A proposito di sicurezza ai Mondiali. C’è un filmato ormai virale, l’ho postato stanotte anch’io su Facebook. Siamo a Mosca, sabato pomeriggio. La videocamera riprende un tratto della centralissima via Iliynka, vicino alla Piazza Rossa, non lontano dal Gostiny park. È un senso unico, trafficato. C’è un gruppo di turisti messicani, fanno shopping. Tre auto incolonnate rallentano, si fermano. All’improvviso, una quarta vettura, un taxi giallo della compagnia Yandex.Taxi (la società ha rimpallato ogni responsabilità alla flotta di taxi NexT), sterza bruscamente, piomba sul marciapiede, falcia i pedoni, si schianta su un palo.

La folla, inferocita, si avventa sull’auto. L’autista riesce a divincolarsi, schizza fuori dall’abitacolo, sguscia come un anguilla tra la gente che lo vorrebbe linciare. Corre come Usain Bolt, inseguito da tutti. Uno cerca di sgambettarlo, senza riuscirci. Il tassista si dilegua. Più tardi la polizia russa comunicherà di averlo arrestato: è un kirghizo di 28 anni. Secondo gli inquirenti, si sarebbe trattato di un “atto non volontario”. Frutto di uno stato psicofisico alterato. Due sombrero rotolano sull’asfalto. La strada è stata transennata. Attentato o incidente? La polizia ha escluso la prima ipotesi e ha diffuso il video dell’interrogatorio sul sito del Moi (il ministero degli Interni), “data la significativa risonanza dell’incidente”. Trasparenza esemplare, quanto mai opportuna per dissipare dubbi e paure, soprattutto tra i turisti.

L’autista si chiama Chingiz Anarbek, ha confessato di aver premuto il pedale dell’acceleratore al posto del freno perché distrutto dalla stanchezza: “C’era un ingorgo, ho avuto un colpo di sonno, ho premuto meccanicamente il piede sul gas e ho girato il volante a destra”. Il test sull’alcol è risultato negativo. Sette pedoni, due dei quali messicani, sono finiti in ospedale. Da dove vedranno Germania-Messico?

Le cronache helzapoppin del Mondiale russo raccontano della colossale torta di compleanno – 100 chili di crema sormontati da una corona dorata! – che i fan ceceni hanno regalato a Mohammed Salah (infortunato nella finale di Coppa dei Campioni, è stato costretto a disertare l’esordio Mondiale) per festeggiare i suoi 26 anni, peraltro compiuti nel giorno di una sconfitta bruciante: l’Egitto, infatti, ha perso in extremis contro l’Uruguay. Un happy birthday tristanzuolo, insomma, nulla a confronto con il mitico Diego Armando Maradona che si scusa per aver fumato un sigaro cubano in tribuna durante Argentina-Islanda: l’ha spento, “non sapevo che fosse vietato”. Ma ha continuato imperterrito a fumare lo stesso. Di rabbia. Per gli errori di Lionel Messi.

I social del web russo sono pieni di lamentele per i prezzi dei biglietti, la gente protesta, dice che in certi casi raggiungono i 5mila €. Ecco perché i posti degli stadi non sono esauriti, osservano in molti. Vi siete accorti dei vuoti negli spalti di Uruguay-Egitto che si è giocata venerdì a Ekaterinburg? Imbarazzante: un autogol nella Rete. La cosa non è rimasta confinata al web. È intervenuta la Fifa. Che ha confermato i vuoti. Scaricando però la responsabilità agli organizzatori. I quali hanno affermato di aver venduto 32mila 278 biglietti, dei 33mila disponibili. All’appello, tuttavia, sono mancati più di 5mila spettatori che hanno disertato il match.

La Fifa ha spiegato le assenze: “Si tratta di una questione legata principalmente ai no-show di tutti i gruppi costituenti”. Che cosa sono i gruppi costituenti? Semplice: i gruppi che sono associati all’organizzazione. Tradotto: ci sono stati troppi biglietti per autorità, funzionari e sponsor, non abbastanza per i tifosi. E quelli ancora disponibili costavano troppo, buoni cioè per le tasche degli sceicchi e degli oligarchi.

Nulla di nuovo, comunque. Ogni evento sportivo globale riproduce sempre gli stessi effetti collaterali. Come ben sa chi in questi giorni ha osato sedersi al tavolo di qualche ristorante nei pressi degli stadi, dove è tornata prepotentemente in auge la vecchia regola sovietica del doppio menù. Quello per i russi. E quello per gli stranieri, coi prezzi più che raddoppiati. Due anni fa ci fu una martellante campagna dei media russi contro questa pratica adottata a Kiev, in occasione degli Europei, oggi succede l’opposto. Cambiando l’ordine dei ristoratori, il conto non cambia.

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