Dal settembre 2017 il Ceta è già applicato in modo provvisorio, ma i singoli Stati possono ancora decidere di non procedere. Esulta Coldiretti che parla di "accordo sbagliato e pericoloso" che "legittima la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy"
No alla ratifica in Italia del Ceta, il trattato commerciale Ue-Canada approvato dal parlamento europeo lo scorso anno. Lo stop arriva dal ministro dell’Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio, che intervistato da La Stampa annuncia: “Chiederemo al Parlamento di non ratificare quel trattato e gli altri simili, del resto è tutto previsto nel contratto di governo”. Il Ceta “tutela solo una piccola parte dei nostri prodotti Dop e Igp“, ha sostenuto il ministro, che intende “far di tutto per contrastare l’italian sounding”. E “non si tratta solo di una posizione dei sovranisti della Lega”, assicura, “ma i dubbi su questo accordo sono comuni a tanti miei colleghi europei”.
Il Ceta è al momento applicato in modo provvisorio solo per quelle parti (che escludono gli investimenti) a competenza Ue e non degli stati membri. Sono 18 i Paesi Ue che non l’hanno ancora ratificato. Non c’è, però, una scadenza all’applicazione provvisoria, che può continuare indefinitamente. Se un Paese invece vota contro la ratifica di un accordo commerciale, lo deve comunicare al Consiglio Ue. Spetta poi a questo decidere il da farsi.
Esulta Coldiretti secondo cui “è una scelta giusta di fronte ad un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia contro il quale si è sollevata una vera rivolta popolare che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 15 regioni, 18 province 2500 comuni e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine”. “L’accordo – aggiunge la Coldiretti – è entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017 in attesa di essere ratificato da tutti i Parlamenti degli Stati membri dell’Ue ma al momento, per le forti opposizioni, si sono espressi solo 11 Paesi su 28 ossia Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Malta, Spagna, Portogallo, Croazia, Repubblica Ceca, Austria e Finlandia. Per l’Italia l’opposizione è giustificata dal fatto che con il Ceta per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan“.
Il Ceta, continua la Coldiretti, “prevede l’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione dal Canada del grano dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia. E pesa anche l’impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero da un Paese dove si utilizzano ormoni della crescita vietati in Italia”.
“Abbiamo visto queste dichiarazioni. C’è sempre un interesse intorno alle questioni del commercio” e la Commissione Europea “lavora a stretto contatto con gli Stati membri per far sì che la politica commerciale” dell’Ue “sia mutualmente benefica“, ha commentato il portavoce capo della Commissione Europea Margaritis Schinas. “Il Consiglio Europeo e il G7 a più riprese hanno confermato questa priorità. Quanto alle domande ipotetiche sulla ratifica, vanno indirizzate al Consiglio”.