A due anni e mezzo dalla prima udienza – il 30 novembre 2015 – i giudici della IV sezione penale del Tribunale sono riusciti a emettere la sentenza per l’ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni. L’esponente leghista, già segretario federale, è stato condannato a un anno e a 450 euro di multa. L’ex ministro è stato condannato per un solo capo di imputazione con pena sospesa e all’interdizione dai pubblici uffici. Le toghe hanno riconosciuto Maroni – che oggi non era presente in aula per la lettura della sentenza – colpevole sdel reato di turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo alla ex collaboratrice Mara Carluccio. Assolto “perché il fatto non sussiste” invece dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo, a cui, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una “relazione affettiva”.
Condanna a un anno anche per Giacomo Ciriello (assolto da reato di induzione), ex capo della segreteria politica di Maroni, per Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone la condanna è a dieci mesi e a sei mesi per la Carluccio a cui sono state concesse le attenuanti generiche. Anche per gli altri tre imputati i giudici hanno sospeso la pena e hanno disposto la non menzione nel casellario giudiziario tranne che per Maroni. Il collegio presieduto dal giudice Maria Teresa Guadagnino, infine, ha disposto la trasmissione degli atti relativi alla testimonianze della Paturzo, della portavoce di Maroni, Isabella Votino e del direttore generale di Eupolis Alberto Brugnoli e dell’avvocato Sabrina Rossella alla Procura per valutare eventuali profili di falsa testimonianza.Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
Maroni: “Vengo assolto e condannato al tempo stesso”
“Maroni è sollevato perché è caduto il reato più grave, ma io sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza” commenta l’avvocato Domenico Aiello. Il processo è “fatto di prove, fatti e di una sentenza che in parte è condivisibile, ma è difficile comprendere la condanna per il capo B”, che riguarda l’episodio relativo a Mara Carluccio. “Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito e – scrive su Twitter l’ex ministro – proprio per questo sono certo che in appello verrò completamente assolto”. Pochi minuti prima aveva scritto: “Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita, e mi condanna per una raccomandazione mai fatta. Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita…”.
L’accusa: “Pressioni per il viaggio della Paturzo a Tokyo e per contratto con Eupolis”
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco per l’imputato aveva chiesto due anni e sei mesi per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento. Cuore del processo le “insistenze” dell’allora numero uno del Pirellone, come sostenuto in requisitoria, per ottenere che Expo si “accollasse le spese” della trasferta a Tokyo di Maria Grazia Paturzo, la temporary manager assunta dalla società incaricata di organizzare l’Esposizione universale con cui “aveva una relazione sentimentale”. E poi il suo ruolo di “sponsor”, “ispiratore” per garantire a Mara Carluccio un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe “ritagliata in base alle sue competenze”.
L’accusa aveva poi invocato anche anche 2 anni e 2 mesi per Ciriello, 1 anno e 800 euro di multa per Gibelli e 10 mesi e 800 euro di multa per Carluccio. “Sono tranquillo – aveva detto Maroni -. Le accuse formulate contro di me oggi dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla corte di Appello di Milano, che ha assolto per gli stessi fatti Christian Malangone”, ex dg di Expo che era stato condannato in primo grado.
Il pm aveva “bocciato” il verdetto di secondo grado ritenendo invece che quella dell’allora numero uno della Regione fosse “una pressione, una induzione indebita” e non una “sollecitazione” per strappare, dopo un primo no di Giuseppe Sala, al suo bracco destro Malangone la “promessa” di un via libera” alle spese del viaggio a Tokyo per Paturzo la quale poi “scomparve” quando Maroni cambiò programma e scelse una nuova destinazione: Berna. Sentito in aula il primo cittadino di Milano aveva smentito di aver dato l’autorizzato alla trasferta. E sarebbero state “tutte balle” le spiegazioni date dall’ex presidente e dalle difese per cui la rinuncia alla missione in Giappone sarebbe stata dettata dall'”incongruenza” del programma con la sua agenda. Per il Fusco, il motivo sarebbe stato il “malessere” di Isabella Votino, la sua portavoce, che non vedeva di buon occhio la Paturzo. Il pm oltre a dire che Paturzo sarebbe stata assunta per via di una “raccomandazione” di Maroni “accettata” da Sala (anche se poi il suo ruolo in Expo sarebbe stato “tendente all’insignificante, praticamente zero”), aveva puntato il dito anche contro il contratto con Eupolis di Mara Carluccio, anche lei “sponsorizzata” dall’ ormai ex inquilino del Pirellone. Anche se e due donne, “in tutta questa storia non si sono mai mosse e sono rimaste sempre a Roma, in piazza del Gesu'”, dove ha sede un distaccamento di Regione Lombardia, “andando in ufficio quando volevano”. Fusco aveva chiuso il suo intervento chiedendo la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza per Paturzo, Votino e per la sua amica l’avvocato Cristina Rossello, neo eletta a Montecitorio nelle file di Forza Italia perché hanno negato al Tribunale la relazione sentimentale “inconfutabile”, tra Maroni e la Paturzo, che se solo fosse stata “ammessa avrebbe rafforzato l’assunto accusatorio”.
La difesa: “Assoluzione con la formula più ampia. Fatti inesistenti”
Durante l’arringa la difesa aveva chiesto l’assoluzione “con la formula più ampia”, perché i fatti contestati non sono “mai esistiti”. Per l’avvocato Domenico Aiello “se non fossimo stati a Milano questo processo sarebbe abortito prima e invece noi qua l’abbiamo subito, perché il pm ha cercato di curare il malato di cancro che è questa indagine con l’aspirina della presunta relazione sentimentale“. Riguardo al reato di induzione indebita ha anche sottolineato che il messaggio in cui l’allora capo della segreteria politica dell’ex governatore, Ciriello -per cui la difesa ha chiesto l’assoluzione con formula piena – chiedeva a Malangone che Maria Grazia Paturzo fosse inserita tra i partecipanti della delegazione e Tokyo (“il Pres. ci tiene…”) e viaggiasse pure lei in business class e alloggiasse come gli altri in un albergo di lusso, “non ha alcun carattere ultimativo come richiede il reato“.
Il legale, a proposito invece del contratto di assunzione di Carlucci ha spiegato, in sintesi, che mancano le prove per dimostrare che si sia trattato di una turbata libertà di scelta. E poi che non ci sono intercettazioni di Maroni, “descritto dal pm – aveva detto ironicamente – come ispiratore, una nuova figura introdotta nel codice penale” e che non c’è stato alcun accordo per la sua assunzione. Ma soprattutto l’avvocato Aiello ha citato una sentenza della Cassazione per dire che “la raccomandazione, la segnalazione non costituiscono reato“. Per la difesa a Maroni sarebbe stato riservato un “trattamento ad personam” ricordando che non è stata impugnata dalla procura generale l’assoluzione in appello dell’ex dg di Expo Cristian Malangone e coimputato. “Il ragionamento è stato – aveva sostenuto il legale – ‘salvo Malangone e me la prendo con Maroni e Ciriello'”, anche lui sotto processo. “Ditemi voi se questo non è un trattamento ad personam. Le cose che ho sentito anni fa su Berlusconi erano robaccia. Questo – ha concluso – è un trattamento ad personam”. Il legale in uno dei passaggi aveva anche dichiarato: “Le sentenze non è detto che siamo sempre fruttuose. A volte arrivano quando il malato è morto, la carriera di un uomo politico distrutta. Volete degli esempi? Vita, Alemanno, Errani, spariti dalla vita politica nonostante
le assoluzioni. Devo ringraziare la statura di questo uomo che ha scelto consapevolmente di non ricandidarsi”. Anche perché in caso di condanna, se fosse stato ancora governatore, per lui sarebbe scattata la sospensione dalla funzione in base alla legge Severino.
Prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio Fusco aveva replicato davanti ai giudici sostenendo che era chiaro “a tutti” che Paturzo “era considerata in Expo, da Sala e da tutti, una figura a disposizione personale del presidente Maroni, altro che una figura di raccordo tra la Regione e Expo”. “A voi consegno la storia di un uomo – ha detto ai giudici Aiello concludendo le sue repliche parlando di “suggestioni”, “illazioni” o argomenti “deboli” della difesa – e quello che leggeremo nella cronaca di domani. Un uomo con alle spalle 25 anni di carriera nelle istituzioni, da uomo di Stato. Voi ne deciderete per domani la cronaca e per il prossimo futuro la storia, il suo passato. Spero che giudichiate solo sui fatti”.
Giustizia & Impunità
Processo Maroni, ex governatore della Lombardia condannato a un anno a Milano: “Deluso ma non mi scoraggio”
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco per l'imputato aveva chiesto due anni e sei mesi per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento. I giudici hanno riconosciuto colpevole l'ex ministro solo per il secondo reato
A due anni e mezzo dalla prima udienza – il 30 novembre 2015 – i giudici della IV sezione penale del Tribunale sono riusciti a emettere la sentenza per l’ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni. L’esponente leghista, già segretario federale, è stato condannato a un anno e a 450 euro di multa. L’ex ministro è stato condannato per un solo capo di imputazione con pena sospesa e all’interdizione dai pubblici uffici. Le toghe hanno riconosciuto Maroni – che oggi non era presente in aula per la lettura della sentenza – colpevole sdel reato di turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo alla ex collaboratrice Mara Carluccio. Assolto “perché il fatto non sussiste” invece dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo, a cui, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una “relazione affettiva”.
Condanna a un anno anche per Giacomo Ciriello (assolto da reato di induzione), ex capo della segreteria politica di Maroni, per Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone la condanna è a dieci mesi e a sei mesi per la Carluccio a cui sono state concesse le attenuanti generiche. Anche per gli altri tre imputati i giudici hanno sospeso la pena e hanno disposto la non menzione nel casellario giudiziario tranne che per Maroni. Il collegio presieduto dal giudice Maria Teresa Guadagnino, infine, ha disposto la trasmissione degli atti relativi alla testimonianze della Paturzo, della portavoce di Maroni, Isabella Votino e del direttore generale di Eupolis Alberto Brugnoli e dell’avvocato Sabrina Rossella alla Procura per valutare eventuali profili di falsa testimonianza.Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
Maroni: “Vengo assolto e condannato al tempo stesso”
“Maroni è sollevato perché è caduto il reato più grave, ma io sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza” commenta l’avvocato Domenico Aiello. Il processo è “fatto di prove, fatti e di una sentenza che in parte è condivisibile, ma è difficile comprendere la condanna per il capo B”, che riguarda l’episodio relativo a Mara Carluccio. “Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito e – scrive su Twitter l’ex ministro – proprio per questo sono certo che in appello verrò completamente assolto”. Pochi minuti prima aveva scritto: “Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita, e mi condanna per una raccomandazione mai fatta. Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita…”.
L’accusa: “Pressioni per il viaggio della Paturzo a Tokyo e per contratto con Eupolis”
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco per l’imputato aveva chiesto due anni e sei mesi per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento. Cuore del processo le “insistenze” dell’allora numero uno del Pirellone, come sostenuto in requisitoria, per ottenere che Expo si “accollasse le spese” della trasferta a Tokyo di Maria Grazia Paturzo, la temporary manager assunta dalla società incaricata di organizzare l’Esposizione universale con cui “aveva una relazione sentimentale”. E poi il suo ruolo di “sponsor”, “ispiratore” per garantire a Mara Carluccio un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe “ritagliata in base alle sue competenze”.
L’accusa aveva poi invocato anche anche 2 anni e 2 mesi per Ciriello, 1 anno e 800 euro di multa per Gibelli e 10 mesi e 800 euro di multa per Carluccio. “Sono tranquillo – aveva detto Maroni -. Le accuse formulate contro di me oggi dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla corte di Appello di Milano, che ha assolto per gli stessi fatti Christian Malangone”, ex dg di Expo che era stato condannato in primo grado.
Il pm aveva “bocciato” il verdetto di secondo grado ritenendo invece che quella dell’allora numero uno della Regione fosse “una pressione, una induzione indebita” e non una “sollecitazione” per strappare, dopo un primo no di Giuseppe Sala, al suo bracco destro Malangone la “promessa” di un via libera” alle spese del viaggio a Tokyo per Paturzo la quale poi “scomparve” quando Maroni cambiò programma e scelse una nuova destinazione: Berna. Sentito in aula il primo cittadino di Milano aveva smentito di aver dato l’autorizzato alla trasferta. E sarebbero state “tutte balle” le spiegazioni date dall’ex presidente e dalle difese per cui la rinuncia alla missione in Giappone sarebbe stata dettata dall'”incongruenza” del programma con la sua agenda. Per il Fusco, il motivo sarebbe stato il “malessere” di Isabella Votino, la sua portavoce, che non vedeva di buon occhio la Paturzo. Il pm oltre a dire che Paturzo sarebbe stata assunta per via di una “raccomandazione” di Maroni “accettata” da Sala (anche se poi il suo ruolo in Expo sarebbe stato “tendente all’insignificante, praticamente zero”), aveva puntato il dito anche contro il contratto con Eupolis di Mara Carluccio, anche lei “sponsorizzata” dall’ ormai ex inquilino del Pirellone. Anche se e due donne, “in tutta questa storia non si sono mai mosse e sono rimaste sempre a Roma, in piazza del Gesu'”, dove ha sede un distaccamento di Regione Lombardia, “andando in ufficio quando volevano”. Fusco aveva chiuso il suo intervento chiedendo la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza per Paturzo, Votino e per la sua amica l’avvocato Cristina Rossello, neo eletta a Montecitorio nelle file di Forza Italia perché hanno negato al Tribunale la relazione sentimentale “inconfutabile”, tra Maroni e la Paturzo, che se solo fosse stata “ammessa avrebbe rafforzato l’assunto accusatorio”.
La difesa: “Assoluzione con la formula più ampia. Fatti inesistenti”
Durante l’arringa la difesa aveva chiesto l’assoluzione “con la formula più ampia”, perché i fatti contestati non sono “mai esistiti”. Per l’avvocato Domenico Aiello “se non fossimo stati a Milano questo processo sarebbe abortito prima e invece noi qua l’abbiamo subito, perché il pm ha cercato di curare il malato di cancro che è questa indagine con l’aspirina della presunta relazione sentimentale“. Riguardo al reato di induzione indebita ha anche sottolineato che il messaggio in cui l’allora capo della segreteria politica dell’ex governatore, Ciriello -per cui la difesa ha chiesto l’assoluzione con formula piena – chiedeva a Malangone che Maria Grazia Paturzo fosse inserita tra i partecipanti della delegazione e Tokyo (“il Pres. ci tiene…”) e viaggiasse pure lei in business class e alloggiasse come gli altri in un albergo di lusso, “non ha alcun carattere ultimativo come richiede il reato“.
Il legale, a proposito invece del contratto di assunzione di Carlucci ha spiegato, in sintesi, che mancano le prove per dimostrare che si sia trattato di una turbata libertà di scelta. E poi che non ci sono intercettazioni di Maroni, “descritto dal pm – aveva detto ironicamente – come ispiratore, una nuova figura introdotta nel codice penale” e che non c’è stato alcun accordo per la sua assunzione. Ma soprattutto l’avvocato Aiello ha citato una sentenza della Cassazione per dire che “la raccomandazione, la segnalazione non costituiscono reato“. Per la difesa a Maroni sarebbe stato riservato un “trattamento ad personam” ricordando che non è stata impugnata dalla procura generale l’assoluzione in appello dell’ex dg di Expo Cristian Malangone e coimputato. “Il ragionamento è stato – aveva sostenuto il legale – ‘salvo Malangone e me la prendo con Maroni e Ciriello'”, anche lui sotto processo. “Ditemi voi se questo non è un trattamento ad personam. Le cose che ho sentito anni fa su Berlusconi erano robaccia. Questo – ha concluso – è un trattamento ad personam”. Il legale in uno dei passaggi aveva anche dichiarato: “Le sentenze non è detto che siamo sempre fruttuose. A volte arrivano quando il malato è morto, la carriera di un uomo politico distrutta. Volete degli esempi? Vita, Alemanno, Errani, spariti dalla vita politica nonostante
le assoluzioni. Devo ringraziare la statura di questo uomo che ha scelto consapevolmente di non ricandidarsi”. Anche perché in caso di condanna, se fosse stato ancora governatore, per lui sarebbe scattata la sospensione dalla funzione in base alla legge Severino.
Prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio Fusco aveva replicato davanti ai giudici sostenendo che era chiaro “a tutti” che Paturzo “era considerata in Expo, da Sala e da tutti, una figura a disposizione personale del presidente Maroni, altro che una figura di raccordo tra la Regione e Expo”. “A voi consegno la storia di un uomo – ha detto ai giudici Aiello concludendo le sue repliche parlando di “suggestioni”, “illazioni” o argomenti “deboli” della difesa – e quello che leggeremo nella cronaca di domani. Un uomo con alle spalle 25 anni di carriera nelle istituzioni, da uomo di Stato. Voi ne deciderete per domani la cronaca e per il prossimo futuro la storia, il suo passato. Spero che giudichiate solo sui fatti”.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.