Mondo

Trump, per conquistare Kim è bastato un trailer hollywoodiano

Durante lo storico incontro a Singapore fra il presidente degli Stati uniti Donald Trump e quello nordcoreano Kim Jong-un è stata usata dall’americano una tecnica di comunicazione così sorprendente e bizzarra che se non fosse stato lo stesso Trump a mostrarla alla stampa non ci avremmo creduto, classificandola come una di quelle leggende sui meeting storici.

Trump durante il meeting a porte chiuse ha mostrato a Kim e alla sua delegazione un video di circa quattro minuti sul suo iPad. Il filmato è piaciuto tantissimo al leader nordcoreano, secondo quanto riferito da Trump alla stampa.

Cosa c’era in questo video? Si tratta del trailer di un film d’azione stile Hollywood, con protagonisti proprio Donald Trump e Kim Jong-un. Se credete si tratti di uno scherzo, guardatelo voi stessi.

Il video mostra i due leader alla pari, attribuendogli un grande potere sulle sorti del mondo e recita “Due uomini, due leader, un destino”. In un montaggio dai toni epici scorrono le migliori immagini di un Kim che sembra un leader democratico, alternate a quelle di un Trump in occasioni pubbliche, con sottotitoli in inglese e coreano (come spiegherà Trump) e una voce da trailer che recita: “La storia di un momento speciale nel tempo, quando a un uomo viene presentata una possibilità che potrebbe non essere mai ripetuta. Cosa sceglierà? Di mostrare visione e leadership? Oppure no?” e sul “no” compare una pellicola bruciata, come a dire “fine del film per te caro Kim”.

Il video è stato realizzato dal National security council e sul finale (sempre ad imitare un trailer cinematografico) viene scritto che si tratta di una produzione “Destiny pictures”.

Rivolgendosi ancora a Kim, il narratore dice che può diventare “l’eroe del suo popolo, stringerà la mano della pace e godrà di prosperità come non ha mai visto, di una grande vita, o altro isolamento? Quale strada sceglierà?”. Per concludere poi con “il presidente Donald Trump e il presidente Kim Jong-un, in un incontro per rifare la storia, per brillare nel sole, un momento, una scelta, cosa accadrà? Il futuro rimane da scrivere”.

La firma nel mondo reale dell’accordo fra i due, che prevede la denuclearizzazione della Corea del Nord è il lieto fine del film che i leader hanno scritto.

Gli effetti del video mostrato da Trump si notano nella dichiarazione di Kim dopo la storica firma: “Molte persone nel mondo possono pensare che sia un film di fantascienza. Dovremo affrontare delle sfide ma vogliamo lavorare con Trump”. Ecco cosa voleva il giovane dittatore nordcoreano: voleva considerazione, voleva apparire per un giorno alla pari del presidente Usa – che gli ha promesso un nuovo giro di giostra, invitandolo alla Casa bianca -, voleva diventare un eroe buono agli occhi del mondo esattamente come Hollywood ha sempre dipinto i presidenti americani.

L’intelligence degli Stati Uniti probabilmente era a conoscenza di questi tratti infantili del leader di Pyongyang e ha trovato lo strumento più efficace per convincerlo, un film che in Italia chiameremmo “un’americanata”, il loro piatto tipico.

Disegnando il profilo psicologico di Kim, lo staff di Trump ha capito che anziché continuare a litigare su twitter avrebbe funzionato meglio un incontro fra i due, in una nazione che avrebbe accolto il dittatore isolato come una star, con strette di mano amichevoli tra i due, all’interno di una narrazione cinematografica dove anche agli occhi dell’occidente il leader orientale appare eroico come nei film di propaganda di casa sua.

Obiettivo raggiunto per Kim, che torna nel suo Paese da salvatore del mondo riconosciuto da tutti (lui crede, mentre l’Occidente gli ride dietro). Obiettivo raggiunto per Trump che ha ottenuto l’impegno alla denuclearizzazione da parte della Corea del Nord e torna a casa con una nuova veste da pacifista.

Un nuovo capitolo nella storia della comunicazione politica è stato scritto. Una trovata che solo un presidente sfrontato e con un passato televisivo alle spalle come Donald Trump poteva mettere in campo con congruenza.