Alle 9 e 35 tra i due c’è una stretta di mano fugace. Avviene poco prima dell’udienza. Poi Luigi Di Maio si accomoda al banco dei testimoni e l’ex attivista M5s Angelo Ferrillo affianco al suo avvocato, Marco De Scisciolo. Durerà appena mezz’ora la deposizione del vicepremier M5s al processo di Napoli Nord che vede Ferrillo imputato di diffamazione ai danni di Gianroberto Casaleggio e della Casaleggio Associati. Per dribblare fotografi e cameramen, Di Maio è entrato ed uscito da un ingresso secondario e non ha rilasciato dichiarazioni. Convocato per raccontare i meccanismi interni del Movimento tra ottobre e dicembre 2014, quando si consumò lo strappo con Ferrillo, estromesso dalle liste per le regionali 2015 ed espulso dal M5s per alcuni commenti sotto un post Facebook che Casaleggio ritenne diffamatori. Due mesi dopo vinse il primo turno delle primarie, ma poco dopo, il 16 gennaio 2015, ricevette l’avviso con un mail dello staff di Beppe Grillo che contro di lui era stato avviato un procedimento; il 28 gennaio Ferrillo fu espulso e a marzo gli venne comunicata dal Comitato d’Appello la bocciatura del suo ricorso.
di Fabio Capasso
E proprio sui rapporti tra Di Maio e il cofondatore con Beppe Grillo del Movimento si incentra la deposizione del ministro dello Sviluppo. “Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio è stato complicatissimo sopperire alla sua perdita, ma ce l’abbiamo fatta e oggi il M5s è al governo“. Di Maio ha ricordato la passione di Casaleggio “per il movimento e per il Paese, e non dico gratuitamente, ma rimettendoci. Gianroberto veniva dal mondo delle reti, dello sviluppo di Internet e del web e ha portato quella conoscenza“. Rispondendo alle domande dell’avvocato di Ferrillo, ha detto inoltre di non avere mai avuto rapporti con la Casaleggio Associati, ma sempre con la persona Casaleggio “come peraltro ricordano le cronache dell’epoca”.
Aggiungendo di non ricordare se l’espulsione di Ferrillo dal movimento avesse un nesso con la querela per diffamazione sporta da Casaleggio dopo il commento scritto da Ferrillo su Facebook. “La cosa fu presa in carico dal comitato d’appello“, ha sottolineato. Che nacque dopo. Ferrillo fu espulso dallo staff di Grillo. E all’epoca Di Maio faceva parte del Direttorio, appena nato. “Si occupava solo di questioni politiche” ha specificato “per dare una struttura, una organizzazione al Movimento. Noi del Direttorio non avevamo poteri codificati”. Di Maio conosceva Ferrillo “come attivista della Terra dei Fuochi”. Il giudice Annamaria Ferraioli ha fissato la prossima udienza per il 10 settembre, quando verrà sentito l’imputato.