Oltre all'amministratore Fiorillo, rischiano il processo Angelo Schiano, avvocato della società, il revisore Fausto Vittucci e altre 15 persone tra imprenditori, ex dirigenti e progettisti di Fse. Stralciata la posizione di 6 indagati. Avrebbero dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci ed esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto
La procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 18 persone per aver provocato il crac da 230 milioni di euro di Ferrovie Sud Est. Tra loro c’è anche Luigi Fiorillo, già commissario governativo, legale rappresentante e amministratore unico della società di trasporti pugliese. Gli indagati sono accusati dai magistrati baresi, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, di dissipazione e distrazione di fondi. È stata invece stralciata la posizione di 6 persone: i quattro componenti del collegio sindacale di Fse tra il 2010 e il 2016 e due imprenditori, sui quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Oltre a Fiorillo, che ha trascorso i domiciliari in una casa a Campo de’ Fiori, rischiano ora il processo Angelo Schiano, avvocato della società e ritenuto amministratore occulto, Fausto Vittucci, revisore e certificatore dei bilanci Fse e altre 15 persone tra imprenditori, ex dirigenti e progettisti di Fse. Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dall’aggiunto Roberto Rossi, Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbero dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci ed esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto.
Tra i fondi dissipati ci sono circa 27 milioni di euro dati all’avvocato Schiano per attività di assistenza e consulenza legale. Altri 53 milioni sarebbe stati indebitamente erogati per la gestione di servizi informatici. Ci sono ancora 2 milioni di euro usati per la gestione dell’archivio storico e spese di carburante per 14 milioni (con rincari del 40 per cento rispetto al prezzo di mercato).
L’udienza preliminare sarà celebrata il prossimo 6 luglio nell’aula bunker di Bitonto dinanzi al gup Francesco Pellecchia. Nell’ambito di questa inchiesta lo scorso 1 febbraio scorso furono eseguiti dai finanzieri sequestri per circa 90 milioni di euro e 11 indagati furono arrestati. È ancora in fase di indagini preliminari, invece, l’inchiesta nei confronti di alcuni funzionari di Bnl, accusati di bancarotta perché – secondo i pm baresi – le loro condotte avrebbero aggravato la situazione debitoria di Fse. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2001-2015, fino a quando la società è stata commissariata. Circa un anno fa è stata acquistata da Ferrovie dello Stato e nei mesi scorsi i creditori hanno votato a favore del concordato preventivo salvando la società dal fallimento.