcizzare la noia hanno concluso che bisogna renderli utili questi mariti. Magari selezionarli quando sono ancora sono fidanzati come ha rivelato Teodora (nome vero Giulia Iozzia, giovane avvocatessa) annunciando la nascita di un blog che sarà un’autobiografia generazionale, dove le ragazze di oggi racconteranno il loro FPMI (Fidanzati Potenziali Mariti Inutili). Meglio pensarci prima. Roselina Salemi, scrittrice, giornalista, esploratrice di tendenze, coautrice insieme a Januaria Piromallo, liquida la questione con una battuta: “Vorrei essere una toy girl per un centenario di poche pretese”. Il titolo tira. E Januaria ha pubblicato sul suo profilo l’invito alla presentazione del libro. In poche ore ventimila visualizzazioni. A centomila diventerà un caso. Quello dei Mariti Inutili.
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