Il nuovo corso varato dal ministro dell’Interno non è solo “porti chiusi” ai migranti, ma spazia anche sugli accordi commerciali, da quelli che riguardano i cereali asiatici fino al Ceta. "Che la musica sia un po’ cambiata lo hanno capito tutti", dice in un colloquio al Corriere della Sera
In quindici giorni di governo ha litigato con Parigi, ma anche con Tunisia e Malta, ha avuto tensioni con Germania e Spagna, ed è stato definito fascista dalla ong Lifeline (con parziale smentita). Ma Matteo Salvini tira dritto e anzi vara la linea del protezionismo non solo sull’immigrazione, ma anche sul commercio: “La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini – ha detto in un colloquio al Corriere della Sera – Dopo le navi delle ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano“. Il nuovo corso varato dal ministro dell’Interno non è solo “porti chiusi” ai migranti, ma spazia anche sugli accordi commerciali, da quelli che riguardano i cereali asiatici fino al Ceta, tra Canada e Unione europea, già bocciato a parole dal ministro all’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Salvini ha polarizzato l’azione di governo e sente di aver ridato all’Italia uno spessore internazionale: “Prima ci usavano, neppure c’era bisogno di parlarci, con l’italia: ci davano per scontati. Ora, che la musica sia un po’ cambiata lo hanno capito tutti”. Non teme il rischio isolazionismo nelle relazioni e anzi sfoggia la serie di incontri che ha tenuto con i colleghi di altri Paesi, anche e soprattutto per parlare del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno e della prospettiva di una riforma del regolamento di Dublino. “Ho sentito il presidente Conte, e non mi pare affatto che si senta isolato. Semplicemente, stiamo conquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto…”, ripete al Corriere.
“Io in settimana ho parlato con il ministro dell’interno francese e il vicepremier austriaco. E poi, sto per sentire i ministri di Belgio, Spagna e Polonia. Anche qui: non mi pare che l’Italia sia isolata. Mi pare che sia consultata”, aggiunge Salvini. “Stiamo preparando la prima missione di alto livello in Libia e in prospettiva saremo anche in Tunisia e in Egitto“, vuole sottolineare poi il vicepremier. L’idea sul tavolo è sempre quella di creare degli hotspot nel Nord Africa, cioè dei “centri di accoglienza sotto la bandiera dell’Europa”, come ha spiegato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi sempre al Corriere.
Salvini rigetta quindi l’accusa di aver isolato l’Italia e anche quella di aver preso in mano il governo caratterizzandolo con i toni leghisti: “Ho letto una nota dell’ottimo ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli che invita l’Olanda a far rientrare le navi Lifeline e Seefuchs. Mi pare che la nostra posizione sia condivisa“. Per il ministro dell’Interno, è tutto frutto di “una stagione nuova” che è cominciata” e in cui, a suo dire, è finita l’epoca in cui l’Italia “non era ascoltata”. Per questo, aggiunge, “sul tema dell’immigrazione la Germania dimostra di comprendere il nostro punto di vista. Il ministro Seehofer dice andiamoci piano’ e l’Afd è molto più spinta di noi”.
Non solo immigrazione però. Salvini lancia anche il protezionismo commerciale, a partire dalle critiche al Ceta: “Tanto per cominciare, legittima l’italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai parmesan e alle mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio“. Poi se la prende con le carni “imbottite di ormoni” che provengono dall’area Mercosur (America Meridionale). Infine l’affondo sul riso proveniente dall’Asia, per il quale torna a valere la legge dei “porti chiusi”. “Siamo pronti a bloccare le navi cariche di riso asiatico”, annuncia Salvini. Si dice al fianco di Coldiretti e al suo elettorato forte, gli agricoltori, dopo averli incontrati solo due giorni fa a Torino.