Nessuna eliminazione del tetto all’uso dei contanti perché “nel contratto non c’è”, anzi c’è da lavorare “su altri fronti” come per esempio “eliminare i costi” per i commercianti nei pagamenti con bancomat. Luigi Di Maio risponde a Matteo Salvini che mercoledì aveva lanciato l’idea di rendere senza limiti l’uso delle banconote. “Io sono contro ogni tipo di coercizione, fosse per me non ci sarebbe alcun limite alla spesa di denaro contante, perché ognuno è libero di usare i soldi del suo conto corrente come vuole, dove vuole e pagando quello che vuole”, aveva detto il ministro dell’Interno dal palco dell’assemblea annuale di Confesercenti a Roma.
Eppure l’abbassamento del tetto di spesa in contanti contrasta con la lotta a riciclaggio di denaro, evasione fiscale e corruzione (citata nel contratto di governo) e per riflesso anche alla criminalità organizzata. E, soprattutto, sottolinea ora Di Maio, durante un’intervista a Rtl, “nel contratto questo punto non c’è”. Il governo M5s-Lega, spiega il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, pensa ad altro: “Lavoriamo su altri fronti: per esempio quello che vivono tanti commercianti in Italia, nel pagamento elettronico, dobbiamo eliminargli i costi”.
Dopo le parole di Salvini avevano protestato anche le opposizioni di sinistra, non Forza Italia per la quale l’eliminazione di tetti al contante è sempre stato un cavallo di battaglia. Per Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, quello di Salvini è “un messaggio devastante per gli onesti e una manna all’Italia dei troppi evasori fiscali e delle cosche che riciclano i soldi sporchi”. Mentre Enrico Borghi (Pd) aveva sottolineato come “per il M5s della commissione Antimafia della scorsa legislatura alzare il limite dell’uso del contante era un regalo alle cosche” e Maurizio Martina aveva definito “un errore clamoroso fare dei passi indietro su questi fronti”.