È il super consulente segnalato “inviato” a Virginia Raggi dal gruppo enti locali del M5s (e cioè dai futuri ministri Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede), il personaggio al centro dell’inchiesta dopo Parnasi. Ha prima accompagnato Filippo Nogarin nella sua Livorno guidando Aamps verso il concordato preventivo. Quindi è stato inviato a Roma nel momento più difficile di Virginia Raggi, quando – fra l’arresto di Raffaele Marra, le dimissioni di massa di assessori e manager e l’inchiesta sulle nomine – c’era bisogno di qualcuno che potesse rimettere ordine. Missione riuscita: Lanzalone “consiglia” la sindaca sulla nomina di Lorenzo Bagnacani in Ama, rimette mano alla macrostruttura, avvia il dossier Atac vincendo la concorrenza dell’assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo – che poi si dimette – e da presidente Acea dà vita a quello che il Pd si affretterà a bollare come “spoils system“. Soprattutto, da “consulente”, prende in mano il dossier stadio e “inventa” il compromesso politico-tecnico con cui si eliminano le torri di Libeskind dal progetto e si sblocca la procedura fra le reciproche soddisfazioni e i sorrisi pentastellati. Proprio in quella fase entra in contatto con Parnasi, che per lui chiede addirittura a Luigi Bisignani (indagato) di intervenire su Dagospia per modificare un articolo a lui sgradito. È accusato di aver ricevuto dall’imprenditore 100mila euro di consulenze per il suo studio legale. Nel frattempo si spingeva fino a Palazzo Chigi, presentandosi come membro dell’inesistente “comitato nomine” del M5s. “Mi manda Luigi Di Maio”, era il suo leit motiv. Incontrava Giancarlo Giorgetti del Carroccio a cena (il leghista dice che fu un aperitivo), e mandava sms al dem Lorenzo Guerini. È finito sotto inchiesta perché “per lo svolgimento della sua funzione e per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili ad essa (ed in particolare rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di Pubblico interesse ed all’intero iter procedurale relativo al Nuovo Stadio della Roma) ed in genere per l’asservimento della funzione agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza, molteplici utilità e tra queste l’affidamento (o la promessa di affidamento) di lucrosi incarichi in favore dello studio legale Lanzalone & Partners “. “Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito, respingo con forza ogni addebito”, si è difeso il consulente davanti al gip durante l’interrogatorio di garanzia.
Giustizia & Impunità
Luca Lanzalone, domiciliari: consulenze per 100mila euro - 3/16
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