La denuncia è della ong che dall’estate scorsa è presente nella città di frontiera dove, insieme alla Diaconia Valdese e all’Associazione di studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), sta attuando un programma di assistenza legale e orientamento per gli stranieri usciti dal sistema di accoglienza. Polemiche per la società di sicurezza ingaggiata dalle ferrovie francesi per presidiare le banchine della stazione italiana
Alla frontiera di Ventimiglia, dove dal 2015 i migranti vengono bloccati nel tentativo di passare il confine per via del ripristino dei controlli da parte della Francia, quasi un quarto degli stranieri è minorenne e molti di loro, in viaggio senza un familiare, sono vittime di “intollerabili abusi dalla polizia francese quando tentano di attraversare il confine”. Come ad esempio, “suole della scarpe tagliate”, “spintoni”, “schede del telefono sequestrate”. Lo denuncia Oxfam, ong che dall’estate scorsa è presente nella città di frontiera dove, insieme alla Diaconia Valdese e all’Associazione di studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), sta attuando un programma di assistenza legale e orientamento per i migranti usciti dal sistema di accoglienza. Dopo i giorni di tensione tra Francia e Italia sulla vicenda dell’Aquarius e la gestione dei migranti, le organizzazioni lanciano accuse molto dure contro le autorità francesi sulla situazione al confine.
Secondo le norme, un minore straniero “non accompagnato” che chiede asilo politico in Francia non può essere respinto. Non possono essere respinti neanche quelli che, superata la zona di frontiera, non intendono fare domanda: “Il governo è obbligato a farsene carico”, spiega Oxfam. Se invece è nella zona di frontiera, può essere respinto soltanto dopo la nomina di un tutore e il passaggio di almeno 24 ore tra il fermo e il respingimento. Tuttavia, secondo Oxfam e le altre organizzazioni, queste norme vengono sistematicamente violate. “Ho provato stamattina a passare – ha raccontato agli operatori il 15enne T., scappato dal Darfur -. Eravamo in due, ci hanno fatto scendere dal treno strattonandoci e urlando, poi ci hanno spinti in un furgone nel parcheggio della stazione. Ci hanno dato un foglio (refus d’entrèe, NdA) dentro al furgone e ci hanno rimessi su un treno che tornava in Italia, senza spiegarci nulla”. Un 16enne eritreo, E., ha invece affermato di aver provato a varcare il confine per dieci volte: “Una volta a piedi, da solo, ma mi sono perso. Le altre nove volte in treno. La polizia francese sale sul treno, ti afferra e ti fa scendere”. Secondo le organizzazioni, “gli abusi fisici e verbali sono la norma”: “Gli urlano, gli ridono in faccia, li spintonano, gli dicono ‘tanto di qui non passi’ – spiega Daniela Zitarosa di Intersos -. Ad alcuni aprono il cellulare e gli portano via la scheda, con tutti i dati, i contatti della rubrica. Dopo non possono nemmeno più telefonare ai genitori”. Aggiunge Chiara Romagno, responsabile per Oxfam del programma OpenEurope a Ventimiglia, che “i poliziotti francesi infieriscono. È anche questo che è inaccettabile: oltre a respingerli illegalmente, senza metter in atto nessuna delle garanzie pur previste dalla legge, li scherniscono, li maltrattano. A molti hanno tagliato la suola delle scarpe, prima di rimandarli in Italia”.
In risposta a questi comportamenti degli agenti transalpini, le organizzazioni operanti in città stanno collaborando con alcune ong francesi per impugnare di fronte alla giustizia francese i singoli casi di minori respinti. Per venti casi il tribunale amministrativo di Nizza ha riconosciuto violazioni. La polizia francese potrebbe poi rispondere di alcuni comportamenti denunciati anche sui media francesi, come la falsificazione dei documenti. È successo a T., 16enne arrivato dall’Eritrea: “Il 16 di marzo ha provato a passare in treno, con altre tre ragazzi – racconta Laura Martinelli, avvocato iscritto all’Asgi -. Sono stati fatti scendere a Menton Garavan e trasferiti, come sempre, a Pont St. Louis. Lì hanno ricevuto un provvedimento di respingimento, dove la loro data di nascita è diversa da quella dichiarata: in particolare quella di T., che ha fotografato il foglio su cui era registrata la data da lui fornita, 1/10/2001, e quello con cui è stato respinto, su cui la data era stata cambiata in 1/1/2000”.
I guai non sono finiti. Come racconta l’edizione di Imperia de La Stampa, la Sncf (le ferrovie francesi) hanno ingaggiato una società di sicurezza italiana per presidiare le banchine della stazione di Ventimiglia: “Per evitare ‘invasioni’ intollerabili come quella avvenuta poco tempo fa a Bardonecchia, la Francia ha aggirato l’ostacolo dotandosi di una polizia privata, una sorta di mini Legione straniera, che agisce per sopperire alle carenze dei nostri controlli”, dichiara il deputato di Forza Italia Giorgio Mulé.
Oxfam, con la Diaconia e l’Asgi, chiedono alle autorità locali strutture per accogliere i minori non accompagnati e le donne sole o con figli piccoli, ma anche un miglioramento del Campo Roja. Al governo e al ministero dell’Interno chiedono, tra le tante cose, lo stop dei trasferimenti forzati di migranti da Ventimiglia verso i centri del sud Italia. Al ministero degli Esteri domandano un intervento sulle autorità transalpine affinché cessino definitivamente i respingimenti illegittimi di minori non accompagnati. E infine all’esecutivo francese viene chiesto l’interruzione immediata delle prassi delle forze dell’ordine, garantendo ai minori il diritto di asilo e la possibilità di ricongiungersi con le loro famiglie.