Tra i politici finiti agli arresti domiciliari, anche Michele Civita assessore di Nicola Zingaretti nella scorsa legislatura, deteneva tutte le deleghe più pesanti: Trasporti, Urbanistica e per un po’ anche Rifiuti. È accusato di avere chiesto a Parnasi un posto di lavoro per il figlio. “Per lo svolgimento della sua funzione – recita l’ordinanza di custodia cautelare – e per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili al suo ufficio (tra gli altri informazioni sull’andamento del procedimento per l’approvazione del progetto immobiliare denominato “Nuovo Stadio della Roma” , interventi volti a sollecitare la rapida chiusura in tàvore della citata società della conferenza di servizi per l’approvazione del medesimo progetto) ed in genere per l’asservimento della funzione agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza, l’assunzione del figlio presso la società denominata Be Consulting”. “Aver chiesto aiuto per mio figlio è stata una leggerezza compiuta in buona fede. Ho chiesto se era possibile intervenire per mio figlio tre mesi dopo che era concluso l’iter della conferenza dei servizi. Non ho mai violato la legge, le decisioni della conferenza di servizio erano pubbliche”, ha detto l’esponente del Pd davanti al gip durante l’interrogatorio di garanzia.
Giustizia & Impunità
Michele Civita (Pd), domiciliari: lavoro per il figlio - 5/16
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