A novembre scorso, la decisione della giunta di Todi di stilare una lista di libri pro-gender da trasferire nella sezione adulti della biblioteca comunale. A maggio il trasferimento della direttrice. Per le associazioni del territorio si tratta di “discriminazione e censura”. Ma il sindaco Antonino Ruggiano difende la procedura di spoil system: “Normale turnazione, consigliata anche da Anac”. A Todi, comune in provincia di Perugia, la battaglia è aperta: da una parte la denuncia del “trasferimento forzato” della direttrice della biblioteca comunale, rifiutatasi di stilare la lista dei libri pro-gender da risistemare nella sezione adulti. Dall’altra le dichiarazioni del sindaco del comune umbro, Antonino Ruggiano (centrodestra), che rispedisce al mittente le accuse e difende la giunta, bollando il caso come un episodio di “parossismo ed esagerazione”.
Una nuova puntata della “crociata oscurantista e omofoba”, dichiarano alcune associazioni del territorio come Omphalos e Radicali, ambientata nel comune umbro travolto da “una piena dittatura nera”. La storia della biblioteca umbra, nata nel 1813 e voluta “per far sì che la cultura non rimanesse un privilegio di pochi, ma appartenesse a tutti”, arriva sulle della pagine di cronaca già a novembre 2017, quando i due assessori alle Politiche familiari, Alessia Marta, e alla Cultura, Claudio Ranchiccio, in una direttiva di giunta, definiscono necessario “predisporre anche nella Biblioteca Comunale di Todi soluzioni che la rendano maggiormente fruibile dai bambini e dalle loro famiglie. Abbiamo individuato – si legge ancora nella direttiva – come soluzione rispettosa della funzione formativa pluralista, la collocazione dei testi che hanno come contenuto tematiche sensibili, controverse sul piano scientifico e divisive tra le famiglie come la omogenitorialità, la gestazione per altri, piuttosto che le unioni same sex, e altri contenuti di carattere sessuale, nelle sezioni per gli adulti anche se consigliati dalle case editrici per fasce d’età infantili”.
Nell’occhio del ciclone finiscono libri come quelli stampati dalla casa editrice di Milano Lo Stampatello, il cui scopo è proporre tematiche complesse descrivendole attraverso un linguaggio semplice, comprensibile a tutti. In stampatello, appunto. Tra i titoli dei libri, troviamo “Piccolo Uovo”, “Il grande grosso libro delle famiglie”, “Qual è il segreto di papà” o “Perché hai due mamme”. Libri che la direttrice della Biblioteca comunale di Todi, Fabiola Bernardini, considera non passibili di discriminazioni e pregiudizi, tanto da dichiararsi incapace di indicare anche un solo libro da spostare secondo le indicazioni della stessa giunta, in quanto la biblioteca (che vanta 12mila visitatori l’anno), a suo avviso, è organizzata in base a criteri internazionali e nazionali largamente condivisi dalla comunità scientifica. Il trasferimento della dipendente, ora destinata all’ufficio urbanistica, arriva e si porta dietro il presentimento di un provvedimento punitivo.
Ma il sindaco Ruggiano non ci sta e precisa: “Si sta montando un caso sul nulla”. Difende la procedura della “normale turnazione di una ventina di dipendenti, consigliata anche dall’Anac”, raggiunta, assicura, con il pieno accordo dei sindacati e delle Rsu dell’ente. “Siamo un piccolo comune, non abbiamo al nostro interno figure così tanto specializzate tanto da parlare di una direttrice di biblioteca”. Nonostante, a visitare il sito ufficiale del Comune di Todi, la dottoressa Fabiola Bernardini sia qualificata appunto come “direttrice”. “La dipendente – continua Ruggiano – non è stata certo spostata per motivi particolari. Sono un avvocato e so che altrimenti saremmo già in causa davanti al giudice”. Ruggiano alla fine precisa: “Al posto di affermare che l’amministrazione comunale di centro destra di Todi è sostenuta dal vigoroso supporto di CasaPound, ci si occupi della fioritura culturale di cui la città è testimone in questi mesi”. Ma la storia sembra non finire qui: da Omphalos, infatti, che rincara la dose affermando come “l’amministrazione comunale dovrebbe vergognarsi per aver deciso la rimozione dall’incarico” della Bernardini, denunciano come la decisione arrivi anche a seguito della partecipazione della bibliotecaria, seppur non in veste di dipendente del Comune, alla Festa delle Famiglie Arcobaleno, organizzata a Todi lo scorso maggio.
La vicenda intanto arriva anche in Parlamento: è infatti oggetto di una interpellanza parlamentare firmata dal deputato di + Europa e segretario di Radicali italiani Riccardo Magi, oltre che di una richiesta inoltrata da Loredana De Petris (Gruppo Misto) al Ministro dei beni e delle attività culturali e a quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, su quali iniziative intendano assumere dai dicasteri.