Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco per l'imputato aveva chiesto due anni e sei mesi per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento. I giudici hanno riconosciuto colpevole l'ex ministro solo per il secondo reato
A due anni e mezzo dalla prima udienza – il 30 novembre 2015 – i giudici della IV sezione penale del Tribunale sono riusciti a emettere la sentenza per l’ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni. L’esponente leghista, già segretario federale, è stato condannato a un anno e a 450 euro di multa. L’ex ministro è stato condannato per un solo capo di imputazione con pena sospesa e all’interdizione dai pubblici uffici. Le toghe hanno riconosciuto Maroni – che oggi non era presente in aula per la lettura della sentenza – colpevole sdel reato di turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo alla ex collaboratrice Mara Carluccio. Assolto “perché il fatto non sussiste” invece dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo, a cui, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una “relazione affettiva”.
Condanna a un anno anche per Giacomo Ciriello (assolto da reato di induzione), ex capo della segreteria politica di Maroni, per Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone la condanna è a dieci mesi e a sei mesi per la Carluccio a cui sono state concesse le attenuanti generiche. Anche per gli altri tre imputati i giudici hanno sospeso la pena e hanno disposto la non menzione nel casellario giudiziario tranne che per Maroni. Il collegio presieduto dal giudice Maria Teresa Guadagnino, infine, ha disposto la trasmissione degli atti relativi alla testimonianze della Paturzo, della portavoce di Maroni, Isabella Votino e del direttore generale di Eupolis Alberto Brugnoli e dell’avvocato Sabrina Rossella alla Procura per valutare eventuali profili di falsa testimonianza.Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
Maroni: “Vengo assolto e condannato al tempo stesso”
“Maroni è sollevato perché è caduto il reato più grave, ma io sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza” commenta l’avvocato Domenico Aiello. Il processo è “fatto di prove, fatti e di una sentenza che in parte è condivisibile, ma è difficile comprendere la condanna per il capo B”, che riguarda l’episodio relativo a Mara Carluccio. “Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito e – scrive su Twitter l’ex ministro – proprio per questo sono certo che in appello verrò completamente assolto”. Pochi minuti prima aveva scritto: “Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita, e mi condanna per una raccomandazione mai fatta. Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l’induzione indebita…”.
L’accusa: “Pressioni per il viaggio della Paturzo a Tokyo e per contratto con Eupolis”
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco per l’imputato aveva chiesto due anni e sei mesi per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento. Cuore del processo le “insistenze” dell’allora numero uno del Pirellone, come sostenuto in requisitoria, per ottenere che Expo si “accollasse le spese” della trasferta a Tokyo di Maria Grazia Paturzo, la temporary manager assunta dalla società incaricata di organizzare l’Esposizione universale con cui “aveva una relazione sentimentale”. E poi il suo ruolo di “sponsor”, “ispiratore” per garantire a Mara Carluccio un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe “ritagliata in base alle sue competenze”.
L’accusa aveva poi invocato anche anche 2 anni e 2 mesi per Ciriello, 1 anno e 800 euro di multa per Gibelli e 10 mesi e 800 euro di multa per Carluccio. “Sono tranquillo – aveva detto Maroni -. Le accuse formulate contro di me oggi dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla corte di Appello di Milano, che ha assolto per gli stessi fatti Christian Malangone”, ex dg di Expo che era stato condannato in primo grado.
Il pm aveva “bocciato” il verdetto di secondo grado ritenendo invece che quella dell’allora numero uno della Regione fosse “una pressione, una induzione indebita” e non una “sollecitazione” per strappare, dopo un primo no di Giuseppe Sala, al suo bracco destro Malangone la “promessa” di un via libera” alle spese del viaggio a Tokyo per Paturzo la quale poi “scomparve” quando Maroni cambiò programma e scelse una nuova destinazione: Berna. Sentito in aula il primo cittadino di Milano aveva smentito di aver dato l’autorizzato alla trasferta. E sarebbero state “tutte balle” le spiegazioni date dall’ex presidente e dalle difese per cui la rinuncia alla missione in Giappone sarebbe stata dettata dall'”incongruenza” del programma con la sua agenda. Per il Fusco, il motivo sarebbe stato il “malessere” di Isabella Votino, la sua portavoce, che non vedeva di buon occhio la Paturzo. Il pm oltre a dire che Paturzo sarebbe stata assunta per via di una “raccomandazione” di Maroni “accettata” da Sala (anche se poi il suo ruolo in Expo sarebbe stato “tendente all’insignificante, praticamente zero”), aveva puntato il dito anche contro il contratto con Eupolis di Mara Carluccio, anche lei “sponsorizzata” dall’ ormai ex inquilino del Pirellone. Anche se e due donne, “in tutta questa storia non si sono mai mosse e sono rimaste sempre a Roma, in piazza del Gesu'”, dove ha sede un distaccamento di Regione Lombardia, “andando in ufficio quando volevano”. Fusco aveva chiuso il suo intervento chiedendo la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza per Paturzo, Votino e per la sua amica l’avvocato Cristina Rossello, neo eletta a Montecitorio nelle file di Forza Italia perché hanno negato al Tribunale la relazione sentimentale “inconfutabile”, tra Maroni e la Paturzo, che se solo fosse stata “ammessa avrebbe rafforzato l’assunto accusatorio”.
La difesa: “Assoluzione con la formula più ampia. Fatti inesistenti”
Durante l’arringa la difesa aveva chiesto l’assoluzione “con la formula più ampia”, perché i fatti contestati non sono “mai esistiti”. Per l’avvocato Domenico Aiello “se non fossimo stati a Milano questo processo sarebbe abortito prima e invece noi qua l’abbiamo subito, perché il pm ha cercato di curare il malato di cancro che è questa indagine con l’aspirina della presunta relazione sentimentale“. Riguardo al reato di induzione indebita ha anche sottolineato che il messaggio in cui l’allora capo della segreteria politica dell’ex governatore, Ciriello -per cui la difesa ha chiesto l’assoluzione con formula piena – chiedeva a Malangone che Maria Grazia Paturzo fosse inserita tra i partecipanti della delegazione e Tokyo (“il Pres. ci tiene…”) e viaggiasse pure lei in business class e alloggiasse come gli altri in un albergo di lusso, “non ha alcun carattere ultimativo come richiede il reato“.
Il legale, a proposito invece del contratto di assunzione di Carlucci ha spiegato, in sintesi, che mancano le prove per dimostrare che si sia trattato di una turbata libertà di scelta. E poi che non ci sono intercettazioni di Maroni, “descritto dal pm – aveva detto ironicamente – come ispiratore, una nuova figura introdotta nel codice penale” e che non c’è stato alcun accordo per la sua assunzione. Ma soprattutto l’avvocato Aiello ha citato una sentenza della Cassazione per dire che “la raccomandazione, la segnalazione non costituiscono reato“. Per la difesa a Maroni sarebbe stato riservato un “trattamento ad personam” ricordando che non è stata impugnata dalla procura generale l’assoluzione in appello dell’ex dg di Expo Cristian Malangone e coimputato. “Il ragionamento è stato – aveva sostenuto il legale – ‘salvo Malangone e me la prendo con Maroni e Ciriello'”, anche lui sotto processo. “Ditemi voi se questo non è un trattamento ad personam. Le cose che ho sentito anni fa su Berlusconi erano robaccia. Questo – ha concluso – è un trattamento ad personam”. Il legale in uno dei passaggi aveva anche dichiarato: “Le sentenze non è detto che siamo sempre fruttuose. A volte arrivano quando il malato è morto, la carriera di un uomo politico distrutta. Volete degli esempi? Vita, Alemanno, Errani, spariti dalla vita politica nonostante
le assoluzioni. Devo ringraziare la statura di questo uomo che ha scelto consapevolmente di non ricandidarsi”. Anche perché in caso di condanna, se fosse stato ancora governatore, per lui sarebbe scattata la sospensione dalla funzione in base alla legge Severino.
Prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio Fusco aveva replicato davanti ai giudici sostenendo che era chiaro “a tutti” che Paturzo “era considerata in Expo, da Sala e da tutti, una figura a disposizione personale del presidente Maroni, altro che una figura di raccordo tra la Regione e Expo”. “A voi consegno la storia di un uomo – ha detto ai giudici Aiello concludendo le sue repliche parlando di “suggestioni”, “illazioni” o argomenti “deboli” della difesa – e quello che leggeremo nella cronaca di domani. Un uomo con alle spalle 25 anni di carriera nelle istituzioni, da uomo di Stato. Voi ne deciderete per domani la cronaca e per il prossimo futuro la storia, il suo passato. Spero che giudichiate solo sui fatti”.