E’ un vecchio trucco dei regimi quello di inventarsi nemici e muovere guerre per aumentare i propri vacillanti consensi. Mussolini mosse guerra alle “plutocrazie” e finì molto male per lui e per il Paese. Matteo Salvini giustamente non vuole correre questi rischi e pertanto si è scelto un nemico su misura, con il quale la guerra sia facile e relativamente poco dispendiosa, e la vittoria certa per quanto poco onorevole. E’ così che l’uomo forte dell’attuale governo, con il suo codazzo di pentastellati amorfi e tecnocrati riciclati, ha dichiarato guerra ai poveri che, spinti dalla fame e dai conflitti, cercano sopravvivenza in Europa.

Le vittime già si contano a centinaia, affogate nel Mediterraneo o massacrate a suon di stupri e torture nei lager delle milizie libiche alleate del Nostro, come già del suo predecessore e ispiratore Marco Minniti. Lontani i tempi in cui la Marina militare italiana, con l’operazione Mare nostrum, dava al mondo un esempio luminoso di solidarietà e protezione degli afflitti. Oggi militari, poliziotti e carabinieri sembrano pedine inconsapevoli al servizio delle disumane strategie di Salvini & C.

Alla foga contro i migranti Salvini unisce l’insulto contro governi e popoli amici, come quello tunisino, e lo sventolamento trumpiano della bandiera del protezionismo economico per beneficiare questa o quella categoria. Ma soprattutto il neoliberismo all’ennesima potenza. La flat tax per far diventare più ricchi i ricchi e più poveri i poveri e silurare definitivamente i servizi pubblici già disastrati. Ma anche l’impegno a rivedere la legge contro il caporalato, una delle poche misure positive varate negli ultimi anni a dimostrazione del fatto che i migranti come schiavi vanno pure bene, purché non alzino la testa e reclino i propri sacrosanti diritti di lavoratori. Altrimenti faranno la fine di Soumalya Sacko.

Un grande alleato, forse involontario, Salvini lo trova in Renzi ed altri personaggi dell’ancien régime, che non cessano di blaterare trasformando in fango, come Re Mida al contrario, ogni causa cui non si peritano di dare il loro indesiderato e disastroso appoggio. Un altro è costituito da governi e burocrazie dell’Europa, pronti ad avallare ogni scempiaggine pur di salvare i propri privilegi e l’iniquo sistema su cui si basano.

In realtà tutte le pessime e disumane politiche di Salvini hanno un loro preciso precedente in quelle dei governi precedenti, che il Nostro si è limitato ad esasperare e proclamare senza vergogna, virtù della quale evidentemente, al pari di numerose altre, fa difetto. Il teatrino della grande svolta che si sarebbe verificata con le elezioni del 4 marzo, ha bisogno di questa messinscena, nella speranza che i fessi siano talmente fessi da dare credito alle balle profuse a piene mani dal Salvimaio.

Chi salverà l’onore oggi davvero assai compromesso del popolo italiano? Occorre ripartire dai sindaci come Leoluca Orlando e Luigi De Magistris che tengono fede ai valori di umanità e accoglienza. Occorre ripartire dai trentamila che sono scesi in piazza sabato a Roma con la parola d’ordine “prima gli sfruttati” e dalle parole di uno di loro, Abo Soumahoro, che ha affermato che la solidarietà non è “buonismo” ma il presupposto per ricostruire l’unità del popolo e dell’umanità. Una coesione sociale e culturale di cui abbiamo tutte e tutti oggi più che mai bisogno.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Finanziamento alla politica, la riforma che vuole Di Maio: “Bilanci pubblici per partiti e fondazioni e registro donazioni”

next
Articolo Successivo

Finanziamento politica, Fico: “Necessaria una legge per partiti e fondazioni. E una molto forte per la corruzione”

next