Inizia a suscitare una certa preoccupazione lo stato di un ministro della Repubblica in perenne trance agonistico-mediatica, costretto ogni giorno ad alzare il livello di visibilità nell’ansia di veder aumentare il numero di likes, visualizzazioni, colonne sui giornali. La storia dell’Aquarius lo ha tenuto abbondantemente a galla ma ora, visto il suo esaurirsi si è buttato, come c’era da aspettarsi, sulla questione rom, dentro la quale ha sempre sguazzato con disinvoltura.

“Al Ministero – ha dichiarato a TeleLombardia Matteo Salvini – mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla ed è il caos. Dobbiamo fare una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti, ossia rifacendo quello che fu definito un censimento, facciamo un’anagrafe“. Sulle soluzioni il ministro dell’Interno è stato chiaro: i rom stranieri irregolari andranno espulsi con accordi tra gli Stati”. “I rom italiani – ha concluso Salvini – purtroppo te li devi tenere a casa”. Ci aveva illuso, il neo-ministro, quando, una volta insediato, in una delle sue prime interviste sulle azioni che avrebbe intrapreso aveva risposto: “Devo studiare“.

Evidentemente poco studio e molti selfie non portano lontano e così, in poche righe di intervista, sottolineiamo, uno per uno, in blu, una processione di strafalcioni senza soluzione di continuità.

1. “Dopo Maroni non si è fatto nulla”.
E meno male! Quando al Viminale c’era il suo collega di partito Maroni, l’Italia ha vissuto il suo periodo peggiore riguardo ai campi rom. Fu annunciata una “emegenza nomadi“, furono stanziati cento milioni di euro per costruire nuovi campi, numerose cooperative entrarono nella grande torta del “sistema campi”, si formò l’humus su cui negli anni successivi sarebbe nata e cresciuta Mafia Capitale. Dopo i suoi disastri non ci fu il nulla, ma, nel 2012 una strategia nazionale per l’Inclusione dei rom, un documento decisivo, almeno nella teoria, per chiudere la triste stagione dei campi.

2. “Dobbiamo fare una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti…”.
Da tre anni ci pensa l’Associazione 21 luglio che annualmente presenta in Senato i dati sui rom presenti negli insediamenti formali e informali del nostro Paese. Sono solo 26mila, lo 0,04% sul totale della popolazione e la metà sono bambini. Numeri così esigui da non poter dormire sonni tranquilli.

3. “…Ossia rifacendo quello che fu definito un censimento, facciamo un’anagrafe”.
Quello che fu definito un censimento, organizzato sempre dal ministro Maroni tra il 2009 e il 2011, fu in realtà una schedatura su base etnica, vietata in Italia. Per tale ragione ci fu una strigliata da parte dell’Europa e, dopo una causa promossa da Associazione 21 luglio, il ministero dell’Interno si vide costretto a sborsare migliaia di euro di risarcimento ad un rom vittima del “censimento”, che altro non era che una vera e propria schedatura, con tanto di foto, impronte digitali, rilievo dell’altezza e dei tatuaggi.

4. “I rom irregolari andranno espulsi con accordi con gli Stati”.
Sono un pugno di persone, non più di tremila i rom “apolidi di fatto”, privi cioè di regolare permesso di soggiorno che vivono in Italia. Tutti originari dell’ex Jugoslavia. Ma proprio perché apolidi sono inespellibili. E questo un Ministro dovrebbe saperlo.

5. “I rom italiani, purtroppo, te li devi tenere a casa”.
Si tratta di cittadini italiani da più di mezzo millennio, “italianissimi” fino al midollo. Quasi tutti abitano in case ordinarie, lavorano, pagano le tasse. Qualcuno ha anche acquisito notorietà per aver combattuto la Resistenza come partigiano.

Dovrebbe studiare il ministro Salvini, ne avrebbe tanto bisogno. Sfogliare un libro apre la mente, regala qualche utile dubbio e soprattutto fornisce conoscenza. Dovrebbe anche cominciare a lavorare, parlando di meno e ragionando di più. Aiuterà lui, aiuterà tutti noi.

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