“Affrontare in maniera concreta argomenti controversi come l’omosessualità e le tematiche del gender, su cui i giovani già discutono con libertà e senza tabù”. È la richiesta che i ragazzi di tutto il mondo, credenti e non, rivolgono al Sinodo dei vescovi che si terrà nell’ottobre 2018 in Vaticano e che avrà come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Nell’Instrumentum laboris, ovvero il documento base della discussione, la Segreteria generale del Sinodo ha tracciato una vera e propria fotografia dell’attuale universo giovanile dopo aver raccolto le risposte al questionario online dato a oltre 100mila ragazzi dei cinque continenti, 300 dei quali sono stati convocati a Roma da Papa Francesco per discutere sulle richieste che essi rivolgono alla Chiesa.
Nel testo i vescovi lanciano un allarme sul preoccupante aumento della pornografia digitale. “Alcuni – si legge – segnalano una fatica delle giovani generazioni a riconciliarsi con la dimensione della propria creaturalità. In alcuni contesti va segnalato anche il diffondersi del fascino per esperienze estreme, fino al rischio della vita, come occasione di riconoscimento sociale o di sperimentazione di forti emozioni. Inoltre la sessualità precoce, la promiscuità sessuale, la pornografia digitale, l’esibizione del proprio corpo online e il turismo sessuale rischiano di sfigurare la bellezza e la profondità della vita affettiva e sessuale”.
Ma il dito puntato della Chiesa cattolica è rivolto anche contro il cosiddetto “dark web”. “La rete rappresenta anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza, fino al caso estremo del ‘dark web’. I giovani sono consapevoli della presenza di rischi”. Per i presuli “un uso superficiale dei media digitali espone al rischio di isolamento, anche estremo, è il fenomeno noto con il termine giapponese hikikomori e che interessa un numero crescente di giovani in molti Paesi, in particolare asiatici, e di rifugio in una felicità illusoria e inconsistente che genera forme di dipendenza”.
I temi al centro del dibattito sono tantissimi e di grande attualità, nonché molto roventi. Non c’è soltanto la questione sessuale la cui dottrina, come è stato riscontrato anche nei recenti Sinodi sulla famiglia, non è seguita ormai da tempo soprattutto dai giovani cattolici. Al primo punto c’è il dramma della disoccupazione. “Le persone, giovani compresi, – si legge nel documento – sono costrette dalla necessità ad accettare un lavoro che non rispetta la loro dignità: è il caso del lavoro nero e informale, spesso sinonimo di sfruttamento, della tratta di persone e delle tante forme di lavoro forzato e di schiavitù che interessano milioni di persone nel mondo. Così come tanti nel mondo, i giovani hanno espresso preoccupazione nei confronti di un progresso tecnologico che minaccia di rivelarsi nemico del lavoro e dei lavoratori”.
Per i vescovi, infatti, “l’insicurezza delle condizioni lavorative e il precariato sociale bloccano ogni progettualità di medio-lungo periodo”. La Chiesa cattolica denuncia anche la difficoltà per i giovani di “concretizzare un progetto matrimoniale senza mettere a rischio l’autosufficienza economica. Inoltre molti giovani si domandano come sia possibile una scelta definitiva in un mondo in cui nulla sembra essere stabile, nemmeno la distinzione tra vero e falso. Una delle sfide urgenti che caratterizza il nostro tempo è quindi quella della decisione di vita come assunzione responsabile della propria esistenza”. Così come “preoccupante in alcuni Paesi è il fenomeno di coloro che né lavorano né studiano (i cosiddetti ‘NEET’), che richiede attenzione anche in termini pastorali”.
Al centro del documento del Sinodo ampio spazio anche al dramma dei profughi. “Il continuo aumento del numero di migranti e rifugiati, e in modo particolare la condizione delle vittime di tratta e sfruttamento, richiedono di attivare percorsi a tutela giuridica della loro dignità e capacità di azione e al tempo stesso di promuovere cammini di integrazione nella società in cui arrivano. Per questo sono di grande importanza le iniziative di molti organismi ecclesiali, e il coinvolgimento di tutta la comunità cristiana”. Molti minori non accompagnati, si legge ancora nel testo, “rischiano di finire vittime della tratta di esseri umani e alcuni spariscono letteralmente nel nulla. A essi vanno aggiunti i giovani delle seconde generazioni, che sperimentano difficoltà in termini di identità e di mediazione tra le culture a cui appartengono, particolarmente quando c’è un grande divario sociale e culturale tra il Paese di partenza e quello di arrivo”.
Nel testo un’attenzione particolare viene, infine, riservata “alle forme di discriminazione che colpiscono le donne, anche in ambito ecclesiale”. “Un problema diffuso nella società è che alle donne non vengono ancora riconosciute pari opportunità. Ciò vale anche nella Chiesa”. Ma c’è spazio anche per i single: “Alcune Conferenze Episcopali si chiedono qual è la collocazione vocazionale di persone che scelgono di rimanere ‘single’ senza alcun riferimento a una consacrazione particolare né al matrimonio. Visto il loro aumento numerico nella Chiesa e nel mondo, è importante che il Sinodo rifletta sulla questione”.