“Il caso è chiuso, ora cambiamo Dublino”. Prima la telefonata nella notte, poi la conferma: il premier italiano Giuseppe Conte domani, venerdì 15, sarà a Parigi per un pranzo di lavoro con Emmanuel Macron a cui seguirà una conferenza stampa. Dal presidente francese è arrivato l’atteso segnale di un passo indietro: mercoledì in tarda serata ha alzato la cornetta e chiamato Roma. Tanto è bastato per confermare il bilaterale in programma tra i due leader, dopo che l’escalation dello scontro tra Roma e Parigi aveva portato Palazzo Chigi a comunicare che “non c’erano le condizioni” per confermare l’incontro viste le parole arrivate dalla Francia e la mancata smentita.
Macron nel corso del colloquio telefonico “ha sottolineato di non aver mai fatto alcuna dichiarazione con l’obiettivo di offendere l’Italia e il popolo italiano”, si legge in una nota diffusa dall’Eliseo. Una circostanza confermata dallo stesso Conte: il presidente francese “mi ha detto che le frasi rivolte all’Italia non sono a lui attribuibili“. Il premier ha quindi sancito: “Con la Francia caso chiuso, ora dobbiamo cambiare le regole di Dublino. La soluzione del problema immigrazione non può essere demandata alla sola Italia”. “Con Macron parleremo di tutto, quindi la modifica del regolamento di Dublino, come pure dell’Unione bancaria e monetaria“, ha aggiunto il premier uscendo dal Senato.
Durante la telefonata i due hanno avuto “uno scambio di vedute“, comunica il governo. E’ stato confermato l’impegno dei due Paesi “a prestare i soccorsi nel quadro delle regole di protezione umanitaria delle persone in pericolo”. “L’Italia e la Francia devono approfondire la loro cooperazione bilaterale ed europea”, scrive ancora Palazzo Chigi, e quindi “Macron e Conte hanno convenuto che, in vista del Consiglio Europeo di fine giugno, sono necessarie delle nuove iniziative da discutere insieme“.
Le tappe dello scontro – Riavvolgendo il nastro della lite tra Roma e Parigi, tutto è cominciato quando il portavoce di En Marchee e lo stesso presidente Macron hanno appunto definito “vomitevole” e “cinico” il comportamento del governo italiano che ha deciso di chiudere i propri porti alla nave Aquarius carica di 629 migranti, ora in viaggio verso Valencia. Nel pomeriggio di mercoledì Matteo Salvini ha chiesto quindi le scuse esplicite della Francia. Macron però ha risposto con un nuovo attacco nemmeno troppo velato allo stesso Salvini. Da qui la linea condivisa da Palazzo Chigi e Farnesina, ma appoggiata anche dal Quirinale, di prevedere l’annullamento del bilaterale in caso di mancate scuse. “Finché non arriveranno le scuse, noi non indietreggiamo“, ha ribadito anche questa mattina Luigi Di Maio, ospite a Rtl 102.5. Poi la notizia della telefonata, il chiarimento e la decisione di Conte di far rientrare la crisi tra i due Paesi, confermando l’incontro.
La linea appoggiata dal Colle – Mentre parlava in radio, Di Maio ha saputo del colloquio tra Macron e il premier: “Aspettiamo la decisione del presidente Conte, ma io lo reputo un primo segnale di disgelo“, ha commentato. Era quello che Palazzo Chigi stava aspettando per non rinviare il bilaterale. Una posizione, riferisce il Corriere della Sera, condivisa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche secondo il Quirinale servivano le scuse formali dell’Eliseo per delle parole giudicate dal Colle troppo dure.
La giornata di mercoledì – Nel pomeriggio Salvini aveva detto che Conte averebbe dovuto annullare la missione in Francia, se non fossero arrivate esplicite scuse. Allo stesso modo dal governo era arrivata la richiesta ufficiale di una retromarcia e la condanna dei toni considerati “ingiustificabili”, seguita dall’avvertimento del capo della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, all’ambasciata transalpina: c’è il rischio di “compromettere le relazioni tra Italia e Francia”. Un viaggio infatti è già stato annullato: quello del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che doveva incontrare l’omologo Bruno Le Maire.
Mercoeldì però Macron è tornato ad attaccare, questa volta Salvini. Nel suo discorso da Mouchams, in Vandea, il presidente francese ha detto di non poter dare ragione a “chi cerca la provocazione“. E così sì è arrivati al comunicato che metteva in dubbio il viaggio di Conte a Parigi. Un percorso, scrive il Corriere della Sera, che il Quirinale ha seguito monitorando e sostenendo le mosse di Palazzo Chigi e Farnesina.
Il quotidiano di via Solferino riferisce anche della lettura che governo e ministero degli Esteri hanno dato delle parole di Macron. Il presidente francese ha bisogno di arginare la crescita di Marine Le Pen e si trova nei territori dove la sua rivale è molto forte. Da qui la volontà di schierarsi apertamente contro “le forze populiste” e, allo stesso tempo, scaricare verso l’Italia responsabilità che qualcuno, ong francesi e parte del suo partito in primis, imputano a Macron stesso. Come per esempio un atteggiamento troppo duro proprio sulla questione migranti.