Non c'è solo la cena con Giorgetti e Lanzalone, coperta da tre pagine di "omissis", nell'informativa dei carabinieri. L'imprenditore fa i nomi dei politici finanziati (tutti non indagati) alla vigilia delle elezioni politiche e regionali: Ferro, Mancini e Minnucci del Pd, Riccardo Agostini (Leu), Polverini e Giro (Fi), Ciocchetti (Nci) e Buonasorte (Lista Pirozzi)
Una cena con Luca Lanzalone e Giancarlo Giorgetti, neo sottosegretario della Lega e in odore di premiership per tanti giorni. Una “lista” di politici – locali e non – saldati e da saldare, finanziamenti anche di piccole entità che gli inquirenti non specificano siano leciti o illeciti. Un tentativo di ingraziarsi Roberta Lombardi candidata M5S alla Regione Lazio “che magari non vince ma ci può essere utile sul nazionale”. E poi il finanziamento “illecito” di 25.000 euro al forzista Adriano Palozzi per lo sblocco dell’affaire Eurosystem e quello presunto, e non specificato all’indagato (anche lui azzurro) Davide Bordoni. Il rapporto fra Luca Parnasi e la politica è profondo e costante e lo dimostrano anche i brogliacci tratti dall’informativa che i carabinieri hanno consegnato nelle mani del pm Paolo Ielo.
L’INCONTRO CON GIORGETTI E GLI “OMISSIS” – Lanzalone, Giorgetti (non indagato) e Parnasi si vedono in serata a casa del costruttore. Si sa molto poco di questo incontro, perché nell’informativa trapelata appaiono ben tre pagine di “omissis”. “Dal tenore della conversazione si evince che tale incontro deve rimanere riservato”, scrivono i militari. Si sa però quello che accade dopo, intorno alle 22.40, quando Lanzalone e Parnasi restano soli: “Io vedo Luigi tutti i giorni – dice il presidente Acea – lo sento tre volte al giorno, l’ho visto due ore fa”. E ancora: “Lo risento domani mattina però in giro non lo dico perché per la cosa che fai…”. Il manager insiste: “Luigi è un po’ come Salvini, cioè molto chiuso il cerchio, io due tre persone e punto”. Non è chiaro dalle carte chi sia il “Luigi” di cui parla Lanzalone e che viene paragonato a Salvini. Possibile che sia Di Maio? Sicuramente qualcuno del M5S, dato che poi Parnasi ricambia con contatti nella Lega: “Se hai bisogno tieni conto che io parlo direttamente con Matteo (Salvini) ma in questo momento con Giancarlo (Giorgetti)”. Va ricordato che una fondazione vicina alla Lega era stata, negli anni scorsi, finanziata con 250.000 euro da Parnasi e che Salvini ha ammesso pubblicamente di conoscere il costruttore romano e di considerarlo fino a quel momento “una persona perbene”.
LA LISTA DI PARNASI – Come ricordava egli stessi in un’intercettazione, Parnasi però aveva una lista di tutti i politici. Cognomi e cifre vengono fatti durante una riunione con il suo staff, anche se non è chiara la natura di questi finanziamenti. Siamo alla vigilia delle elezioni politiche e alle contestuali regionali e il costruttore si prepara a dare un contributo a diversi esponenti. La lista dettata alla segretaria: Andrea Ferro (Pd), 5.000 euro; Emiliano Minnucci (Pd), 5.000 euro; Riccardo Agostini (Leu), 15.000 euro; Giulio Mancini (Pd), 5.000 euro; Renata Polverini (Fi), 10.000 euro. E ancora: Francesco Giro (Fi), 5.000 euro; Luciano Ciocchetti (Nci), 10.000 euro; Roberto Buonasorte (Lista Pirozzi), 5.000 euro. E poi ci sono i 25.000 euro alla Pixie Social Media di Adriano Palozzi. E ancora: “Con Forza Italia c’hai parlato? Sì… Fratelli d’Italia?” e l’interlocutore che risponde: “Già fatto, è arrivato all’amministratore, io l’ho controllato”. Poi riparte Parnasi: “Il Pd lo incontro domani”. A parte Palozzi (arrestato), va specificato che gli altri esponenti politici finanziati presenti in lista non sono indagati.
“PAGO PURE I 5 STELLE” – A completare l’arco costituzionale mancherebbero i 5 Stelle, ma Parnasi dice a un suo collaboratore: “Domani c’ho un altro meeting dei Cinque Stelle, perché pure a loro gliel’ho dovuti dare eh, mica che… ci sta l’amico tuo adesso, gliel’ho detto di quell’operazione”. Sulla vicenda stadio, in particolare, Parnasi chiede ai suoi: “Volete che faccia qualche altro passaggio politico? Visto che sto sostenendo tutti quanti. Poi vediamo Marcello De Vito, vediamo Ferrara, serve che faccio qualcosa? Avviso Lanzalone”. Poi si lascia andare: “Se c’avessimo tutto approvato, nessuno più a rompere i coglioni. Potrei pure fare il fuggiasco, alla fine”. Marcello De Vito non risulta indagato.
L’AIUTO ALLA CAMPAGNA DI LOMBARDI – Che Parnasi abbia “promosso” in qualche modo la campagna elettorale in Regione di Roberta Lombardi era già emerso nell’ordinanza fatta eseguire dal gip. Parnasi – scrive il giudice “avvia , come già anticipato, un’attività di promozione in favore del canditato Cinque Stelle alla Regione Roberta Lombardi. In tal modo egli, infatti, rafforza i suoi legami con Ferrara e con Marcello De Vito che gli hanno avanzato tale richiesta e che, in quanto ricoprono rilevanti incarichi nell’ambito dell’ amministrazione capitolina , svolgono un ben preciso ruolo nell’ approvazione del progetto dello stadio , e crea i presupposti per lo sviluppo di ulteriori progetti imprenditoriali , essendo la Lombardi, oltre che candidata alla Regione, personaggio di spicco dei Cinque Stelle a livello nazionale e quindi destinata, in ipotesi di un successo elettorale di tale compagine nelle elezioni politiche, a ricoprire ruoli decisionali nel nuovo assetto che si determinerà all’ esito del voto”. Dall’informativa però spuntano ulteriori dettagli. Giulio Mengosi, in qualità di responsabile comunicazione di Eurnova, dice a tale Fabio che il capogruppo capitolino Paolo Ferrara e il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito (non risulta indagato) “mi hanno chiesto di aiutare la Lombardi, non lei direttamente perché neanche la conosco, ma con tutti i miei contatti sono a disposizione di tutti, sono un professionista”. Insomma, come la definiscono i militari, “un’attività di promozione in favore del candidato attivando canali da lui conosciuti”. Mangosi entra così in contatto con giornalisti romani (e non solo) ai quali prova a proporre interviste a Roberta Lombardi, aiutando di fatto il suo ufficio stampa. L’attuale consigliera pentastellata non è indagata. E dice: “Ho incontrato Luca Parnasi una sola volta alla Camera dei deputati, dove ho preteso che avvenisse l’incontro in modo che fosse registrata la presenza di questa persona, visto che istituzionalmente ogni giorno incontro le persone più varie. Mi ha parlato dello stadio della Roma, dei suoi progetti futuri imprenditoriali e della sua attività. Poi non c’è mai stato alcun contatto ulteriore, nessun seguito, nessun fattivo contributo”.