“Il Mondiale gestito da Mediaset? Non posso nascondermi dietro a un dito, sono critica e mi riferisco solo ai contenuti, non alle persone coinvolte. Mi occupo e commento i Mondiali dall’82 per la Rai, dunque ho guardato con grande curiosità questo Mondiale trasmesso da un’altra emittente. Ero curiosa di guardarmelo da normale spettatrice. Ma sono rimasta basita”. Chi parla è Paola Ferrari, una delle giornaliste sportive più conosciute della televisione italiana: i suoi tweet “contro” la gestione dell’attuale campionato mondiale di calcio da parte del Biscione hanno fatto rumore. Ora chiarisce la sua posizione con ilfattoquotidiano.it.
“Balalaika (il post-partita di Canale 5 condotto da Ilary Blasi e Nicola Savino con la Gialappa’s Band, ndr) è tutto tranne che una trasmissione sui Mondiali di calcio. Una scelta editoriale legittima, per carità, ma non si è vista un’immagine di calcio, non un approfondimento sulle prodezze di Cristiano Ronaldo, non un accenno alle altre partite, non una parola sulla Russia che è il Paese ospitante. Gli ingredienti di una trasmissione sui Mondiali non c’erano”, il suo commento “tecnico”.
Ma quello che ha più infastidito il volto Rai è stato il trattamento riservato alle figure femminili della trasmissione. “L’ho trovata una trasmissione fortemente maschilista. La stessa Belen Rodriguez si è risentita in alcuni momenti. Quando sento una battuta come “Che bel pezzo di fifa” mi indigno perché ha come unico scopo quello di prendere in giro le donne. E pensare che i Mondiali sono davvero uno spettacolo per tutti e anche una alta percentuale di pubblico femminile che, pur non amando il calcio, si avvicina a questa manifestazione. Così si offende anche loro”, dice.
Eppure sin dai tempi di Valeria Marini e Alba Parietti (si parla dei Mondiali del 1994, gestiti dalla Rai) la “fifa” è sempre stata presente. “Non è la stessa cosa. Valeria e Alba, che avevano al loro fianco un pezzo da novanta come Fabrizio Maffei, erano protagoniste di momenti di spettacolo che si alternavano allo sport. Non erano in alcun modo vittime di prese in giro o di battute da caserma di seconda categoria. Qui si parla di tutt’altro. Le battute che ho sentito hanno umiliato l’immagine della donna, siamo tornati indietro di trent’anni. Essendo io una donna che lotta da sempre per imporre una figura femminile emancipata e autorevole anche nel campo calcistico, da sempre maschilista, non posso accettare questo trattamento. Le donne non possono essere messe alla berlina di battute sessiste e fastidiose. La vecchia cantilena del ‘mettiamo la bella donna con la coscia di fuori per attirare il pubblico’ mi ha stufato non poco”.
Anche gli ascolti non sono certo stati dalla parte del programma messo in piedi da Canale 5: 1.680.000 spettatori con il 10,4% di share nonostante un traino importante al 33,35%. “A loro discapito devo dire che non c’è l’Italia in gara e questo fa calare l’attenzione. Era anche la loro prima puntata, una sorta di numero zero: sapranno cambiare in corsa perché sono dei veri professionisti e se cambieranno io sarò la prima a esserne felice. Altrimenti esiste sempre la democrazia del telecomando”.