Probabilmente senza l’inchiesta della procura di Roma non se ne sarebbe saputo niente. E partiti e candidati si sarebbero potuti tenere i soldi ricevuti da Luca Parnasi senza renderne mai nota la provenienza. La normativa sulla privacy contenuta dalla legge sul finanziamento alla politica, sommata alla possibilità data a fondazioni e onlus di non rendere noti i propri finanziatori, consente infatti di omettere i nomi dei sostenitori che non hanno rilasciato il consenso alla pubblicazione dei dati personali. Un vulnus pericoloso, che viene implicitamente sottolineato dall’indagine del procuratore aggiunto Paolo Ielo.
Insieme alle manovre di Parnasi per sbloccare l’affare del nuovo stadio di Tor di Valle, infatti, nelle informative dei carabinieri sono finite anche le varie elargizioni dirette a politici di ogni colore. Favori, come il posto di lavoro promesso al figlio dell’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, o quello proposto al genero di Giovanni Malagò, numero uno del Coni.
Ma anche finanziamenti in piena regola come i quattrocentomila euro totali concessi alle fondazioni vicine al Pd e alla Lega. E poi i cinquantamila euro erogati tramite la madre alla campagna elettorale di Giuseppe Sala, i sessantamila euro che l’imprenditore sposta con una telefonata alla sua segretaria, quando alla vigilia delle elezioni elenca una vera e propria lista di politici di destra, sinistra e centro da finanziare.
Tutto denaro che – senza l’inchiesta della procura capitolina – sarebbe potuto rimanere di provenienza ignota. Nessuno avrebbe mai avuto contezza, per esempio, dei centomila euro di consulenze professionali elargiti da Parnasi a Luca Lanzalone, l’ormai ex presidente di Acea. Ma ci sono anche le fatture intestate alla società del vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, Adriano Palozzi di Forza Italia. E quelle per i candidati non eletti dal M5s Mauro Vaglio e Daniele Piva. Solo per rimanere agli atti contenuto nell’inchiesta. “Io spenderò qualche soldo sulle elezioni. È importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare… Molto moderato rispetto a quanto facevo in passato, quando ho speso cifre che manco te lo racconto”, diceva Parnasi alla vigilia delle elezioni politiche. Come dire che in passato per partiti e politica ha speso anche di più. Quanto, non è dato sapere.
In data 30 novembre 2018 il Gip di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento penale iscritto a carico di Daniele Piva.